Più di 140 i Paesi aderenti, 11 milioni i biglietti venduti, 20 milioni i visitatori attesi, oltre 160 gli eventi in calendario, innumerevoli le manifestazioni previste: dibattiti, mostre, giornate dei singoli paesi. Su tutte spicca la Festa dell’Europa, il 9 maggio.

Ma a noi qui interessa la “Carta di Milano”, una specie di “magna charta” per un futuro più umano e giusto del mondo, un documento preparato nei mesi scorsi da centinaia di intellettuali e politici di diverse nazioni. Firmata per primo da Renzi all’apertura, sarà l’eredità morale dell’Expo. Verrà consegnata il 16 ottobre al segretario generale dell’Onu. Solo dopo sapremo se l’evento è finito sotto gli avveniristici padiglioni, le tecniche della nuova alimentazione, i dibattiti culturali, o inciderà nel garantire il diritto per tutti al cibo, nel creare una cultura nuova nell’accesso e nella distribuzione delle risorse del creato.

Così inizia il documento: “Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato Carta di Milano, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale. Consideriamo infatti una violazione della dignità umana il mancato acces-so a cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita ed energia”.

E continua: “Riteniamo che solo la nostra azione collettiva in quanto cittadine e cittadini, assieme alla società civile, alle imprese e alle istituzioni locali, nazionali e internazionali potrà consentire di vincere le grandi sfide connesse al cibo: combattere la denutrizione e la malnutrizione, promuovere un equo accesso alle risorse naturali, garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi”. E più avanti: “Noi crediamo che tutti abbiano il diritto di accedere a una quantità sufficiente di cibo sicuro, sano e nutriente, che soddisfi le necessità alimentari personali lungo tutto l’arco della vita e permetta una vita attiva; il cibo abbia un forte valore sociale e culturale, e non debba mai essere usato come strumento di pressione politica ed economica; le risorse del pianeta vadano gestite in modo equo, razionale ed efficiente affinché non siano sfruttate in modo eccessivo e non avvantaggino alcuni a svantaggio di altri”. La dura realtà viene chiaramente denunciata.

“Noi riteniamo inaccettabile che circa 800 milioni di persone soffrano di fame cronica, più di due miliardi di persone siano malnutrite o comunque soffrano di carenze di vitamine e minerali; quasi due miliardi di persone siano in sovrappeso o soffrano di obesità; 160 milioni di bambini soffrano di malnutrizione e crescita ritardata”. Espressa la consapevolezza che “una delle maggiori sfide dell’umanità è quella di nutrire una popolazione in costante crescita senza danneggiare l’ambiente” e l’impegno “a consumare solo le quantità di cibo sufficienti al fabbisogno”, la richiesta a governi e istituzioni internazionali è chiara: “adottare misure normative per garantire e rendere effettivo il diritto al cibo”. “Un futuro sostenibile e giusto è anche una nostra responsabilità”, conclude la Carta di Milano, aperta ora alla firma di tutti (www.carta.milano.it), perché tutti devono sentirsi coinvolti nella lotta alla fame e nell’equa distribuzione delle risorse del creato.