Il Presidente del Comitato, Senatore Claudio Micheloni, così si apprende dagli atti della seduta pubblicati sul sito del Senato, ha affermato “l’importante funzione svolta dalle associazioni di patronato a favore degli italiani all’estero, riferendo che le criticità emerse nel corso dell’indagine, e illustrate nel documento, riguardano prevalentemente il funzionamento dei patronati e la gestione delle strutture”. Era, infatti, partita proprio dal CQIE quella “indagine conoscitiva” che ora deve essere chiusa con un documento conclusivo, messo all’ordine del giorno alla seduta dell’11 febbraio.
Il Presidente Micheloni si è soffermato su alcuni punti che, a suo avviso, richiederebbero “maggiori approfondimenti da parte del Parlamento o dell’autorità giudiziaria”. Le ispezioni svolte dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali presso le associazioni all’estero hanno luogo, infatti, così si legge agli atti del senato “con una cadenza quinquennale nel medesimo paese; si è verificato, quindi, che un’ispezione che riscontra irregolarità sostanziali (forte riduzione del punteggio attività e/o mancanza di requisiti organizzativi) non viene seguita da altra ispezione che possa svolgere una adeguata verifica nell’anno successivo”.
Il Presidente Micheloni, così è citato,  “Al riguardo rammenta per l’anno 2011 il caso della sede ACAI di New York e il caso INCA di Montreal. Sulla cosiddetta doppia statisticazione, riferisce della prassi utilizzata dagli enti nazionali di inviare pratiche alle sedi estere per metterle a punteggio, anche senza alcuna attività istruttoria svolta da queste ultime. Questa prassi ha creato diverse incomprensioni arrivando a determinare la rottura del rapporto di lavoro tra Inca nazionale e presidenza INCA Germania, rottura attualmente all’esame della giustizia tedesca.”
Doppia statisticazione alla base della rottura del rapporto di lavoro tra la Presidenza INCA Germania (gestione Pappagallo) e CGIL centrale? Così è stato detto alla Commissione del Senato. La sede romana della CGIL avrebbe rotto, quindi, con la Presidenza INCA Germania dopo che questa si sarebbe rifiutata di mettere a punteggio (quello estero vale molto di più e procura introiti maggiori agli enti di patronato) le pratiche mandate da Roma?
Sarà il Tribunale del lavoro di Francoforte a stabilirlo. La CGIL è stata, infatti, denunciata proprio dal suo ex Rappresentante in Germania, che ritiene ingiusto il suo licenziamento. È non è escluso che, a fronte delle dichiarazioni fatte ora dal CQIE al Senato, la questione della statisticazione non diventi nuovo oggetto di citazione contro la CGIL centrale. Al momento, comunque, il Tribunale del Lavoro di Francoforte non è l’unico a doversi occupare della CGIL romana.
Da Francoforte sarebbe partita un’altra denuncia da parte dell’Ente di formazione CGIL- Bildungswerk, così si apprende da una nota AISE che riporta a sua volta un articolo de “Il Fatto Quotidiano”, secondo il quale la CGIL romana sarebbe stata denunciata al Landgericht di Francoforte per danni, dopo aver sospeso l’erogazione di fondi al suo Ente gestore francofortese. Si parla di quasi mezzo milione di Euro.  
In ambedue i casi a rispondere di un’accusa davanti ai tribunali è la sede centrale della  CGIL  e non è l’ex Presidenza Inca/CGIL Germania né tantomeno la CGIL/ Bildungswerk di Francoforte.  A questo punto, sembra proprio che la richiesta dei patronati di una convenzione con il MAECI che legittimi istituzionalmente una serie di servizi offerti all’estero oltre il loro primario mandato, si è rivelata un’arma a doppio taglio.
I Patronati hanno richiesto e ottenuto l’appoggio di diversi deputati e senatori eletti all’estero, ma hanno svegliato anche il cane che dorme con il CQIE del Senato che ne vuole sapere di più sulla trasparenza dei servizi e con il sindacato Confsal/Unsa che continua a suonare i campanelli d’allarme sul pericolo che una convenzione potrebbe costituire per la stabilità dei posti di lavoro del MAECI sulla rete estera.  
Preoccupante resta la frase espressa dal senatore Micheloni quando “si è soffermato su alcuni punti che, a suo avviso, richiederebbero maggiori approfondimenti da parte del Parlamento o dell’autorità giudiziaria”. Autorità giudiziaria? Se non ci sbagliamo l’autorità giudiziaria, è scomodata quando si presuppone un illecito o un reato. Ed è anche per questo, che la questione sicuramente non finisce qui.