Risultati e problemi avuti durante le elezioni europee

La data tanto attesa è passata, e molti tirano un sospiro di sollievo. Altri dovrebbero strapparsi i capelli, ma preferiscono strapparli ad altri. Se si fa il confronto con le elezioni europee precedenti, nel 2014, saltano agli occhi delle differenze eclatanti. Prima fa tutte, in Italia, il quasi dimezzamento del PD che 40,8% dei voti è caduto al 22,7%. E il trionfo della Lega che dal 6,2% si è quasi sestuplicata al 34,3%.

Il Movimento 5 Stelle, invece, risulta calato dal 21,1% al 17,1% mentre i Verdi sono sensibilmente saliti dallo 0,9% al 2,3%: sempre troppo poco per avere un ruolo di rilievo in Italia, ma gli italiani in Germania, invece hanno votato per i Verdi italiani in una percentuale del 9,7%. Anche Forza Italia si è dimezzata, passando dal 16,8% all’8,8%, ma ancora sufficiente per fare eleggere Berlusconi al Parlamento Europeo. Nel contempo la destra della Meloni si è quasi raddoppiata passando dal 3,7% al 6,4%.

Il voto degli italiani in Germania

I nostri connazionali in Germania hanno mostrato una maggiore fiducia nel PD votandolo al 28,2%, ma anche verso la Lega, che qui ha raggiunto il 22,3%. Quasi nessuna differenza nei riguardi del Movimento 5 Stelle, che qui ha toccato il 16,7%. La percentuale dei votanti in Germania resta comunque miserabile, attestata com’è al 6,30%. Ma cinque anni fa erano ancora meno, appena 4,89%.

Significa un minore interesse dei nostri emigrati nei confronti dell’Europa?

Dovrebbe semmai essere il contrario. Il problema è di tutt’altra natura, eminentemente pratica. Nei giorni passati ci hanno raggiunto numerose lamentele da parte di vari connazionali riguardanti l’organizzazione e la ripartizione dei seggi sul territorio tedesco.

È noto che per un italiano che risiede in Germania ci sono due opzioni possibili: votare al seggio tedesco per i candidati tedeschi, o al seggio italiano per i candidati italiani. Molti che sono legati culturalmente al proprio paese di origine, preferirebbero quest’ultima possibilità, non avendo alcun feeling per i candidati tedeschi. Si può anche capire. Ci sono poi gli italiani “integrati” che non hanno alcuna difficoltà a esercitare la propria scelta sulla lunghissima scheda elettorale tedesca (ben 41 diversi partiti) e si godono per questo il vantaggio di avere il seggio a due passi da casa. Quanti essi siano stati, non si sa: per i tedeschi i votanti sono tutti uguali.

Per quanto riguarda il voto degli italiani in Germania, come conseguenza dell’ultima legge sul bilancio 2019, il numero massimo degli elettori da assegnare ad ogni sezione è stato innalzato da 1.600 a 5.000 unità. Ciò ha permesso ai Consolati un enorme accorpamento dei seggi che – su decisione, sembra, delle autorità del Maeci- è stata comodamente condotta sulla base dei codici d’avviamento postale. Questi, purtroppo, sembrano siano stati assegnati con criteri diversi da quelli occorrenti a noi italiani votanti, col risultato che certe città con un Cap che si differenzia numericamente di poco, si ritrovano distaccati a 200 km di distanza dal più vicino seggio. Infatti molti elettori italiani si sono visti assegnare a seggi elettorali lontanissimi, ed è chiaro che hanno preferito votare presso i seggi tedeschi o rinunciare del tutto.

A ciò si sono aggiunte anche voci di corridoio (non sappiamo quanto fondate) secondo cui le autorità tedesche avrebbero esercitato delle pressioni sulle autorità italiane per la riduzione dei seggi. Abbiamo chiesto informazioni sia all’Ambasciata sia alle Autorità tedesche, ma fino a chiusura redazionale sono rimaste senza risposta.

Il caso Rezo in Germania

Fra le prime reazioni registrate, è stata particolarmente indicativa quella di AKK, alias Annegret Kramp Karrenbauer, la segretaria della CDU designata come erede della Merkel, la quale ha invocato un controllo delle autorità sulla rete informatica in periodo elettorale, suscitando una levata di scudi in tutti i partiti, anche il proprio. Dopodiché ha messo la retromarcia fingendo di essere stata fraintesa. Pochi giorni prima delle elezioni era comparso un blog intitolato “La distruzione della CDU” in cui il giovane rapper Rezo rimproverava ai democristiani, ma anche ai socialdemocratici, un seguito di fallimenti nelle politiche ambientali, industriali, scolastiche e sociali, radunando più di tre milioni di follower: tutti voti perduti per i partiti al governo!

Chi sarà eletto alla successione di Juncker?

Se nella coalizione a due i democristiani erano la fetta più grossa rispetto ai socialdemocratici, in una futura coalizione a tre gli altri due alleati insieme (socialdemocratici + liberali, o +verdi) saranno più forti di loro.

Ci sono tre papabili particolarmente quotati e tutti e tre di area nordeuropea: il tedesco Manfred Weber, della CSU, l’olandese Franz Timmermans per i socialdemocratici e la danese Margarete Westager per i liberali. Quest’ultima ha ricevuto molti apprezzamenti anche da altre formazioni e potrebbe alla fine risultare la favorita. Sembra che la Germania stia tentando il colpo grosso, e cioè di mettere ben due tedeschi contemporaneamente nei posti più rappresentativi della UE, e cioè come presidente della Commissione Europea e come presidente della Banca Centrale Europea. Ma non è detto che le riesca, viste le scarse simpatie di cui gode negli altri 27 stati.

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