Gli aiuti europei sono un’occasione unica per rilanciare l’Italia e per darle un futuro. La crisi di governo italiana mette il paese per settimane in stand by. Ne abbiamo parlato con il corrispondente ARD, Jörg Seisselberg

La crisi di governo causata da Matteo Renzi e dal suo partito Italia Viva è incomprensibile e irresponsabile soprattutto perché è avvenuta nel difficile periodo della pandemia dove l’economia è in gravi difficoltà e molti italiani temono per il proprio posto di lavoro. Nonostante Matteo Renzi e i suoi colleghi di partito abbiano tentato di spiegare le loro ragioni, gli argomenti non risultano convincenti e anzi rimane il retrogusto che questa crisi di governo in questo momento sia l’ennesimo gioco di potere e di poltrone soprattutto in vista della gestione degli aiuti europei Next Generation EU. Per questo abbiamo voluto chiedere a un attento osservatore esterno di parlarci di questa crisi e lo abbiamo chiesto a Jörg Seisselberg, corrispondente studio ARD di Roma.

Jörg Seisselberg, recentemente in un commento Lei ha affermato che molti sono i responsabili della crisi di governo in Italia. Che cosa intende? La crisi non è dunque da imputare al solo Renzi (Italia Viva) e al tentativo di far uscire il suo partito dall’irrilevanza?

Matteo Renzi e il suo partito hanno una non piccola responsabilità nella crisi, ma ridurre tutto a questo non tiene conto della complessità della politica e un’analisi semplicistica diventa caricaturale, della serie: lui vuole questa e quest’altra “poltrona” e a x non piace y. Certamente anche in questa crisi c’è di mezzo il potere, come sempre, perché questa è l’essenza della politica e ciò vale non solo per l’Italia ma anche per la Germania e dappertutto. Ma oltre a questo, ciò che ha portato alla rottura della coalizione di governo ruota intorno alla questione: che cosa fare con i 200 miliardi di euro di aiuti europei che l’Italia riceverà? Che cosa fare per l’Italia in questa occasione del secolo? Anche il Movimento 5 Stelle, che rifiuta una parte di questi soldi per motivi ideologici e il suo scetticismo verso l’Unione europea, ha le sue responsabilità in questa crisi. E Conte si è purtroppo lasciato influenzare. Come pure il Partito Democratico ha la sua parte di responsabilità, nel momento in cui non si è accorto in tempo che era necessario costruire ponti. E poi ci sono i partiti del centro destra, i moderati e i democratici cristiani, tutti hanno negato il sostegno a Conte continuando a restare fedeli alla destra di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni.

Si è creato il vuoto intorno al presidente del Consiglio Conte che non è riuscito a tenere insieme la coalizione. Perché? Ha commesso degli errori? Quali, secondo Lei?

Quando un governo cade, sarebbe assurdo che il capo dell’esecutivo si presentasse alzando le braccia in segno di scuse e affermando di non avere responsabilità per l’accaduto. Quando un governo va a sbattere contro il muro, il premier deve sempre chiedersi dove stanno le sue responsabilità. E quelle di Conte hanno peso. Il suo modo elegante di apparire in televisione e anche la sua grande popolarità possono ingannare. Ma Conte ha commesso gravi errori nelle scorse settimane a partire dal suo folle progetto di spingere il governo e il Parlamento su un binario morto per istituire una commissione di esperti con il compito della distribuzione e dell’utilizzo dei miliardi di aiuti Ue, una commissione che avrebbe dovuto rispondere principalmente a lui del suo operato. Renzi con Italia Viva ma anche molti rappresentanti del Partito Democratico si sono lamentati della mancanza di comunicazione del premier e delle sue decisioni “dispotiche”. Negli ultimi tempi poi Conte era solo l’ombra di sé, del risoluto primo ministro che ha gestito la crisi la scorsa primavera. Che la situazione gli sia sfuggita di mano si è visto anche, secondo me, nel modo imbarazzante per un premier con cui durante il voto di fiducia in Parlamento, ha praticamente implorato per avere fuoriusciti. E successivamente senza il minimo stile politico e con un atteggiamento ostinato voleva tentare di creare un governo di minoranza.

I capi di governo, Conte in Italia, Merkel in Germania, gestiscono una situazione di emergenza e di crisi. Con la situazione di pandemia gli esecutivi un po‘ dovunque in Europa hanno assunto diritti speciali. In Germania due politici molto distanti, Christian Lindner, della Fdp e Dietmar Bartsch, dei Linke, entrambi all’opposizione, hanno recentemente firmato un articolo su Spiegel online (20.01.2021) in cui parlano del pericolo di deformare la democrazia, se la crisi del corona continuerà a essere gestita senza il Bundestag. Secondo Lei, una simile esautorazione del parlamento, è stato in Italia un motivo che ha portato alla crisi?

Che il potere dei parlamenti durante la pandemia venga limitato è un tema per me molto delicato che però in Italia ha avuto curiosamente un ruolo secondario nel dibattito politico e addirittura nessuno nell’attuale crisi di governo. Al massimo c’è stata una variante del tema, nel senso che all’interno di un governo più forte, a causa della pandemia, il presidente del Consiglio ha tentato di ottenere più potere, non solo nei confronti del parlamento ma anche dei suoi partner di coalizione. Questo ha acuito i conflitti. Ma un dibattito sui valori in Germania, come da Lei accennato, non solo non è stato la causa della rottura della coalizione ma è stato in realtà inesistente.

Probabilmente quando verrà pubblicata questa intervista, l’Italia avrà un nuovo governo, forse a “maggioranza Ursula“, come si sente dire in questi giorni. Romano Prodi ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea fa appello ai politici di uscire velocemente dalla crisi per il bene dell’Italia e dell’Europa. Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’economia, ha dichiarato (29 gennaio) che la Commissione europea ha già ricevuto le bozze del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e che il successo del Next Generation EU dipende molto dal successo italiano perché all’Italia andrà una parte molto consistente di queste risorse. Lei, Seisselberg, ha scritto sul Tagesschau che questa crisi di governo è una delle più inutili. Perché questa crisi di governo è inutile se non addirittura dannosa per l’Italia e l’Europa?

Questa crisi arriva perlomeno nel momento peggiore. Bruxelles attende impaziente il piano dell’Italia (attualmente stanno valutando le bozze del piano, ndr) di come utilizzare i 200 miliardi di euro per far ripartire il Paese. Se i soldi verranno utilizzati bene, l’Italia potrebbe fare un salto di qualità che le può garantire un futuro migliore. La politica, ed è la percezione di molti, ha agito con questa crisi in modo autoreferenziale. Come ho detto prima devono prestare attenzione anche i media a non alimentare la disaffezione verso la politica con servizi giornalistici e informazioni semplicistiche. Voglio girare la mia critica in maniera positiva: anche una crisi che arriva nel momento peggiore può diventare un’occasione se non si limita a spostare qua e là le poltrone ma se le trattative per costituire una nuova coalizione sono fatte bene in modo da raggiungere accordi migliori, più chiari e più solidi di prima. Accordi che riflettano anche il modo in cui l’Italia si immagina di progettare il futuro sulla base degli aiuti europei. In questo caso la crisi sarà stata un temporale che ha ripulito l’aria portando al Paese un vento nuovo, in una fase decisiva della sua storia. Se questo non dovesse riuscire, resterebbe un grave danno per l’Italia e con essa per l’Europa intera poiché il programma Next Generation EU non deve servire a far progredire i singoli Stati ma tutto il continente. L’Italia è uno dei principali beneficiari di questo programma di aiuti europei. Se il Paese non prenderà questa occasione sarà successivamente un disastro per tutta l’Unione.

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