di Luciano Barile - 

A cinque anni dallo scandalo dei motori diesel “truccati” il gruppo Volkswagen offre ai loro proprietari un concreto  risarcimento che dovrà essere accettato entro il 20 Aprile

La decisione della Volkswagen precederà un’importante sentenza del Bundesgerichshof (BGH) sulla truffa attuata con il motore diesel che negli USA è costata al gruppo di Wolfsburg oltre 30 miliardi di dollari

Il tanto sollecitato e anche doveroso accordo con gli automobilisti tedeschi possessori di una vettura del gruppo Volkswagen equipaggiata con il famigerato motore diesel EA-189 è ormai a portata di mano grazie all’abile mediazione di Klaus Müller. Nella veste di Presidente della Centrale federale dei Consumatori (vzbv), Müller ha portato, infatti, a termine una mediazione nei confronti degli oltre 250mila acquirenti di alcune versioni di automobili del gruppo Volkswagen,  equipaggiate con un fraudolento software in grado di simulare il rispetto delle norme ambientali dei motori ad autoaccensione. Oltretutto, si tratta di un problema del quale prossimamente anche il tribunale federale di Braunschweig si dovrà occupare, cercando di capire chi alla Volkswagen sia responsabile di aver deciso di costruire un motore diesel truccato, per dimostrare così l’assoluta superiorità del grande gruppo di Wolfsburg. Sarà un processo durante il quale si parlerà soprattutto di Martin Winterkorn, il manager al vertice del gruppo Volkswagen che lo scandalo del diesel costrinse alla fine a dare le sue dimissioni.

Accettare o processare

Il compromesso offerto dal gruppo Volkswagen vale soltanto per i residenti in Germania i quali a suo tempo acquistarono un’auto equipaggiata con un motore EA 189, che è poi quello che è alla base dello scandalo. Questo motore fu montato per alcuni anni in autovetture delle marche VW, Audi, Seat e Skoda. Un’altra premessa è che l’auto sia stata acquistata nel periodo compreso tra il 1.11.2008 e il 31.12.2015 e che il suo titolare, residente in Germania, partecipi alla mediazione di Klaus Müller e non abbia ceduto ad altri i suoi diritti.  Come avevamo già specificato nell’edizione del “Corriere d’Italia” del mese di marzo, il gruppo di Wolfsburg  è ora disposto a pagare un risarcimento oscillante tra 1350 e 6257 euro, secondo la marca e lo stato della vettura usata. Le condizioni dell’offerta sono, inoltre, legate al rispetto della scadenza dell’offerta che scadrà irrevocabilmente il 20 aprile. Va da sé, che il titolare della vettura in questione è sempre libero di processare di sua iniziativa la marca Volkswagen, tenendo presente che sinora soltanto in pochissimi casi il processo è terminato con la restituzione del prezzo della vettura.  Nella maggior parte dei casi, invece, con una somma oscillante tra il 15% e il 20% dell’importo pagato per la vettura all’atto dell’acquisto.

Compromesso trasparente e sicuro Si stima che il numero dei titolari di una vettura Volkswagen che alla fine opteranno a favore della proposta suggerita dal gruppo di Wolfsburg si aggirerà attorno a 250mila unità. Essi avranno anche la possibilità di ottenere la consulenza di un loro avvocato il cui pagamento il gruppo Volkswagen finanzierà con 190 euro. La società vzbv di Gerd Müller contribuirà così ad assicurare maggior trasparenza alla compromesso offerto dal gruppo Volkswagen. L’operazione offerta dal gruppo Volkswagen avrà un costo complessivo di 830 milioni di euro. Non è poco considerando la forte frenata che la diffusione del Conoravirus ha impresso al rallentamento della congiuntura economica mondiale. Naturalmente ha avuto forti ripercussioni anche sulle vendite del gruppo Volkswagen le quali in febbraio sono diminuite del 24,6% a livello mondiale, mentre In Cina, in questo momento il mercato più voluminoso della Volkswagen, le vendite non sono andate oltre le 60.900 unità.

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