Ormai non si può più parlare di vere speranze: dal prossimo anno scolastico, quindi a partire da agosto 2018, a Colonia non ci sarà più il Liceo linguistico “Italo Svevo” e anche la Gesamtschule italo-tedesca “Francesco Petrarca” (ora rinominata Bilingo Campus) rischia di diventare una realtà in via di estinzione. A Düsseldorf, invece, sembra nascerà un nuovo Gymnasium con offerta di italiano – ma l’entità della sua offerta linguistica, anche se interessante, è lontana dal poter sostituire quella che offrivano le due scuole di Colonia.

All’inizio di quest’anno il Liceo italiano “Italo Svevo” e la Gesamtschule bilingue italo-tedesca “Francesco Petrarca” sono passate alla società BILINGO gGmbH. Il risultato del passaggio delle redini non si è fatto attendere: chiusura del Liceo e cambiamento di nome e indirizzo per la Gesamtschule.

Non si tratta di cattiverie di qualche strano signore, ma di una logica conseguenza, dato che la BILINGO gGmbH è sì specializzata nell’ambito delle scuole bilingui, ma appunto in quello anglo-tedesco. Insomma, al nuovo gestore dell’italiano non importa molto, mentre l’inglese è la sua lingua principe.

Ci si potrebbe chiedere come mai allora questo ente abbia rilevato le scuole italiane, e la risposta non è difficile: una cosa è fondare una nuova scuola da capo, cercare locali, attrezzature e chiedere il riconoscimento alla Bezirksregierung, un’altra è prendere un costrutto già esistente, bello e pronto, e riadattarlo alle proprie esigenze. Ovvio che nel secondo caso le cose vanno molto più velocemente.

Ci si potrebbe anche chiedere se fare un gioco di questo tipo sia moralmente ed eticamente accettabile, dato che parliamo di scuole e non di aziende a scopo di lucro. Ma qui, anche se lo ammetto malvolentieri, devo dire che la BILINGO gGmbH ha sicuramente cercato di offrire delle alternative… almeno in teoria.

Qualcuno ricorderà l’articolo sull’argomento apparso sul Corriere d’Italia all’inizio del 2016. Si trattava di un’intervista al nuovo direttore dell’ente gestore, Marco Schell, nella quale egli sottolineava due cose importanti.

La prima: se si fosse trovato il modo di finanziare il Liceo “Italo Svevo”, loro avrebbero passato volentieri le consegne all’eventuale ente gestore, che quindi non avrebbe dovuto ricominciare da capo, ma semplicemente continuare le lezioni e nel caso ampliare l’offerta; anche i locali, se ce ne fosse stato bisogno, sarebbero stati messi a disposizione (naturalmente pagando l’affitto).

La seconda: vero che già dall’anno scolastico 2016/17 le nuove quinte classi della Gesamtschule (ora sotto il nome di Bilingo Campus) sarebbero state di orientamento anglo-tedesco, ma se ci fossero state abbastanza iscrizioni si sarebbe potuto aprire anche una classe parallela italo-tedesca, quindi si sarebbe potuto continuare anche con l’offerta “italiana”.

In fondo, quindi, tutte le porte erano ancora aperte per poter mantenere l’offerta bilinguale italo-tedesca a Colonia. Ma era veramente una visione realistica? Evidentemente no. Vediamo il perché.

Esaminiamo la situazione del Liceo “Italo Svevo”.

Il liceo linguistico, una scuola italiana all’estero a gestione privata, era nato principalmente per dare una seconda opportunità ai ragazzi italiani che non erano riusciti ad integrarsi nel sistema scolastico tedesco – non per incapacità, ma per motivi linguistici e comportamentali, spesso legati alle loro origini “italiane” (non stiamo qui a spiegare e valutare, abbiamo già parlato più volte dei problemi del sistema scolastico tedesco). Inoltre il liceo si sforzava di ospitare i figli dei nuovi arrivi dall’Italia, che per inserirsi nelle scuole tedesche avrebbero perso anni e a volte anche la voglia di studiare.

Insomma, il Liceo era una specie di ancora di salvezza per molti ragazzi, svolgeva un ruolo sociale e nello stesso tempo aumentava le possibilità dei ragazzi di (re)integrarsi a pieno titolo nel tessuto sociale e lavorativo tedesco. Ci sono migliaia di buoni esempi che sottolineano l’importanza di questa iniziativa. Ma un liceo costa, e benché gli insegnanti avessero accettato stipendi “da fame” pur di poter portare avanti un simile progetto, la struttura complessiva sforava sistematicamente i fondi raccolti con le quote scolastiche – ed è ovvio: se una famiglia viene in Germania perché cerca lavoro, evidentemente non ha soldi a palate, quindi non si può chiederle più una certa cifra. Quindi il resto veniva coperto attraverso i finanziamenti italiani per le scuole all’estero. Finanziamenti che negli ultimi anni, però, si sono ridotti praticamente a zero, cosa che ha determinato l’impossibilità di portare avanti la scuola. Quando è stata chiarita al ministero italiano competente la situazione che si era creata, la risposta è stata… boh, c’è mai stata una risposta? Grazie Italia, incassare le rimesse degli emigrati è facile, tener in conto i diritti degli stessi è evidentemente poco importante.

Inutile dire che in queste condizioni è impossibile trovare un ente gestore che voglia investire nel Liceo. Quindi si chiude, perché cercare di dar la colpa alla BILINGO gGmbH, quando sappiamo bene dove cercare le responsabilità? Comunque: da agosto del prossimo anno il Liceo “Italo Svevo” non esisterà più. Il capitolo è definitivamente chiuso.

Passiamo alla situazione della Gesamtschule italo-tedesca “Francesco Petrarca”, ora Bilingo Campus.

Marco Shell aveva parlato chiaro quando aveva detto che la BILINGO gGmbH, avendo già un Kindergarten e una Grundschule, aveva bisogno di una scuola secondaria, una weiterführende Schule, per offrire ai loro alunni una continuità nel metodo e nell’apprendimento – ovviamente nell’ambito del bilinguismo anglo-tedesco. Eppure non aveva escluso la possibilità di continuare con il bilinguismo italo-tedesco. Ma a quali costi? Questo forse è il punto cruciale, infatti la scuola anglo-tedesca è molto cara, offre forse anche molti servizi, ma le quote scolastiche sono così elevate che ben poche famiglie italiane possono permettersele. Diciamolo pure, la Bilingo Campus odora di scuola d’elite. Nulla di male, intendiamoci, se non fosse che per la stragrande maggioranza degli italiani emigrati in Germania il tutto diventa un miraggio. La classe quinta italo-tedesca prospettata da Schell lo scorso anno infatti non è partita, ma forse potrebbe partire nel prossimo anno scolastico, speriamo. Inoltre alla Bilingo Campus è stata ampliata l’offerta di italiano per le classi superiori e probabilmente sarà possibile arrivare fino ad una “Abitur” bilinguale. Ottimo, certo! Rimane solo il problema di chi se lo potrà permettere. Comunque, chi è interessato può informarsi direttamente alla Bilingo.

Però (non per fare l’uccello del malaugurio, ma bisogna pensare anche a questa possibilità) se anche il prossimo anno scolastico non partirà una quinta classe italo-tedesca, allora il discorso una volta o l’altra verrà definitivamente archiviato. E, non essendoci un ricambio, anche le classi italo-tedesche ora esistenti nel giro di alcuni anni saranno scomparse. Certo, i ragazzi di origine italiana possono ancora inserirsi nelle classi esistenti, finché ci sono, ma questo a lungo andare non basterà per salvare la scuola italo-tedesca.

Anche qui cercare delle responsabilità non è difficile: se i finanziamenti italiani non fossero spariti, ed invece avessero integrato la parte di competenza dell’ente gestore (che nel caso della Gesamtschule è relativamente irrisoria, dato che la maggior parte viene rifinanziata dalla Beziksregierung) probabilmente si sarebbe potuto mantenere in piedi la struttura della “Francesco Petrarca”. Ma evidentemente anche questo tozzo di pane era troppo per il ministero italiano.

Ok, qualcuno dirà che è facile dare sempre la colpa all’Italia, sicuramente anche gli enti gestori delle scuole italo-tedesche di Colonia hanno fatto degli errori, certo.

Ma come spiegare che dalla fondazione delle scuole ad oggi ben tre enti hanno fatto la stessa medesima esperienza e in un modo o nell’altro hanno gettato la spugna? Si può pensare che tutti questi enti siano stati diretti da incapaci?

E, attenzione, l’ultimo ente gestore (prima della Bilingo) è stata una Stiftung tedesca, la SBH-Stiftung Bildung Handwerk, una delle più grandi aziende del mondo nel campo della formazione! Allora anche questa un’incapace? Evidentemente il problema va cercato altrove e, obiettivamente… Ma c’è qualcuno che ha capito la politica ministeriale italiana degli ultimi dieci anni in materia di scuole all’estero? I governi sono cambiati di colore, si sono alternati, si sono insultati tra loro… ma i tagli esasperati li hanno fatti tutti e non trovano ancora fine.

Ed ora passiamo al lumicino che si è acceso a Düsseldorf, annunciato dal Consolato Generale d’Italia come… già, come cosa? Scuola bilingue?

Beh, forse, speriamo. Ma i dati che mette a disposizione la stessa scuola di Düsseldorf parlano un’altra lingua (scusate il pasticcio linguistico).

La nuova scuola, se ci saranno abbastanza iscrizioni e la cosa non è nemmeno sicura, aprirà i battenti con il prossimo anno scolastico. Si tratta del “Gymnasium Schmiedestraße” sito a Düsseldorf-Oberbilck e che avrà, grazie anche alla moderna attrezzatura di cui disporrà, diversi punti focali: per esempio la materia “Talentschmiede” che si terrà in cooperazione con istituzioni culturali e artistiche, lo studio digitale e di robotica, inoltre il ginnasio offrirà anche il tempo pieno. Un pezzo forte dell’offerta scolastica saranno le lingue, infatti oltre all’inglese sarà possibile scegliere come seconda lingua straniera anche italiano o francese (dalla classe sesta), italiano, latino e cinese (dalla classe ottava) e italiano, spagnolo e francese (dalla classe decima). Sembra che addirittura si voglia offrire anche lo studio di alcune materie in italiano.

Insomma, l’offerta linguistica è sicuramente buona, anzi ottima, anche per quanto riguarda l’italiano, ma non basta per poter definire questa scuola come italo-tedesca, dato che l’italiano viene offerto in alternativa ad altre quattro lingue. Va sottolineato che a Düsseldorf, come anche a Colonia, ci sono diverse scuole che già offrono l’italiano, quindi non si tratta nemmeno di una vera novità. Comunque non va sminuita l’importanza della nuova offerta, dato che arriva in un momento dove sembra che l’italiano non sia più molto richiesto. E sicuramente saranno molte le famiglie di origine italiana che potranno trovare in questa scuola un possibilità per sostenere il bilinguismo dei loro figli.

Ma che il “Gymnasium Schmiedestraße” possa sostituire la funzione – anche sociale – del Liceo “Italo Svevo” e della Gesamtschule ex-”Francesco Petrarca” mi sembra decisamente lontano dalla realtà.

Il fatto che il Console Generale Emilio Lolli si dia tanto da fare per pubblicizzare questa nuova scuola enfatizzando il suo presunto “bilinguismo” fa molto pensare a chi sta cercando una cura per la sua coscienza malandata. Che Emilio Lolli mi perdoni, nulla di personale, ma lui è pur sempre il rappresentante locale di un’Italia che ha lasciato i suoi cittadini emigrati a piedi nudi in mezzo all’autostrada del futuro.

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