Nella foto: Vincenzo Tiri

Il Re in carica del panettone è Vincenzo Tiri, nato e residente ad Acerenza, ridente cittadina lucana in provincia di Potenza. Da oltre un decennio l’umile Vincenzo è sul gradino più alto in diverse categorie del dolce natalizio per eccellenza, lavorato artigianalmente.

Quest’anno Vincenzo Tiri è entrato nella classifica 50 Top Italy Pasticcerie, risultando 1° Classificato per il miglior Panettone Artigianale 2023.

Il suo Albo d’oro è ricco di primi premi in svariate categorie anche del Pandoro e della Colomba pasquale. Vincenzo e suo fratello Giuseppe hanno avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia di fornai da tre generazioni e di aver virtù e tenacia di mettersi in gioco e di dimostrare al grande pubblico che anche piccole realtà sanno e possono esprimere delle grandi eccellenze. Nonostante il turbinio del successo la famiglia Tiri è rimasta con i piedi per terra. I genitori continuano a fare i fornai nella piccola cittadina di Acerenza e i figli dal 2018 si dedicano con anima e corpo alla pasticceria della città di Potenza che non riesce a contenere più le migliaia di ordini, ormai da tutta l’Italia. La bontà della loro produzione è dovuta alla voglia di fare sempre nuove esperienze e alla passione per l’arte della lievitazione.

Sono questi due aspetti che contribuiscono a favorire anche l’inaspettata scalata di Vincenzo, diventato negli ultimi 10 anni uno dei consulenti più ricercati da note aziende dolciarie italiane ed internazionali. Nell’ottobre del 2021, al modesto e perspicace giovane pasticciere acheruntino è stato conferito addirittura il prestigioso World Pastry Star, premio internazionale della pasticceria nel mondo.

A Vincenzo l’appellativo di Re del panettone artigianale comporta anche molta responsabilità. E aggiunge:

“Il titolo è accompagnato dalla consapevolezza di volersi e doversi migliorare e di non lasciare mai nulla al caso”. A dimostrarlo sono i numerosi titoli più prestigiosi per il panettone, conseguiti dal 2014 ad oggi:

1° Classificato – Gazza Golosa 2014, 2015, 2017; miglior Panettone – Passione Gourmet 2018; miglior Panettone Artigianale – Gambero Rosso 2017, 2020; miglior Panettone Artigianale d’Italia – Dissapore 2015, 2016, 2017, 2018, 2020; miglior Panettone Artigianale – La Repubblica 2021; miglior Panettone Artigianale – Scatti di gusto 2014, 2021, 2022; miglior Panettone Artigianale – 50 Top Italy 2021-2023

Per il Pandoro:

1° Classificato Miglior Pandoro Artigianale – Gazza Golosa 2021; miglior Pandoro Artigianale 2021 per Dissapore 2020, 2021

Fra i titoli internazionali:

World Pastry Star 2021; Premio migliori pasticceri del mondo secondo Iginio Massari 2021; Premio 100 eccellenze italiane Forbes 2023

Qual è il percorso che hai fatto per salire sul trono?

Ho fatto tantissimi anni di gavetta, lavorando per diverse rinomate pasticcerie in Italia e all’estero e in particolare in Francia dove ho imparato l’arte della canditura.

Quando hai scoperto la tua inclinazione per il panettone, dolce milanese per eccellenza?

Già dall’età di 14 anni sentivo di voler realizzare un giorno questo dolce. L’idea nasce dall’abitudine di mia zia (sorella di mio padre) che vive a Torino, di portarci in dono a Natale, il panettone. Ecco perché per me il panettone è da sempre simbolo di famiglia e di condivisione.

Hai trovato subito il sostegno della famiglia, panettieri da tre generazioni?

No, è stato il contrario. Inizialmente la mia famiglia non era affatto propensa all’idea di produrre il panettone. Anzi, ero l’unico a crederci in quanto il panettone non è un prodotto tipico delle nostre zone. L’idea di realizzare il panettone ad Acerenza, in Basilicata, non era presa sul serio da nessuno. Più di 20 anni fa nessun artigiano delle nostre terre lo produceva.

A chi ti sei richiamato?

A nessuno in particolare. Ho seguito il sogno che avevo sin da bambino.

Da quale fonte trai energie per affrontare il non facile mestiere di pasticciere?

La mia famiglia.

Quante ore al giorno trascorri in laboratorio?

In questo periodo prenatalizio sono in laboratorio incredibilmente dalle 18 alle 20 ore. Dormo solo 4-5 ore.

Quando si accendono i riflettori della notorietà, gli impegni anche esterni si moltiplicano. Di quante forze lavorative disponi?

Attualmente, nel periodo di Natale, lavorano circa 50 persone. Stabilmente – in pasticceria a Potenza e in amministrazione – sono invece impiegate 25 persone.

Vivi e produci ad Acerenza, piccola località di montagna situata ad una quarantina di km da Potenza?

Sì. È questa la culla dell’esistenza mia e della famiglia.

Hai mai pensato di trasferirti?

No, non l’ho mai pensato. Per me Acerenza è il posto ideale per produrre il miglior panettone al mondo. Perché è il mio paese d’origine; per la tranquillità che solo qui posso trovare; e perché solo qui ci sono alcuni fattori importanti, come la qualità dell’acqua e dell’aria che permettono di creare un prodotto di eccellenza e capace di distinguersi dagli altri.

Quanto pesa la notorietà?

La notorietà ha sicuramente un peso enorme. Porta con sé sia cose positive che negative. Oltre a fare tesoro delle tante cose positive, bisogna saper convivere anche con le critiche che possono derivarne, ma è normale. Anche queste fanno parte della notorietà.

Raccogli più apprezzamenti o più invidie per esserti affermato in più edizioni di concorsi nazionali per il miglior panettone artigianale d’Italia?

Gli apprezzamenti non mancano, ma neanche le invidie. Anche queste fanno sempre parte del gioco della competizione.

Fra la tua clientela annoveri calciatori e aziende importanti della fama di Gucci. Come sono arrivati a te o tu sei arrivato a loro?

Ci siamo arrivati grazie al nostro prodotto. Il passaparola dei nostri clienti e di chiunque assaggi il nostro prodotto. Lasciamo che sia il prodotto a parlare per noi.

Ma tu mangi il panettone o il pandoro?

Entrambi.

Come mai il panettone o pandoro artigianale raggiunge prezzi che oscillano fra i 35 ed i 60/70 euro?

Innanzitutto perché il metodo di lavorazione è un processo completamente manuale; e poi perché gli ingredienti utilizzati hanno attualmente raggiunti costi di 10 o 20 volte superiori a quelli utilizzati nelle lavorazioni industriali. A titolo di esempio, la vaniglia naturale del Madagascar oggi ha un costo di 600/700 euro al chilo.

Che cosa va molto quest’anno?

È il panettone tradizionale che la fa sempre da padrone sulle tavole degli italiani. È e rimane il dolce natalizio per eccellenza, anche se per diversificare l’offerta ogni anno si aggiungono gusti diversi.

Ti dedichi anche all’insegnamento?

Sì, insegno in quasi tutte le migliori scuole professionali italiane e all’estero.

Hai mai pensato di approdare a scuole tedesche di pasticceria?

Si, ho ricevuto diverse proposte, ma finora i miei impegni non mi hanno permesso di accettare. Sicuramente è una possibilità che prenderò in considerazione per il prossimo anno.

Qual è il tuo dolce natalizio preferito anche dalla tua famiglia?

Il panettone ovviamente.

Abbiamo appreso che il 18 dicembre prossimo sarai insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro al valore della Repubblica Italiana. Sorpreso?

Sono molto sorpreso. Non avrei mai pensato di ricevere un’onorificenza così prestigiosa. Mi rende davvero molto orgoglioso. Mi è stato comunicato che l’onorificenza mi sarà consegnata dal Prefetto di Potenza.

Che cosa rappresenta per te questa onorificenza?

Mi sprona a dare sempre di più.

Farai pervenire al presidente Mattarella un tuo Panettone o Pandoro?

Sì, sicuramente! Sia l’uno che l’altro.