Concerto di Francesco Galletta il 24 settembre a Griesheim Francoforte

A Francesco Galletta, cantante di origine siciliana, piace anche parlare di canzoni. Lo faceva anche nei suoi concerti negli Usa dove ha vissuto sette anni fra Las Vegas e a Los Angeles.

Che tipo di spettacolo proponi per il 24 settembre?

Ho intenzione di fare uno spettacolo a blocchi tematici. Uno sulle mie influenze musicali e che vengono da mio padre. Lui mi ha fatto crescere con la musica di Elvis Presley, Dean Martin, Frank Sinatra. Poi il concerto avrà una parte dedicata a Roma e una a Napoli. Ci saranno inoltre brani indimenticabili dei grandi cantautori italiani. All’inizio di ciascuna parte presento le canzoni, raccontando aneddoti ed entrando nel significato del testo, questo in modo spontaneo e in sintonia con il pubblico che ho di fronte. Nel recente concerto a Ulma mi sono trovato davanti a un pubblico per la maggioranza tedesco.

Parlare delle canzoni fa parte dei tuoi spettacoli. Non è solo intrattenimento. Che intenzione c’è dietro?

Desidero comunicare al pubblico il significato delle canzoni e non soltanto quando si tratta di brani in inglese. Raramente infatti si presta attenzione al testo perché ci si lascia trasportare dalla melodia, la musica ha un impatto immediato, comunica direttamente le emozioni. Invece è importantissimo far comprendere il significato del testo e il pubblico apprezza. Per me poi come interprete è un lavoro fondamentale. Anche quando faccio i corsi di musica ai ragazzi partiamo sempre dalla comprensione del testo.

Spesso ci sono storie interessantissime da raccontare anche sulla genesi delle canzoni

Prendi per esempio “Alla fiera dell’est” successo di Angelo Branduardi degli anni ’70. Il testo è la ripresa con alcune modifiche di un canto ebraico, non tutti lo sanno, e trovo importante far sapere queste cose. È una forma di cultura raccontare storie insolite che stanno dietro alle canzoni che conosciamo. Penso per esempio a Rosa Balistreri, cantautrice siciliana, scomparsa nel 1990. I suoi brani nascono dalla sua esperienza di vita. Lei ha una storia tragica, attraverso la sua musica i suoi testi e la sua voce, ci si rende conto di avere a che fare con un personaggio particolare. Attraverso lei e la sua storia, dipingi il quadro di una società e delle difficoltà per una donna di intraprendere la carriera artistica.

Spazi dai cantautori italiani, al swing americano, alla musica tradizionale, alla canzone napoletana. Non c’è il rischio di fare un’operazione nostalgia che non ci faccia guardare avanti?

La nostalgia non è un brutto sentimento. Spero che questa nostalgia possa invece aiutarci a capire da dove veniamo, da una cultura invidiata da tutto il mondo. Quello che faccio è portare l’orgoglio italiano nella speranza di risvegliare qualcosa in coloro che ascoltano, oltre che far trascorrere una bella serata. E poi è bellissimo quando canto O surdato ‘nnammurato e il pubblico canta con me.

Venerdì, ore 19:30 nella Saalbau di Griesheim. Per avere i biglietti inviare una mail a: laprima.e20@gmail.com, o telefonare allo 0152 53150799.

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