FRANCOFORTE – Piero Terracina, ebreo italiano, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau

Un’iniziativa altamente meritoria è stata condotta a termine con grande successo il 10 settembre scorso dal Coordinamento Donne e dall’Associazione Culturale Italia Altrove di Francoforte.

L’ospite e protagonista assoluto era il sig. Piero Terracina, uno dei 15 ebrei romani sopravvisuti ad Auschwitz e malgrado l’età avanzata meravigliosamente in grado di parlare e di rispondere alle domande del pubblico che gremiva la storica sala. Infatti gli organizzatori non avevano scelto un luogo qualsiasi, ma la sala principale del Bürgerhaus Gallus dove fra 1l 1964 e il ‘65 fu condotto a termine il famoso „Processo Auschwitz“ in cui, per la prima volta dal termine della guerra, la giustizia tedesca dovette cimentarsi con i crimini del Terzo Reich.

„Sopravvivere ad Auschwitz“ era il titolo della manifestazione culturale il cui ingresso era gratuito. Lo sforzo oganizzativo è stato possibile grazie alla sponsorizzazione dello Studio Legale Dolce & Lauda, della DIV (Deutsch-Italienische Vereinigung), della House of Resources Rhein-Main, della Goethe-Universität Frankfurt, del BILIS e dell’ing. Luca Tagliaretti del CGIE. Tutti i 200 posti a sedere in sala erano occupati ed i ritardatari dovevano sedersi sui gradini o nel loggione. Il console Generale Maurizio Canfora era seduto in prima fila accanto al rabbino capo di Francoforte Julian- Chaim Soussan. Da Roma era venuto appositamente il dr. Coen quale rappresentante dell’Unione delle Comunità Ebreiche Italiane. Erano presenti pure funzionari e dipendenti del Consolato, fra cui particolarmente importante il direttore dell’Ufficio Scuola dott. Alessandro Bonesini. Infatti il valore didattico della manifestazione era grandissimo e perciò molti spettatori avevano portato con sé i propri bambini affinché imparassero la storia dai testimoni diretti.

Sul palco c’era la dottoressa Marina Grones che faceva da traduttrice simultanea, mentre faceva da moderatrice la dottoressa Liana Novelli Glaab, presidentessa del Coordinamento Donne. La signora Manuela Rossi, presidentessa di Italia Altrove, ha esordito ricordando come il passato sia sempre presente; proprio una settimana prima circa 70 mila abitanti di Francoforte erano stati costretti a sgombrare perché scavando nel cortile di una scuola era stata rinvenuta una superbomba inesplosa della seconda guerra mondiale.

Il racconto di Piero Terracina è partito dal triste giorno in cui Vittorio Emanuele III, re d’Italia, firmò le leggi razziste di Mussolini che attribuivano ai cittadini italiani di religione ebraica il ruolo di potenziali „nemici della patria“. A quell’epoca lui era un undicenne ignaro ed aveva due fratelli ed una sorella più grandi. Aveva raggiunto i quindici anni quando la sua intera famiglia venne arrestata e deportata dapprima nel campo di prigionia di Fossoli, in Emilia-Romagna, e poi ad Auschwitz. E lì, nel famigerato campo di Auschwitz-Birkenau lui riuscì a sopravvivere per circa un anno, fino al 27 gennaio 1945 in cui venne liberato assieme a tutti gli altri superstiti dall’Esercito Sovietico. Ma era così malridotto che dovettero internarlo immediatamente in una clinica e trascorse quasi un anno fra ospedali e sanatori. Quando finalmente rimise piede a Roma trovò che dei suoi sette familiari non c’era più alcuna traccia. Tutti sommersi e lui solo salvato, per dirla con Primo Levi.

Ma invece di addentrarsi in particolari orrifici della sua prigionia, il sig. Terracina ha preferito raccontare commoventi episodi di solidarietà fra i prigionieri, come esperienze di umanità che resistono alla disumanità: un messaggio malgrado tutto positivo. Ed insieme di condanna verso quegli scervellati in malafede che oggi hanno la faccia tosta di sventolare la svastica cercando di minimizzare i delitti e di mistificare la storia. La memoria è una cosa diversa dal ricordo, ha concluso il sig. Terracina: il ricordo scompare con l’individuo, la memoria è il filo prezioso che ci lega al passato. E bisogna far memoria del passato, affinché esso non debba mai più ritornare.

Nella foto sa sx: Liana Novelli Glaab, Pietro Terracina, Marina Grones

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