Nella foto: Francesca Di Cerbo.

Intervista con la proctologa Dr. Francesca Di Cerbo

La salute intestinale è un pilastro fondamentale per il benessere generale, spesso sottostimato nell’ambito medico e poco noto. Nell’intervista, esploreremo questo cruciale aspetto della salute con la dott. Francesca Di Cerbo, specializzata in proctologia e malattie infiammatorie croniche intestinali ed Oberärztin presso la “Klinik für Viszeral- Endokrine und minimalinvasive Chirurgie” alla München Klinik Bogenhausen di Monaco di Baviera.

Dottoressa Di Cerbo: Quali sono le preoccupazioni maggiori dei pazienti quando vengono in visita da Lei in qualità di proctologa e di quali patologie sono portatori?

I pazienti proctologici spesso all’inizio sono in imbarazzo per la localizzazione del loro problema. Hanno il timore che sia stata una mancanza di igiene a provocare l’insorgenza della malattia, causa che posso quasi sempre smentire. Essendo una proctologa che lavora in ospedale spesso ricevo i casi più complessi dagli ambulatori circostanti. I casi riguardano specialmente fistole anali, cisti pilonidali (patologia benigna, che riguarda spesso uomini giovani, e che peggiora notevolmente la qualità di vita), incontinenza, ma anche pazienti con le emorroidi, ragadi, tumori anali e altre patologie.

Quali sono le terapie più efficaci nel trattamento delle emorroidi, le fistole anali o le ragadi?

La terapia delle emorroidi dipende dallo stadio della malattia. Nei primi stadi si raggiungono risultati positivi anche solo modificando lo stile di vita. Nel caso in cui ciò non sia sufficiente vengono consigliate misure come la scleroterapia (iniezione di una sostanza che diminuisce l’afflusso di sangue nei vasi interessati) oppure la legatura elastica (applicazione di un dispositivo elastico che interrompe il flusso sanguigno verso l’emorroide). Quando la malattia è più grave, quindi dal terzo stadio in poi, viene consigliato l’intervento chirurgico. In tal caso sono applicabili diversi metodi, classici o più moderni come per esempio il laser.

Le fistole anali si possono curare solo chirurgicamente. La tecnica varia in base alla tipologia della fistola (semplice o complessa) ma anche tenendo conto delle esigenze del paziente.

La cura delle ragadi dipende anch’ essa dal livello della patologia. In fase acuta la terapia è medica conservativa. Anche in questa situazione è importante evitare la stitichezza con dieta o additivi, ma anche la diarrea è controproducente. Inoltre vengono consigliate pomate che rilassano in muscolo dello sfintere, ciò riduce il dolore e agevola la guarigione.

Quando è necessario il ricorso ad interventi chirurgici o a procedure invasive?

Nel caso in cui la terapia medica non sia risolutiva e la ragade continui a persistere si consiglia la terapia chirurgica. In Germania si consiglia la ectomia della ragade. Negli ultimi anni si sta divulgando anche la combinazione con una iniezione di tossina botulinica che alza la percentuale di guarigione al 90%. La sfinterotomia laterale viene eseguita solo in casi eccezionali.

Quali sono le strategie o i consigli rivolti ai pazienti per la gestione a lungo termine delle patologie proctologiche al di fuori del contesto medico-chirurgico?

Dieta equilibrata e ricca di fibre per evitare la stitichezza, sessioni brevi al bagno, senza premere troppo per prevenire emorroidi e ragadi. Evitare, inoltre, cibi troppo elaborati sembra utile a prevenire lo sviluppo di patologie quali ad esempio il morbo di Crohn. A tutte le donne, specialmente dopo la gravidanza, – ma è utile anche per gli uomini – consiglio esercizi per il pavimento pelvico per evitare o ridurre una possibile incontinenza nella vecchiaia. Ai miei pazienti operati consiglio di sciacquarsi, se possibile, con l’acqua. L’acqua è, infatti, la cosa migliore per la pelle perianale, specialmente l’acqua che abbiamo in Germania, che è adeguatamente controllata. Anche per i pazienti non operati è preferibile l’uso dell’acqua rispetto alla carta igienica che può irritare la pelle. Il fumo rallenta la guarigione e ha risvolti negativi specialmente in pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali.

Sappiamo che si occupa anche delle malattie infiammatorie croniche intestinali: nuove terapie o trattamenti emergenti che sta osservando o utilizzando nel suo lavoro?

La scienza sta fornendo sempre più nuovi farmaci che – si spera – renderanno il mio intervento, quello chirurgico, sempre meno necessario. Ma anche gli interventi chirurgici sono sempre meno invasivi perché usano la laparoscopia o interventi robotici. Inoltre, sono state sviluppate tecniche di anastomosi (Kono-S) che possono ridurre le recidive. Riguardo alle fistole anali di Crohn esiste una terapia con le cellule staminali.

In che modo vengono coinvolti altri professionisti sanitari, come nutrizionisti o terapisti, nella gestione complessiva dei pazienti con queste patologie?

I pazienti afflitti dalle malattie infiammatorie croniche (morbo di Crohn e colite ulcerosa) vengono seguiti in primo luogo dai gastroenterologi. L’intervento del chirurgo avviene se ci sono complicazioni (fistole, ascessi, stenosi) e/o la terapia medica non ha successo. Nel caso del morbo di Crohn, limitato solo all’ileo terminale, la terapia chirurgica è equivalente alla terapia medica dal punto di vista della qualità di vita. Spesso i pazienti chiedono se possono seguire diete particolari, ecc. per alleviare la malattia. Ma non sono consigliate diete specifiche. Questi pazienti, però, spesso sono malnutriti e spesso sono soggetti anche ad intolleranze. La “Deutsche Gesellschaft für Ernährungsmedizin” consiglia che l’anamnesi deve essere effettuata anche in riferimento alle intolleranze e ogni 6 mesi i pazienti dovrebbero effettuare uno screening per verificare se vi sono delle mancanze di micronutrienti (vitamine e minerali). Viene anche consigliato, una volta all’anno, una visita presso una nutrizionista.

È difficile sensibilizzare e rendere le persone consapevoli dei sintomi e delle opzioni di trattamento disponibili?

Le emorroidi sono una malattia che, se curata nei primi stadi, consente di evitare un’operazione. Per quanto riguarda i pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali molti di questi hanno subito un lungo percorso e conoscono bene il loro corpo e i loro sintomi. Ci sono situazioni dove i pazienti traggono maggiore giovamento dalla terapia chirurgica rispetto a quella medica. Non è raro che i pazienti si presentino molto tardi dal chirurgo e in condizioni già compromesse.

Suggerimenti pratici per gli anziani italiani che potrebbero trovare difficile navigare nel sistema sanitario tedesco o gestire le proprie condizioni?

I consolati, a volte, possono fornire indicazioni su specialisti che parlano l’italiano. È compito, altresì, del medico di famiglia indirizzare il paziente dallo specialista giusto.

Speranze o previsioni per quanto riguarda lo sviluppo del trattamento e della cura per le malattie infiammatorie croniche intestinali e la proctologia in Germania?

Per la cura delle malattie infiammatorie croniche si sta facendo molta ricerca riguardo al microbioma – l’insieme di comunità batteriche che vivono nel nostro apparato digerente – sperando che emergano altri punti di approccio per la terapia. Ci sono, però ancora aspetti che non si conoscono. Riguardo alla proctologia negli ultimi anni sono sempre più diffuse terapie con il laser (emorroidi, fistole, ecc.) Bisognerà attendere gli esiti di ulteriori ricerche in merito.