Tecnicamente si indica una caduta “anormale” dei capelli, con il termine di telogen effluvio (o effluvium). Si tratta di un fenomeno che colpisce prevalentemente la donna e consiste in un aumento temporaneo del numero di capelli che cadono al termine della fase di crescita.

La caduta interessa tutto il cuoio capelluto, comprese le parti laterali e posteriori della testa. I capelli che cadono ricrescono quando il fenomeno di effluvio ha termine e quindi non vengono persi in maniera definitiva; ma se la caduta è significativa può provocare capelli visibilmente diradati.

Esiste anche un telogen effluvio stagionale che si manifesta come aumento della caduta di capelli in primavera e autunno.

Perdere fino ad un centinaio di capelli al giorno per le folte chiome è considerato il normale processo fisioliogico di ricambio della capigliatura. Crescita, caduta e ricrescita dei capelli, è un ciclo che si ripete circa 20 volte durante la nostra esistenza . In alcune persone, in particolar modo di genere femminile, la durata di ogni ciclo può raggiungere i 6 anni.

Fino a quando la caduta dei capelli rientra nei limiti di questo naturale ciclo di ricrescita non deve preoccupare e va considerata del tutto naturale negli altri casi può essere patologica.

Quando si innesca questo meccanismo patologico bisogna correre ai ripari parlandone con il medico. E’ importante lasciar valutare criticamente il problema perché non vi è una soluzione unica e definitiva per ogni caso in esame.

Come si fa a capire se la perdita è fisiologica o patologica?

Partiamo dal concetto che trovare sul cuscino o sul pettine in autunno e/o primavera capelli non deve subito allarmare. Il tricogramma un esame specifico per valutare se una persona è soggetta a regolare caduta dei capelli o meno ci aiuterà a stabilire se si è innescato il disturbo.

Se il rapporto fra capelli in fase di crescita e quelli in fase di involuzione, o prossimi alla caduta, si sbilancia in favore di questi ultimi, significa che siamo in presenza di una caduta anomala. A questo punto bisogna appurare se si tratta di un fenomeno temporaneo, legato a fattori contingenti (ambientali, alimentari,emotivi, ecc.), oppure se la caduta ha cause più importanti e durature.

Un esame specifico, permette di capire se delle alterazioni e/o anomalie della cute, come la comune forfora, stiano compromettendo la salute della nostra capigliatura favorendone la caduta. Nella maggior parte dei casi attraverso trattamenti tricologici localizzati si riesce ad “attaccare” le cause che provocano o incrementano la caduta di capelli, riconducendo quest’ultima entro limiti fisiologici.

Caduta dei capelli e calvizie femminile

In linea di massima la caduta dei capelli nelle donne è di carattere transitorio, sempre che si intervenga tempestivamente stimolando la produzione di capelli: laddove i follicoli sono ancora recuperabili infatti la ricrescita dei capelli è possibile. In alcuni casi però, è possibile migliorare l’habitat del cuoio capelluto con trattamenti tricologici specifici che contrastino i fattori negativi come l’eccessiva produzione di sebo, la forfora e la cute dei capelli secca. I capelli meritano lo stesso rispetto che abbiamo nei confronti di qualsiasi altra parte del corpo.

I capelli soffrono sicuramente vengono trascurati, quando li stressiamo con permanenti, tinture o colpi di sole, quando non abbiamo un’alimentazione corretta o siamo stressati e ansiosi.

Sfortunatamente molte donne sottovalutano i “campanelli d’allarme” che preannunciano una caduta di capelli anormale e si affidano a rimedi “fai da te”, prodotti commerciali o pessime lozioni per capelli, che spesso peggiorano il delicato equilibrio del cuoio capelluto.

Alle prime avvisaglie di caduta dei capelli, in presenza di persistente prurito alla testa o dolore al cuoio capelluto, di capelli grassi o forfora, è davvero consigliabile prenotare una visita tricologica e fare un test del capello. Sottoporsi all’analisi dei capelli non porta via molto tempo (l’esame dura circa un’ora) e permette a molte donne di mantenere i propri capelli sani e belli.

Caduta di capelli stagionale

Nel corso dell’anno, ed in particolar modo durante i mesi primaverili (aprile-maggio) ed in autunno (da settembre a novembre), si può notare un aumento nella perdita e nella caduta dei capelli. Sia gli uomini che le donne vengono colpiti indistintamente.

Tra le teorie più accreditate ci sono:

• L’alterazione del rapporto ore luce/buio: alcuni esperti di tricologia credono che la modifica di questo rapporto porti ad uno sbilanciamento ormonale che causa la perdita;

• Cause psicologiche e sociologiche: l’autunno è il periodo in cui si ritorna alla solita routine quotidiana dopo le vacanze estive, fatta di ritmi frenetici e caratterizzato dal ritorno al lavoro in città inquinate, in cui lo smog gioca una parte molto importante nel processo di diradamento e perdita. In media ci vogliono circa 3 mesi per verificare il miglioramento od il peggioramento della salute della cute. Tenendo conto che in estate, a causa della quantità di luce solare assorbita dalla nostra capigliatura, si verifica un accumulo di radicali liberi che danneggiano i bulbi piliferi, ha senso pensare dopo 90 giorni (cioè in autunno) si potrebbero verificare episodi di diradamento e successiva caduta. Anche la caduta stagionale che avviene in primavera sembrerebbe avere una spiegazione: è dovuta, secondo gli esperti, al troppo freddo a cui il capo è stato esposto nei mesi invernali, portando ad una riduzione del diametro dei vasi sanguigni attraverso cui scorre il sangue che irrora il cuoio capelluto, con successiva comparsa di episodi di caduta dopo novanta giorni.

Caduta di capelli da stress ed Alopecia

Benché non esistano prove sperimentali di una relazione tra stress e caduta dei capelli, statisticamente molti soggetti dimostrano molte volte che una correlazione esiste. L’alopecia psicogena è un disturbo psicosomatico causato dall’affaticamento e da tensioni nervose.

Alcuni recenti studi hanno evidenziato come l’organismo reagisce allo stress, rilasciando attraverso specifiche strutture alcuni ormoni corticotropi che raggiungono, entrando in circolo, cellule responsabili della costituzione dei capelli: cheratinociti, fibroblasti e sebociti (quetsi ultimi sono strettamente correlati ad un’eccessiva produzione di sebo in eccesso durante l’alopecia da stress.) Sebbene la relazione tra shock, ansia ed episodi di depressione non sia ancora stata dimostrata, la realtà quotidiana permette di osservare dei legami tra questi stati d’animo e l’alopecia. Infatti le tensioni nervose, siano esse collegate a cause esterne o interne, si manifestano in maniera somatica dal nostro organismo, traducendosi in un diradamento accentuato.

I sintomi di questo disturbo non sono uguali nelle donne e negli uomini. Nelle prime in particolare, la perdita di capelli si manifesta con un diradamento diffuso su tutto il cuoio capelluto, soprattutto nell’area che collega l’attaccatura frontale al vertice della testa; negli uomini, invece, si assiste ad un fenomeno di diradamento generale, con la comparsa di stempiature che avanzano velocemente con l’aggravarsi delle cause scaturenti.

Così come la caduta di capelli da stress, anche l’alopecia seborroica si manifesta con una produzione eccessiva di sebo, rendendo difficile il riconoscimento di questo disturbo.

Diete drastiche e non corretta alimentazione

Scelte alimentari sbagliate soprattutto nelle giovani donne non è insolita; adolescenti in sovrappeso spesso si sottopongono a diete a base di frutta e verdura, del tutto prive di proteine. Donne con gusti alimentari molto rigidi, al contrario, in certi casi non assumono sufficienti vitamine e oligoelementi. In queste condizioni la salute dei capelli può essere compromessa e causare una caduta capelli anomala e preoccupante. Si ritiene che il 30% delle donne che perdono i capelli prima dei 50 anni sia dovuto a carenze alimentari di vario genere. Queste favoriscono l’indebolimento e la persistente caduta dei capelli. Il diradamento complessivo della chioma è una conseguenza somatica del deficit di sostanze nutritive.

Interventi chirurgici

Donne sottoposte a interventi chirurgici con anestesia prolungata e ingente perdita di sangue, possono essere colpite da una intensa caduta di capelli. La ricrescita avviene generalmente entro 4 mesi.

Caduta di capelli post parto

Nel periodo tra il primo e il quarto mese dalla nascita del bambino la caduta aumenta. Il fenomeno continuerà per diversi mesi e potrà essere anche più intenso in presenza di fattori aggravanti quali il trauma post-parto, perdite di sangue e diminuzione dei livelli proteici del plasma. Il completo recupero avviene solitamente in 4-12 mesi. La caduta di capelli post-parto è più marcata nella zona frontale e nelle regioni temporali, ma può anche essere generalizzata, mai totale. Tende ad essere meno evidente nelle gravidanze successive alla prima.

Tireopatie

È molto probabile che ci sia una significativa correlazione tra il livello e la durata delle disfunzioni della tiroide (ipotiroidismo, ipertiroidismo) con la severità del fenomeno di caduta dei capelli nelle donne. Curando il problema in tempi utili il problema è completamente reversibile se, invece, l’alterazione tiroidea si protrae per tempi lunghi si può arrivare all’atrofia di alcune delle unità follicolari.

Interventi estetici sui capelli

Alcuni trattamenti estetici troppo aggressivi e/o reiterati nel tempo possono danneggiare i capelli o il cuoio capelluto. Ad esempio Meches e Shatush possono sfibrare i capelli o causare dermatiti, la permanente può danneggiarne il fusto mentre le extension possono rovinare la loro struttura globale.

Altre cause della caduta di capelli nella donna

Le donne che accusano una caduta di capelli anormale devono considerare altri possibili fattori causali non genetici:

• Eccesso di vitamina A

• Infezione locale di tipo virale

• Assunzione o interruzione della pillola anticoncezionale

• Tossicità dei farmaci (per esempio l’antimitotic usato in chemioterapia)

• Ostruzione epatica o renale

• Inibitori ACE

• Insufficienza di acidi grassi essenziali

• Anfetamine

• Carenza di zinco

• Farmaci anti-colesterolo

• Bromocriptina (usata per inibire la lattazione)

• Affezioni dell’asse ovarico, surrenale o pituitario

I principali esami che si possono effettuare per determinare le cause della caduta capelli nella donna e trovare i giusti rimedi comprendono:

• visita tricologica con esame del capello per verificare il deterioramento strutturale che rende i capelli fini e sfibrati;

• il tricogramma. Analisi al microscopio di un campione di capelli per individuare eventuali problemi del ciclo di ricrescita;

• il mineralogramma. Analisi del capello utile a individuare eventuali insufficienze alimentari, come ad esempio quella da ferro.

Rimedi e Consigli

Per risolvere il problema dei capelli che cadono a causa dello stress è consigliato eliminare la fonte che causa tensioni. Se la causa dello stress è esterna bisogna trovare un modo per sottrarsi ad essa mentre, se la causa è esogena, rivolgersi ad uno psicoterapeuta potrebbe rivelarsi la soluzione migliore. Molte volte, però, non si riesce ad evitare l’origine dello stress e quindi questa soluzione potrebbe protrarsi nel tempo per mesi prima di constatare un effettivo miglioramento. Rivolgersi a dei professionisti, a questo punto, diventa una necessità.

Agire precocemente equivale ad ottenere risultati migliori. Alcuni innovativi trattamenti permettono di contrastare l’alopecia da stress. Questa tecnologia stimola l’attività dei follicoli piliferi presenti sulla cute del capo, coadiuvando l’assorbimento delle sostanze nutritive rinforzando la chioma e prevenendone la caduta precoce.

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