Spesso bistrattata, la letteratura rosa vende due romanzi al secondo. Qual è il segreto di questo genere letterario e cosa si nasconde dietro? Patrizia Violi, autrice di «Breve Storia della letteratura rosa» (Graphe Edizioni, 2020) afferma: “…il rosa piace perché è analgesico: rassicura, perché semplifica la realtà, fa sognare e sperare che i problemi alla fine si aggiusteranno”.

Incuriositi, le abbiamo chiesto di più. Ecco cosa ci ha raccontato

Si ha l’impressione che la letteratura rosa spesso venga vista negativamente. È solo un’impressione?

La letteratura è nata come letteratura al femminile. e potrebbe essere vista come una discriminazione di genere. Il primo romanzo rosa risale al 1740 ed è stato scritto da Samuel Richardson «Pamela o la virtù premiata» Raccontava la storia di una ragazza, una servetta che lavorava a casa di un gentiluomo che, però la molestava. Le lettere che Pamela inviava alla famiglia raccontavano il disagio di questa giovane che non voleva soggiacere alle avances del suo capo. Dimostra però la capacità d gestire molto bene la faccenda, tanto da riuscire a farsi sposare alla fine. Seppur scritta da un uomo, questa storia, in sé, è una storia intima, ricca di emozioni. Una di quelle, insomma, che si raccontano le donne, nel loro mondo che era, all’epoca e ancora per molti anni successivi, prettamente domestico. Il romanzo rosa, quindi, è nato come romanzo di sentimenti. Per questa ragione molti uomini hanno incominciato a considerarlo un genere molto frivolo, minore. Umberto Eco, addirittura, aveva definito la letteratura rosa un genere per «donne, massaie, domestiche», da far rimanere, in un certo senso, entro le mura domestiche. I romanzi rosa venivano letti e condivisi: un sottobosco letterario che ha allarmato più per la sua diffusione che per il contenuto. Infatti anche Carolina Invernizio, che pubblicò intorno al 1870 i suoi romanzi, dimostrò che la letteratura rosa non era frivola o stupida, ma capace di altro. I suoi romanzi, infatti, rivelano trame più complesse e diversi elementi gotici. Un po’ di bullismo, nei confronti di questa letteratura c’è sempre stato, quasi a voler eliminare ogni valore letterario e considerarlo puro trash.

Come si è evoluto questo genere letterario nel corso dei secoli?

È molto interessante l’evoluzione perché ha seguito l’evoluzione della società e del genere femminile. La storia scritta da Richardson ripercorre la storia della Cenerentola: nell’800 le donne non avevano altra scelta che il matrimonio. Passando alla fine dell’800 e inizio del 900 ci sono stati nuovi temi: oltre all’amore venivano inseriti anche elementi della vita sociale. Le donne continuavano, sì, a rimanere sottomesse, ma non sognavano solamente l’amore o cose che le rendessero felici, bensì, anche il miglioramento delle condizioni sociali e dei propri diritti. Le protagoniste femminili dei romanzi di questo periodo diventavano delle alleate che si supportavano a vicenda per la realizzazione dei propri sogni. Le donne alzano la testa e chiedono un chiaro miglioramento della propria condizione. Nel ventennio fascista, in Italia, le donne volevano diventare un soggetto desiderante e non solo desiderato. In questo periodo si sviluppano due correnti letterarie nel rosa stesso: quella di propaganda in cui si voleva vedere la donna diventare una buona moglie e madre e quella più trasgressiva che evidenziava il fatto che le donne abbiano diritto anche al lavoro, alla felicità e alla realizzazione sociale. Dopo metà del XX secolo, la letteratura rosa si è evoluta di nuovo, scoprendo il fotoromanzo che univa letteratura a cinema e permetteva di avvicinare il mondo del grande schermo anche a chi abitava in zone in cui le sale cinematografiche erano inesistenti. Negli anni delle rivendicazioni femministe il rosa è stato boicottato, perché la storia della bella che sogna l’amore era la cosa peggiore che si potesse scrivere. Fu proprio in quel periodo che nacque il rosa commerciale, industriale, che in Italia abbiamo conosciuto come Harmony. Non da dimenticare, alla fine del XX secolo /inizio XXI secolo, la Chicklit, nata in ambito accademico nell’università di Chicago. La donna, in questa letteratura post-femminista era consapevole dei propri desideri e delle proprie ambizioni.

Romanzi rosa e XXI secolo

La chick-lit è diventata visibile al grande pubblico, anche grazie alle diverse trasposizioni televisive e cinematografiche: Bridget Jones, Twilight, Sex & the City, I love Shopping, 50 Shades of Grey. Le donne, in questa letteratura sono, forse, all’inizio un po’ passive, ma nel corso della storia diventano sempre più sicure di sé e in gamba. Sono personaggi meno stereotipati, con un appeal più vasto. Anche la digitalizzazione è stata una fortuna per la letteratura rosa. Le vendite sono aumentate ancora di più. Io considero che ciò sia dovuto a due motivi: essendo, chi legge il rosa, ancora considerato male, guardato con sarcasmo quando legge libri cartacei, del genere rosa, in pubblico (in treno, autobus o parchi), il formato elettronico restituisce un po’ di privacy/intimità al lettore, in quanto non è immediatamente visibile cosa venga letto; inoltre anche l’aumentata possibilità di autopubblicazione ha permesso a molte autrici, sia all’Italia che all’estero, di farsi conoscere al pubblico dei lettori senza avere alle spalle un editore, che garantisse l’edizione cartacea.

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