Nella foto: Pasta alla Norma. Foto di Paoletta S., CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4992962

La pasta alla Norma è considerata una delle ricette cardine della cucina siciliana. Questa specialità nata a Catania venne realizzata come omaggio culinario alla più celebre opera del compositore Vincenzo Bellini, “LA NORMA”. Si tratta di un piatto gustoso condito con salsa di pomodoro fresco, e con l’aggiunta successiva di melanzane fritte, foglie di basilico fresco e una grattugiata di ricotta salata aggiunta a fine cottura. Tutti i profumi mediterranei si uniscono in un solo piatto. Un vero tripudio di sapori. Come avviene per le altre ricette regionali, pur essendo un piatto tipico, originario del versante etneo, è ormai diffuso in tutta l’isola.

Si dice che a dare il nome “Norma” sia stato “Nino Martoglio”, un commediografo catanese, che davanti ad un piatto di pasta condito esclamò: “chista è una vera Norma,” ad indicarne la suprema bontà, paragonandola al capolavoro del grande compositore Vincenzo Bellini, al quale è dedicato il Teatro Massimo di Catania.

Probabilmente, l’espressione era già in uso a Catania dove tutto ciò che rappresentava un’eccellenza veniva ribattezzato “alla norma” (significa, fatto a regola d’arte), ma la sua battuta passò alla storia e finì per indicare il primo piatto più caratteristico del catanese. Questo episodio sarebbe avvenuto molti anni dopo la prima dell’opera. La Norma ha infatti esordito alla Scala di Milano nel 1831, mentre l’esclamazione di Martoglio sarebbe avvenuta intorno al 900.

Altri, invece, sostengono che a dare il nome “Norma” fu un cuoco siciliano che per sollevare il morale del compositore che attraversava mesi difficili per l’esordio alla Scala che si era rivelato un fiasco, in quanto all’epoca la critica era molto avversa a Bellini e a Giuditta Pasta, prima donna e soprano della Norma, questo cuoco siciliano avrebbe perfezionato il piatto siciliano, profumato, colorato, soave come l’opera, proprio per servirlo al tavolo di Bellini.

Una vera e propria questione riguarda soprattutto il tipo di ricotta da grattugiare sopra. Alcuni dicono che la ricotta deve essere quella infornata il cui sapore completamente diverso da quella salata, infatti è più dolce. Ma la ricetta originale prevede la ricotta salata che è un formaggio tipico catanese.

La pasta da utilizzare sarebbero i maccheroni, oppure le penne, gli spaghetti. Mentre nel trapanese, fanno l’uso di pasta “busiata” si tratta di un formato di pasta a base di semola di grano duro ed acqua ed a lenta essiccazione, lavorato con il classico “buso” ossia il ferretto da cui prende il nome. Quanto alle melanzane, alcuni preferiscono tagliarle a dadini e fritte o cucinate in padella.

È importante per la buona riuscita della ricetta eliminare il sapore amarognolo delle melanzane, quindi prima di cucinarle, dopo averle tagliate bisogna mettere il sale grosso e lasciarle sgocciolare su un colapasta. Bisogna lasciarle così almeno mezz’ora. Così l’amaro va via. Asciugarle e passarle in olio caldo in una padella di ferro. Una volta dorate salarle e alternare con carta assorbente.

Voglio ricordare, che la melanzana, comparve in Sicilia intorno al 1300. Le fu subito riservata la più calorosa accoglienza e in breve apparvero i più rinomati piatti siciliani, la caponata, la parmigiana, le polpette e gli involtini di melanzane e la Norma.

Si tratta ad ogni caso di ricette gustosissime che racchiudono il sapore della cucina mediterranea.

Oggi, la pasta alla Norma, non solo è uno dei piatti italiani più conosciuti nel mondo, ma è cosi affermato nella cultura sicula che è stata dedicata una “Giornata Nazionale della Pasta alla Norma” il 23 settembre.

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