Sono trascorsi tre anni dalla chiusura in Germania di quattro consolati italiani. Con un colpo di spugna furono radiati Amburgo, Mannheim, Norimberga e Saarbrücken. Risparmio per lo Stato italiano? In sostanza zero. Potenziamento dei servizi tramite internet? In pratica zero. Evoluzione dell’immagine della nostra rete consolare in Germania? In concreto zero.
I servizi consolari in Germania sono carenti, o almeno così sono giudicati dalla stragrande maggioranza degli utenti (circa 700.000 italiani, con numerosissimi tedeschi e cittadini di altra nazionalità). La comunicazione esterna delle nostre rappresentanze consolari lascia molto a desiderare. Aumentano gli attriti anche nell’erogazione dei più elementari servizi al cittadino.
Lanciamo pertanto un tentativo di critica costruttiva. Perché costruttiva? Perché dopo aver segnalato le frizioni più ricorrenti e gli attriti più fastidiosi -il che rientra pienamente nei nostri compiti di periodico italiano in Germania -avanzeremo delle proposte di proposte (il gioco di parole è voluto) ai legittimi rappresentanti degli italiani (membri CGIE, Comites, senatori e deputati eletti nella circoscrizione estero), affinché vogliano affrontare l’amministrazione italiana in Germana (Ambasciatore e consoli) con argomenti pratici e dettagliati.
Segue, quindi, un nostro modesto contributo alla serietà e alla concretezza nello svolgimento del mandato.
1) La comunicazione con gli utenti, ovvero “Io chiamo e nessuno mi sente”. Il servizio telefonico è, di fatto, sparito dalla rete consolare in Germania. Non è accettabile però che una collettività italiana all’estero sia privata della possibilità di chiamare telefonicamente il proprio consolato. Una realtà tanto più fastidiosa, se si pensa che sulle pagine web dei nostri consolati i numeri di telefono dei singoli reparti siano indicati come attivi e con tanto di orario d’ufficio. Quando poi l’utente chiama, spesso non risponde nessuno (nemmeno una segreteria telefonica che ti rimandi a un’altra parte, ma solo uno squillo a vuoto) e il passo verso la sensazione di essere presi in giro diventa pertanto molto breve. I nostri rappresentanti eletti potrebbero avanzare la seguente proposta: basterebbe un’ora di consulenza telefonica al giorno, curata dai singoli reparti consolari (anagrafe, stato civile, passaporti, carta d’Identità, Assistenza sociale e via dicendo), per ripristinare la pace e un minimo di comunicazione tra i consolati e i propri utenti.
2) Servizio solo su appuntamento, ovvero “ si fa prima ad avere un trapianto del rene”. Sono in tanti a credere che il “servizio solo su appuntamento”, anche dal punto di vista giuridico, non sia compatibile con l’erogazione dei servizi statali e con la vera natura, con l’etica cioè del servizio consolare. La difesa e la cura dei connazionali residenti all’estero “solo su appuntamento”? Immaginate un cittadino italiano che si presenta al suo municipio per la carta d’identità e che è rispedito a casa perché privo d’appuntamento? Immaginate un qualsiasi utente sul territorio nazionale che non sia accolto in Questura perché privo d’appuntamento?
Ora non si capisce il perché i consoli in Germania abbiano chiuso le porte in faccia ai connazionali a essi affidati, per aprirle solo un poco alla volta previi sudatissimi appuntamenti. Nessuno risponde al telefono. Ti fissano un appuntamento online dopo sei settimane. E se poi ti saltano i nervi, te ne fanno pure una colpa? In questo caso i nostri eroi eletti all’estero potrebbero distinguersi con la seguente proposta: appuntamenti sì, ma solo per gli orari pomeridiani di maggiore affluenza. Per gli altri orari, ingresso agevolato per chi ha un appuntamento ma accettazione di tutto il restante pubblico, il quale naturalmente si metterebbe in coda, lasciando la precedenza a chi ha già stabilito un appuntamento.
Seguiranno altre due puntate su temi specifici.