“Otherwise different” è un progetto focalizzato sul superamento del pregiudizio e sulla creazione di un clima che eviti la discriminazione e la mentalità che la genera. Non si tratta di dialogo interreligioso in senso teologico ma di dialogo tra esponenti di religioni differenti che vivono spesso sulla propria pelle episodi e clima di discriminazione.
Il progetto vede come partners italiani Srf Società di ricerca e formazione di Torino, Gea società di mediazione culturale a Vicenza, l’Università di Sofia come partner bulgaro e Cgil-Bildungswerk per la Germania. La durata del progetto è di 18 mesi e prevede un’attività di ricerca nei tre Paesi e l’organizzazione di riunioni con gruppi di giovani ebrei e musulmani per stimolare il dialogo tra loro.
Una delegazione di ogni Paese partner si recherà nel maggio 2010 a Torino per partecipare alle riprese di un talk-show sul tema della discriminazione e del dialogo. Le riprese del talk show e altri contributi filmati saranno poi riversati su un dvd che potrà essere distribuito alle scuole e agli enti di formazione come materiale didattico.
L’idea è che tolleranza e solidarietà debbano uscire dalla logica dello slogan e debbano diventare oggetto della normalità del vivere la vita di tutti i giorni. La gestione della diversità deve avere una forte priorità nella gestione della vita di una società.
Nel corso del meeting internazionale che si è tenuto a Sofia dal 20 al 24 gennaio 2010, il prof. Dario Padovan dell’Università di Torino ha dichiarato: il razzismo ed il pregiudizio sono pericolosi non solo per la coesione sociale, ma anche perché rischiano di sostituirsi ai valori sociali della democrazia e venire riconosciuti come ideologia.
L’antisemitismo sembra poggiar sempre di più sulla percezione degli ebrei come gruppo chiuso e cospirativo, sempre più legato ad una logica sionista che alla partecipazione alla vita civile e sociale del paese in cui risiede. Lo stesso trend si misura anche nell’analisi della islamofobia dove l’atteggiamento antisionistico viene sostituito dalla paura del fondamentalismo islamico.
Un’analisi generalizzata mostra che chi ha pregiudizi, normalmente li ha su tutti i “diversi” e non solo su qualcuno o su un gruppo. Per questo si parla di una sorta di pregiudizio simultaneo, di una generalizzata paura dell’altro e del diverso. Una discriminazione indiscriminata che sembra sostenere la logica del gruppo che difende se stesso e percepisce tutto ciò che è diverso come minaccia o pericolo.
Le forze politiche che ignorano questo tipo di atteggiamento che viene dalla base rischiano di rendere veloce la crescita di un clima razzista grazie anche all’indebolimento delle garanzie democratiche previste dalla legge. Da qui la necessità e l’urgenza di promuovere soprattutto presso le giovani generazioni europee una percezione positiva e costruttiva del diverso, anche per evitare derive razziste e antidemocratiche.