Chi ci è passato, ricorda con orrore quella maledetta quarta elementare quando preghi, più che mai, che il tuo bambino non si ammali o che non succeda qualche altra cosa che lo distragga dall’andamento scolastico. È chiaro anche il ricordo dell’attesa al di un giudizio quasi inappellabile: tuo figlio è idoneo oppure tuo figlio non è idoneo. Idoneo a che cosa? A frequentare le scuole superiori, semplice.
Questa è la regola, questo è il sistema scolastico tedesco ed è inutile ricordarne gli effetti devastanti in seno alle famiglie operaie, alle famiglie con reddito più basso o con altri problemi di integrazione sociale. Nell’ultimo mezzo secolo i figli degli italiani in Germania sono stati esclusi in massa dagli studi superiori a causa di questo sistema che penalizza gli scolari con scarso rendimento proprio in tedesco ed in matematica.
Nel Saarland questo incubo pare ora finito. Anche gli italiani sembrano godere degli effetti delle ultime elezioni regionali con un governo formato da democristiani, liberali e verdi. Questo primo accordo di governo dai colori giamaicani nella storia della Repubblica federale ha effettivamente abolito la “Empfehlung” quella sorta di certificato di idoneità per l’accesso ai ginnasi tedeschi dopo la scuola elementare.
Anzi, prima della scuola elementare, visto che la brutale “Empfehlung” era espressa con la pagella del primo semestre della quarta elementare. Klaus Kessler dei Verdi, neo eletto ministro della pubblica istruzione del gabinetto Müller ha annunciato l’importante regola con l’intenzione di voler spostare la responsabilità delle decisioni scolastiche, in modo più incisivo, dagli insegnanti ai genitori.
Sono loro, infatti, i naturali destinatari del mandato di educazione dei propri figli. Il ministro Kessler ha reso però obbligatorio un colloquio con l’insegnante di classe, prima di prendere la definitiva decisione sul percorso scolastico verso la Realschule, la Gesamtschule o il Gymnasium. Cosa succederà? Un’inondazione di bambini italiani negli austeri ginnasi del Saarland? Certamente no. Non è neanche detto che si registrerà un sensibile incremento della frequenza italiana di queste scuole superiori.
La distanza tra le famiglie operaie ed i ginnasi non si accorcerà. Questa distanza tra un tipo di scuola elitario e gli appartenenti ai ceti bassi era voluta e certamente resterà. I genitori italiani che si aggireranno nei corridoi dei ginnasi con una buona porzione di autostima ed una certa sicurezza di sé resteranno ancora a lungo un’eccezione che conferma la regola. Quello che il governo del Saarland ha abolito non è, infatti, la diseguaglianza sociale.
Quel Ministro della pubblica istruzione ha semplicemente evitato un rischio. Il rischio di decidere sul destino di un bambino che forse ha riportato qualche voto scarso per qualche motivo che nulla c‘ entra con i suoi talenti, inclinazioni ed intelligenza (per esempio la nevrosi del suo insegnante o i litigi in casa tra mamma e papà). La decisione saarlandese dimostra un’altra cosa: la chiave dei problemi scolastici per i nostri figli va cercata anche nella politica dei Länder, tra i banchi dei singoli parlamenti regionali e non necessariamente tra i banchi di scuola.
Speriamo che se ne accorgano anche i dirigenti scolastici italiani in Germania presso i consolati italiani (se ancora aperti) con i loro rispettivi consoli e consoli generali, i quali, per legge, sono i nostri provveditori agli studi. E che Dio ce la mandi buona.