È stato lanciato un grido d’allarme sulla formazione dei giovani e sulla "affidabilità" delle notizie on-line dall’associazione ClubMedia- Italie, che riunisce i giornalisti italiani in Europa. A Bruxelles, presso il Parlamento europeo, si sono riuniti alcuni rappresentanti della carta stampata e delle agenzie europee che, alla presenza del vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella e del presidente della Fnsi Franco Siddi, hanno discusso sul futuro del giornalismo.
Nel suo intervento Pittella ha posto l’accento sulla necessità di mantenere fermi i capisaldi della stampa, quali la libertà d’espressione e l’autonomia e per questo ha invocato nuove riforme. Lorenzo Consoli, presidente de l’Association de la Presse Internationale e corrispondente di Apcom a Bruxelles, ha dato una sferzata all’assemblea con una denuncia chiara dei soprusi che avvengono nel mondo dell’informazione e ha sottolineato la preoccupazione generalizzata di tutta stampa internazionale a Bruxelles e delle agenzie in particolare. Consoli ha anche sollevato il problema della qualità del lavoro ripreso dalla collega dell’Ansa, Maria Laura Franciosi, che ha auspicato la nascita di un Master di giornalismo europeo per dare maggiore professionalità ai giornalisti accreditati presso le istituzioni.
Franco Po, referente per i giornalisti italiani all’estero, a far le veci a Bruxelles del presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha messo in evidenza l’incompatibilità fra il giornalismo di qualità e le retribuzioni irrisorie degli articoli. Inoltre ha voluto più volte sottolineare la sua preoccupazione rispetto agli 800 giovani che si presentano al concorso per giornalisti chiedendosi cosa si può offrir loro in futuro. Il direttore generale della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, ha poi evidenziato, grazie ad una prestigiosa memoria storica, analogie e confronti con la crisi degli anni ’70 che, in maniera costruttiva, portarono alla legge 416. "Solo che allora", ha evidenziato Tartaglia, "la tecnologia ha salvato l’editoria mentre oggi essa costituisce una minaccia".
A concludere i lavori è stato Paolo Valenti, presidente di ClubMediaItalie, che ha dato ulteriore risonanza allo scenario preoccupante dell’informazione in Europa senza però versare nel fatalismo, ricordando che il giornalismo italiano è un settore d’eccellenza che va sostenuto e soprattutto tutelato.