Ottobre 2013 e la Regione Puglia emana la prima delibera contro la Xylella, il batterio killer indicato come la principale causa del Complesso del disseccamento rapido degli olivi (CoDiRo), ma l’infezione è presente ormai da tempo negli alberi d’olivo e il tempo passa. Inizio 2015 viene nominato Commissario straordinario Giuseppe Silletti, già comandante del Corpo Forestale dello Stato in Puglia che avvia un piano per contrastare l’espandersi del batterio. L’Europa fissa le direttive che prevedono l’uso massiccio di pesticidi in tutta la provincia di Lecce. Il “Piano Silletti” cade come una vera e propria scure sul Salento. La parola d’ordine: eradicazione. Vengono identificati e contrassegnati con una croce rossa gli alberi da abbattere e pianifica la creazione di una fascia di contenimento, che altro non è che una barriera per impedire alla Xylella di propagarsi verso Nord e che, di fatto pare mettere in una sorte di quarantena tutta la parte infetta a Sud.

Il piano suona come una condanna a morte, ma il grido silenzioso di quegli alberi d’ulivo secolari trova la sua voce nella popolazione salentina. La popolazione insorge, vuole capire e chiede certezze e spiegazioni. I più disperati sono gli anziani ed esperti contadini che non si rassegnano e indicano come causa della malattia l’abbandono e l’incuria, a loro dire, facilmente aggredibile con antichi rimedi come ad esempio il solfato di rame e calce. Alcune associazioni vantano di aver così salvato dall’essiccamento diversi alberi d’ulivo e accendono speranze. La domenica delle Palme, migliaia di salentini, richiamati dall’innato spirito di appartenenza alla propria terra e alle proprie radici scendono in piazza Sant’Oronzo a Lecce armati di ramoscelli d’ulivo. Sui social si crea il movimento con hashtag #difendiAMOgliulivi al quale aderiscono personaggi famosi come ad esempio Pino Aprile, Fernando Blasi dei Sud Sound System, Claudia Gerini, Emma Marrone ecc.

La pagina facebook “Tutti in piazza per difendere gli ulivi del Salento” diventa punto di incontro e confronto cruciale per la divulgazione e la condivisione delle informazioni che giornalmente subiscono aggiornamenti e variazioni. Arriva la TV e vanno in onda alcuni servizi dal Salento, tra cui le Iene con Nadia Toffa che pongono ulteriori quesiti a quelli già esistenti. Ovunque nei comuni salentini si tengono dibattiti pubblici e convegni che scaldano gli animi dei presenti.

Prendono piede diverse scuole di pensiero, si paventano scenari devastanti e apocalittici e come sempre quando accadono avvenimenti straordinari che coinvolgono interessi economici, si fa addirittura largo persino la tesi del complotto che vede in Monsanto il “puparo OGM” che terrebbe le fila nell’inganno universale. Ma nel marasma dei vari sospetti, gli esperti e professionisti del settore continuano a indagare. Si susseguono, seppur contrastanti i pareri di esperti, di agronomi, biologi. Vengono stilate perizie e pareri di ogni tipo. Con il passare dei giorni le cause certe del disseccamento rapido dell’ulivo sembrano diventare sempre più incerte. Si esprimono centri specializzati, virologi dello CNR di Bari, ricercatori, scienziati e professori universitari dell’Università del Salento. Appare sempre più chiaro che il problema sia stato sottovalutato. I salentini legittimamente si chiedono chi siano i responsabili di cotanta leggerezza fatale. In una regione già messa duramente alla prova dalla crisi economica, dalla disoccupazione, dall’agricoltura in ginocchio, dalla nuova povertà che vede ancora una volta nella storia interi nuclei famigliari emigrare per necessità.

Le prime eradicazioni partono a Oria nel Brindisino. Decine di salentini di ogni età si recano sul posto e si mobilitano per sensibilizzare anche chi esegue gli ordini. Pianti e urla accompagnano l’abbattimento dei primi alberi e i giovani salgono sugli ulivi contrassegnati bloccando così l’intervento degli operatori e dei forestali. Nel giro di poche ore si insediano presidi permanenti a tutt’oggi attivi anche a Veglie località “La Duchessa” e a Leverano loc. “Albaro”. I salentini continuano a chiedere riscontri scientifici certi . Chiedono maggiore spinta alla ricerca, chiedono il coinvolgimento di ogni istituzione scientifica. Un folto comitato si è recato presso il tribunale di Lecce e ha consegnato nelle mani di un magistrato un documento che manifesta il pieno sostegno alla Procura di Lecce che indaga sulla questione Xylella.

Non si trascura nulla e l’impegno e trasversale. La ong Peacelink da un importante contributo alla difesa degli ulivi interpellando l’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, che afferma “non ci sono prove scientifiche che la Xylella o i funghi siano la causa primaria dell’essiccamento rapido” ma purtroppo non basta e le ricerche non sono ancora sufficienti. Il Tar del Lazio sospende fino al 6 maggio le eradicazioni ma nel frattempo il 28.04.2015 arriva da Bruxelles la decisione del Comitato Ue per la salute delle piante: saranno applicate misure più radicali per le zone della Puglia a Nord colpite dai focolai di Xylella, con l’eradicazione non solo degli ulivi malati ma anche di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, e una tutela del Salento, dove verranno tagliate solo le piante malate ed eseguiti test su quelle circostanti e “la possibilità di applicare misure di contenimento nell’intera provincia di Lecce, dove l’eradicazione non è più possibile”. Purtroppo non è ancora dato sapere quali saranno le conseguenze effettive e quali scenari si apriranno sul territorio. La popolazione salentina in questa battaglia si sta dimostrando forte e coraggiosa come i suoi ulivi millenari e, nonostante il grande senso di abbandono che pervade gli animi, continuerà la sua lotta per salvare gli ulivi e la propria storia.