Lo scorso 16 ottobre è scaduto il termine per il versamento della prima rata relativa alla Tasi, imposta unica a cui sono assoggettati i residenti in Italia proprietari di una sola unità immobiliare. I cittadini italiani residenti oltre confine, non pensionati, continueranno a pagare sulla loro abitazione in Italia, finchè nessuna iniziativa parlamentare sarà intrapresa a difesa dei loro interessi, un’imposta fiscale quattro volte superiore rispetto a quella dei loro connazionali residenti sul territorio nazionale, essendo essi assoggettati sia al pagamento dell’Imu che della Tasi, ed a sopportare gli interi costi relativi ai servizi nonostante il loro parziale utilizzo.
Si ha ragione di credere, fino a prova contraria, che gli eletti oltre confine presso il Parlamento italiano abbiano archiviato la questione, salvo riproporla eventualmente in prossimità delle nuove elezioni. Le promesse fatte successivamente all’approvazione della misura prevista per i pensionati, che, a loro dire, avrebbe dovuto costituire il primo passo verso una soluzione definitiva, sono state sinora puntualmente disattese. Non si registrano infatti iniziative in tal senso nè nell’immediato nè in prospettiva.
Anche il promesso impegno da parte dei deputati Pd di fare estendere a favore degli italiani all’estero le riduzioni previste, prefiggendosi a tale scopo un incontro con il presidente dell’Ance Fassino per una sensibilizzazione dei Comuni, è rimasto lettera morta. Non si può giustificare l’attuale immobilismo prendendo a pretesto le difficoltà economiche dello Stato italiano o in nome di una tempistica inopportuna, chiamando intanto a contribuire in modo discriminatorio gli italiani all’estero.
La tassazione imposta è ingiusta, spropositata, speculativa e penalizzante e pertanto a maggior ragione più insopportabile. Questo vero e proprio saccheggio perpetrato nei confronti di chi ha già dato e dà al Paese, con sacrificio, con amore e fedeltà, investendo soldi guadagnati all’estero, deve finalmente cessare! È scandaloso, da parte del nuovo governo, condonare gli italiani che hanno portato i loro capitali all’estero per il rientro di questi capitali in Italia e speculare sui soldi guadagnati all’estero dagli italiani che investono in Italia sulle proprie abitazioni!
I partiti presenti in emigrazione, i Comites, le forze sociali, sono invitati, per un senso di solidarietà, ognuno secondo il proprio ruolo, a fornire la loro solidarietà per contribuire alla soluzione di questo annoso problema che coinvolge buona parte dell’emigrazione, anche la nuova, costituendo esso una ulteriore dimostrazione dello scarso interesse e rispetto da parte dello Stato italiano nei confronti delle problematiche degli italiani all’estero.
I parlamentari eletti oltre confine, qualsiasi sia il loro schieramento di appartenenza, non possono nascondersi dietro promesse non mantenute, pretesti vari ed evocare la problematica solo a scopo propagandistico. E‘ ora di dare dimostrazione tangente di ciò che intendono intraprendere nell’immediato a tal riguardo!