I media per gli italiani all’estero, in questi anni, stanno rivalutando il loro ruolo e la loro identità. C’è una nuova attenzione che prende due direzioni. Da una parte si punta sulla specificità dei servizi informativi, dall’altra sulla capacità d’incidenza nel mondo dei testimoni della storica emigrazione italiana e in quella delle giovani generazioni, che costituiscono il fenomeno emergente della nuova mobilità. In questo contesto, anche il volto del nostro mensile sta cambiando.
Così, consapevoli dei nostri limiti, ci inseriamo in un dibattito che coinvolge direttori e giornalisti, responsabili di enti nazionali e regionali, tutte persone che hanno toccato con mano l’abbandono subìto dall’«altra Italia» a opera degli ultimi governi italiani, colpevoli di non aver saputo valorizzare il patrimonio storico identitario e le potenzialità dei connazionali all’estero, anche in termini di investimento.
Invece, il rapporto tra le «due Italie» è una realtà che deve essere promossa, allo scopo di trarne benefici dal punto di vista umano, culturale ed economico. Traguardi, questi, che esigono un’informazione adeguata, aggiornata e qualificata. Nella rivoluzione in atto nel mondo dei media, i problemi non sono legati solo alle difficoltà economiche e all’adeguamento alle nuove tendenze tecnologiche.
È necessario un ripensamento più ampio: bisogna rivolgere un costante interesse alle problematiche emergenti e ai vissuti esperienziali nel Paese d’origine e nei Paesi di elezione dei lettori. A fronte della graduale diminuzione dei «vecchi» lettori, c’è la speranza che le attuali mobilità, formate nella maggioranza da nuove generazioni, possano mantenere un motivato legame con la terra natale nella quale sono cresciuti, continuando a rafforzare la conoscenza del patrimonio culturale e sociale che l’Italia da sempre offre al mondo.
Rivolgendosi ai lettori residenti in continenti diversi, uno degli scopi dei nostri strumenti d’informazione è valorizzare la loro identità, senza la quale questi connazionali, formalmente inseriti in una nuova terra, possono rimanere privi di radici. La scelta di aprirsi a tematiche generali, di conseguenza, può arricchire i media rivolti agli italiani all’estero, offrendo un servizio migliore e diventando strumento di crescita. Senza soffermarsi sulle cronache locali, l’attenzione si sposta quindi sulle attuali problematiche sociali e politiche, e sulle scadenze internazionali. Tra queste, ci sono ad esempio le prossime elezioni europee.
Come italiani, la proposta dell’Unione europea ci ha coinvolto fin dalla prima ora: la crescita del ruolo dell’Italia nell’Unione sarà fonte di nuove prospettive, non solo nell’ambito occupazionale. Ci sono poi altre questioni di rilevanza mondiale da affrontare, come i fenomeni dell’immigrazione dai Paesi poveri, le istanze nel campo della sanità, della giustizia, della formazione culturale, che possono rendere i nostri media, anche se privi di risorse importanti, pionieri per aperture multiculturali e multietniche: strumenti anche di controinformazione.
È su questa linea che si prospetta il futuro del nostro mensile. Legato alla spiritualità di sant’Antonio di Padova, emigrato dal Portogallo e divenuto uno dei difensori più tenaci dei diritti della persona umana e della famiglia, il giornale continuerà sul suo esempio a valorizzare i rapporti umani e spirituali con i lettori, rivolgendo una particolare attenzione alle problematiche oggi emergenti e al patrimonio culturale che da secoli caratterizza l’Italia nel mondo.