Il suo medico di base diligentemente le prescriveva regolarmente le medicine che lei, come da noi scoperto poi, gettava altrettanto regolarmente nel gabinetto. Questo comportamento era ovviamente assolutamente sbagliato, e portava il medico di base ad incrementare la dose di farmaci che lei in realtà assumeva in modo molto discontinuo, ma di questo problema generale, ovvero l’aderenza alle prescrizioni mediche, ne abbiamo già discusso in un precedente articolo sul Corriere d’Italia (Ottobre 2012). Oggi intendiamo parlare di un altro argomento, ovvero come si gestisce la propria farmacia di casa, con l’intento di dissuadervi dalle pratiche di nonna Lisetta.
PRIMA PARTE: COSA OCCORRE SAPERE
Perchè un farmaco gettato è pericoloso?
Il rilascio di farmaci, anche scaduti nelle acque di scarico come dall’esempio della nonna Lisetta che ricordo con tanto affetto, può creare diversi tipi di rischio, il principale dei quali è legato al principio attivo che potrebbe a questo punto agire in soggetti umani o animali diversi da quelli per i quali era stato studiato. Ma non solo il principio attivo, anche conservanti od altri ingredienti, i cosidetti eccepienti, potrebbero creare pericolosi rischi, sia per le loro caratteristiche farmacologiche sia per quelle chimiche (acidità, corrosività ecc.).
Cosa succede al farmaco una volta gettato?
Una volta che il farmaco viene gettato nell’immondizia o nel gabinetto, il rischio maggiore è che possa andare ad inquinare le acque. La contaminazione delle acque da parte di prodotti farmaceutici ha avuto il suo ruolo importante in tema ambientale a partire dagli anni  ’90. In aggiunta a possibili rilasci in acque di scarico di farmaci scaduti o meno, la maggiorparte dei farmaci e dei loro prodotti metabolici dopo l’assunzione, vengono comunque escreti tramite le urine o con le feci. Il problema è che la stragrande maggioranza degli impianti cittadini per il trattamento delle acque non sono disegnati per eliminare farmaci, che quindi potrebbero passare attraverso i vari sistemi di filtraggio e purificazione e andare ad inquinare fiumi e falde acquifere. In qualche caso alcuni farmaci sono purificati, come ad esempio gli antidolorifici Ibuprofene e Naproxene che vengono ridotti al 10% una volta passati attraverso il trattamento delle acque fognarie, ma normalmente ciò non avviene. Inoltre, i farmaci rimossi dalle acque fognarie vanno a concentrarsi nei fanghi, che molto spesso vengono utilizzati come fertilizzanti nell’agricoltura, ritornando così in ciclo per un’altra via. La buona notizia e che in alcune città del sud della Germania sono stati inaugurati impianti di depurazione che utilizzano carbone attivo. Le sostanze farmaceutiche si fissano sulla polvere di carbone attivo che viene poi estratta una ventina di giorni dopo dal bacino di sedimentazione. Questa nuova tecnologia permette di rimuovere dalle acque fognarie non solo residui di medicinali o ormoni delle pillole contraccettive, ma anche fosforo, resti di pesticidi, insetticidi, cosmetici o prodotti di pulizia che finendo nei corsi d’acqua causerebbero malformazioni, disfunzioni o sterilità nei pesci. Infine, farmaci gettati nella spazzatura indifferenziata, nel caso che vengano differiti ad una discarica potrebbero nel tempo, percolare nella falda acquifera ed inquinare l’acqua che presto o tardi ritornerà sulla nostra tavola, direttamente, o in quanto utilizzata per irrigare i campi.
.. e l’acqua potabile?
Uno studio condotto negli USA nel 2000 ha scoperto quantità misurabile di farmaci nel 80% dei campioni di acqua prelevati in 139 sorgenti. I farmaci più frequentemente rilevati erano antibiotici, antidepressivi, farmaci dimagranti, antipertensivi, ormoni quali estrogeni e testosterone) ed ovviamente farmaci antidolorifici. Inoltre, quando l’acqua prelevata dalla falda acquifera viene trattata per renderla potabile, anche in questo caso la purificazione dai farmaci non è prevista. Nel 2008 alcuni giornalisti americani pubblicarono i risultati di analisi effettuate sull’acqua di ventiquattro metropoli statunitensi che evidenziavano la presenza di farmaci, seppure in tracce. Un altro studio, eseguito nel 2010 confermava la presenza di antidepressivi, antibiotici, antipertensivi, tranquillanti anche se sotto i livelli minimi supposti aveva un effetto sugli uomini. Tuttavia, non è noto cosa possa succedere quando nel tempo si assumuno inconsapevolmente una serie di farmaci in tracce anche considerando che singolarmente sono a livelli minimi ma sommati insieme potrebbero avere degli effetti sugli organi bersaglio, come accade con gli ormoni sessuali. Si può per esempio ipotizzare che la già osservata pubertà anticipata abbia una qualche relazione con l’aumentata esposizione dei bambini a ormoni sessuali, contenuti anche negli alimenti di origine animale della nostra dieta. Ma se non si sa ancora cosa stia succedendo all’uomo, si ha già un’idea di cosa stia capitando alle specie che vivono in acqua, sopratutto i pesci. Numerosi studi hanno dimostrato l’effetto femminizzante causato dagli estrogeni sui pesci di sesso maschile. La sorgente dell’inquinamento da estrogeni è facilmente riconducibile alla pillola anticoncezionale e ai trattamenti ormonali post-menopausali. Un altro gruppo di farmaci molto popolare negli Stati Uniti, gli antidepressivi, sono stati ritrovati nel tessuto cerebrale dei pesci a valle degli scarichi di grosse metropoli.

SECONDA PARTE: CONSIGLI PRATICI OVVERO…. ISTRUZIONI PER L’USO

Come devono essere conservati i farmaci?
I farmaci dopo la data di scadenza potrebbero perdere la loro efficacia e non dovrebbero più essere assunti. Verificate perciò periodicamente la scadenza dei vostri farmaci. Alcuni farmaci potrebbero anche deteriorarsi. Quando disponete i farmaci nella farmacia domestica dovete ricordarvi che luce, calore, umidità potrebbero danneggiare il principio attivo del farmaco; evitate quindi di tenerle in punti dove potrebbero essere esposti a luce o al calore, come in una vetrinetta vicina ad una finestra, o all’umidità come in un bagno o in una cantina. In generale il farmaco va mantenuto a temperatura ambiente. Nel caso debba essere conservato in frigorifero, l’indicazione è normalmente evidenziata sulla confezione ed il farmacista non mancherà di ricordarvelo. Inoltre, è importante prevenire che bambini possano ingerire i vostri farmaci, quindi in generale ma soprattutto se ricevete la visita dei vostri nipoti, ricordatevi di chiudere i farmaci in un luogo non accessibile alle loro piccole ma attive manine.
Cosa si può fare per evitare di inquinare con i farmaci?
In primo luogo dobbiamo gestire con attenzione la nostra farmacia, evitando di farci prescrivere o di comprare farmaci di cui abbiamo già una sufficiente disponibilità. In questo modo eviteremo di portare farmaci alla scadenza, che per alcune tipologie di farmaci è molto breve, e quindi di dover distruggere farmaci non utilizzati. Il problema dei farmaci non utilizzati da eliminare non è solo un problema ecologico, ma anche economico, in quanto in una nazione come la Germania ogni anno vengono comunque eliminati farmaci per un valore stimabile nell’ordine di centinaia di milioni di Euro. Se il medico cambia la prescrizione e abbiamo ancora disponibilità del farmaco, in teoria sarebbe possibile riportarlo al medico, che però secondo le regole vigenti potrebbe prescriverlo solo ad un altro paziente della stessa Krankenkasse. In altre nazioni dell’Unione Europea, come in Italia e Portogallo, esiste una organizzazione non-profit chiamata Banco Farmaceutico, che raccoglie farmaci non scaduti e con una scadenza oltre gli otto mesi per poi ridistribuirli ad altre organizzazioni non profit che si occupano dell’assistenza medica a fasce della popolazioni bisognose, nella stessa nazione o nei paesi in via di sviluppo. Infatti, oggi una fascia di farmaci prescritti dal medico sempre più ampia non è più fornita dal Servizio Sanitario o dalle Krankenkasse al puro pagamento del ticket ma deve essere interamente pagata dal malato, spesso anziano ed indigente. Se si scopre durante una periodica verifica di avere a casa farmaci scaduti, benchè in molte città tedesche sia possibile gettarle nel contenitore della spazzatura indifferenziata per il successivo incenerimento, di sicuro questa non è la soluzione ottimale. Occorre comunque controllare il regolamento locale per la raccolta della spazzatura per verificare cosa fare dei farmaci, ma normalmente le farmacie dovrebbero essere attrezzate a ricevere farmaci scaduti: informatevi presso il vostro farmacista. Infine, in Svezia stanno introducendo un interessante approccio per guidare il medico alla prescrizione di un farmaco. Le autorità hanno classificato i farmaci secondo l’impatto sull’ambiente, chiedendo al curante di prescrivere il farmaco più ecologico rispetto alle possibili opzioni terapeutiche di uguale efficacia disponibili. Rispetto alle attuali disposizioni vigenti anche in Germania, ovvero di prescrivere il farmaco meno costoso, generico se possibile, è un bel passo in avanti!  
In conclusione
Speriamo di avervi convinto non solo della necessità di seguire attentamente le prescrizione del medico ma anche di gestire la farmacia di casa come un bene prezioso, evitando di lasciare scadere i farmaci in quanto oltre a creare un danno economico alla società creiamo poi il problema di dover distruggere i farmaci non utilizzati. E se vi trovate comunque con farmaci scaduti o non più prescritti, chiedete al vostro farmacista cosa farne.