Si sente e si legge spesso che la Germania è la meta preferita degli emigranti italiani. In effetti per i residenti in Germania, appare evidente come il numero degli italiani che arrivano per trovare lavoro sia in costante e rapido aumento. Se possiamo affermare che emigrare per un giovane non è solo una necessità, ma spesso e volentieri è anche una sfida alimentata dalla voglia di conoscere posti nuovi, confrontarsi con altre culture, ecc., per un padre di famiglia, emigrare è quasi sempre sinonimo di necessità.
Spostarsi con una famiglia a carico comporta certamente maggiori preoccupazioni, tra questi la scuola per i figli. Per capire cosa offre la scuola tedesca ai "piccoli" immigrati, abbiamo visitato una scuola: la Realschule plus Paul von Denis di Schifferstadt, una cittadina di circa 20.000 abitanti nel Rheinland Pfalz, sita tra Speyer e Ludwigshafen, tra il Reno e la Weinstraße. Ci ha accolto il sig. Backhaus, un insegnante di sostegno, animatore del progetto "Daz" (Deutsch als Zweiter Sprache, tedesco come seconda lingua). Si tratta di un progetto finalizzato all’insegnamento del tedesco per i piccoli immigrati e al loro inserimento nelle classi scolastiche e nella società.
Backhaus ha risposto volentieri in modo entusiasta alle nostre domande, cominciando col descriverci il progetto. In questo modo abbiamo saputo che il "Daz" ha come scopo insegnare ai bambini immigrati la lingua tedesca, in modo da poterli inserire nella scuola al livello di tutti gli altri compagni. Tecnicamente è suddiviso in due classi, una per coloro che non conoscono affatto la lingua e una di proseguimento. In genere, i bambini vengono inseriti nelle classi gradualmente, cominciano col frequentare di più il "Daz" e riducendo man mano le ore a seconda dei loro progressi. Ma il progetto non si limita al solo insegnamento del tedesco: esso è composto da un pool di 5 insegnanti, i quali, nel doposcuola aiutano i bimbi nello svolgimento dei compiti, integrando le spiegazioni che hanno ricevuto durante le ore di lezione: "il nostro scopo è quello di avere una classe che possa apprendere in modo omogeneo senza per questo rallentare il programma di studio". Backhaus ci ha spiegato come questi corsi, che sono riservati agli studenti della scuola, sono parte integrante della scuola stessa, e come, grazie al contributo del "Kreisverwaltung" (più o meno un ente come la nostra provincia) non vi è alcun costo aggiuntivo per le famiglie.
Moltissimi studenti internazionali di scuole tedesche in tutto il mondo, da diversi decenni imparano il tedesco grazie a questo concetto e il maggior afflusso di immigrati, ha fatto si che tante scuole pubbliche cominciassero ad utilizzarlo e con risultati molto positivi. Incuriositi nel vedere tante nazionalità e culture diverse, chiediamo al sig. Backhaus come riesce a svolgere il suo compito, se questi bambini si rispettano a vicenda e come reagiscono al fatto che tante cose che magari erano permesse nei loro paesi, pur con tutta la comprensione possibile, qui non sono permesse. Per Backhaus è proprio la diversità dei bambini, le loro caratteristiche culturali e la loro molteplicità la parte più eccitante di questo lavoro con loro. Perché, in fin dei conti, ogni bambino ha una sua natura amabile.
„L’inserimento dei bambini che provengono da un contesto migratorio, tenendo conto della loro diversità e differenze culturali, è il nostro sforzo principale, ma allo stesso tempo mettiamo in evidenza la cultura e le leggi tedesche, affinché tra loro e con esse possano agevolmente convivere. Attualmente i bambini che frequentano il "daz" sono circa 40 divisi in due gruppi, e le nazionalità sono oltre 15“. Molto positivo ci è sembrato il fatto che fra i bambini si sia instaurato un ottimo rapporto, tanto è che i bambini più grandi aiutano i professori nella comunicazione con i loro connazionali appena arrivati. Backhaus ci racconta anche che in questa scuola c’è qualche bambino italiano, e che grazie alla vicinanza della cultura e dell’amicizia dei nostri paesi, l’integrazione per essi è particolarmente agevolata: 20 di loro hanno conseguito lo scorso anno i diplomi di a2 e b1.
Altrettanto bello e di buon auspicio è il fatto che molti di questi bambini che arrivano da contesti di emigrazione vogliono avere successo nella vita tramite lavoro ma anche nel mettersi a disposizione come mediatori culturali, facilitatori e ponti fra le loro culture e quella tedesca. Chiediamo quindi se secondo lui è vero che, come si sente spesso, i ragazzi immigrati siano indirizzati verso professioni più manuali. Ci risponde di non avere dati statistici per poter confermare o meno questo fenomeno, ma aggiunge pero: "so che tanti miei ex studenti,frequentano l’Università". Comunque l’impressione nostra dopo questa visita è che i genitori di piccoli immigrati, sotto questo punto di vista possono stare tranquilli, i loro figli nella scuola tedesca non vengono abbandonati a se stessi.
Questa impressione ci pare confermata anche dalle ultime parole del signor Backhaus: "la gioia più grande per un professore è vedere come i propri studenti, grazie a tutto il lavoro che c’ è sotto, facciano progressi rapidi e costanti".