Si è sempre meridionali di qualcuno. Nello scorso numero abbiamo raccontato dell’incontro Merkel-Renzi e di come la Cancelliera può permettersi di osservare da una posizione dominante tutte le mosse degli altri premier europei, un poco arrancanti per quelle difficoltà economiche, che in Italia sembrano essere peggiori che altrove. Negli Stai Uniti i ruoli s’invertono. Sembra che in quella situazione sia la Signora Merkel obbligata a fare buon viso e cattivo gioco. Un gioco che non esclude lo spionaggio stile anni cinquanta.
Nella sua visita del 2 maggio scorso a Barack Obama, un viaggio breve di ventiquattr’ore, la Cancelliera Angela Merkel ha avuto, infatti, il tempo di toccare gli argomenti attuali come la crisi in Ucraina e la liberalizzazione del commercio ma per quanto riguarda la vera crisi USA-Germania solo qualche accenno. È giusto ricordare quanto saltato fuori qualche mese fa con la notizia che il servizio segreto americano NSA non ha avuto niente di meglio da fare che mettere sotto controllo i telefoni della Cancelliera della Repubblica Federale di Germania.
Il maggiore Partner economico e militare degli stati Uniti in Europa. Una vera e propria doccia fredda per tutti i credenti nella lealtà dell’amico e alleato americano. Però, e questo è un fatto da tutti risaputo, gli americani non fanno lo spionaggio a casaccio. Dopo l’11 settembre, dopo l’atteggiamento, un poco zarista, di Vladimir Putin, gli amici americani hanno ritenuto opportuno controllare e prevenire le mosse del capo di governo di una nazione che è molto dipendente dalla Federazione Russa e che è fortemente condizionata dalla storia che la vuole aggressore e sterminatore in quel territorio.
Angela Merkel poco ferma nei confronti di Putin? E allora andiamo ad ascoltare cosa pensa e cosa dica il Partner traballante. Così hanno pensato i servizi segreti americani, conformemente al loro mandato di sicurezza nazionale. Concetti come la lealtà non hanno grandi spazi nelle menti degli 007. Ora però, gli osservatori sono certi di aver captato qualcosa che sembra incrinare ancora di più i rapporti Obama-Merkel. Pare che tra i due non riesca a sbocciare la simpatia. Solo un rapporto contrassegnato da pragmatismo senza amore.
Non manca, infatti, un pizzico di arroganza nei confronti dell’ospite tedesca, quando Barack Obama, al termine del vertice incontra la stampa con la Merkel e comincia a parlare di crisi interna e di altri argomenti che con l’ospite al suo fianco c’entrano come i cavoli a merenda. Non è sfuggito lo sguardo disinteressato di Angela che ha preso atto poco dopo delle dichiarazioni di amicizia del Presidente Americano. Dichiarazioni ripetute troppo spesso, quasi per convincere tutti quelli che hanno difficoltà a crederci.
La cancelliera Merkel, dal canto suo, ha evitato di rispondere alle domande mirate a chiarire se il rapporto americano- tedesco si fosse ristabilito dopo lo scandalo delle intercettazioni della NSA. La Cancelliera ha dovuto nascondere la delusione scaturita dalle dichiarazioni di Obama, secondo le quali dal punto di vista americano non esistono Paesi esclusi da azioni di spionaggio. Addio alla fiducia? Non c’è tempo per questi sentimenti. È stato Putin a ricordare alla donna più potente del mondo e all’uomo più potente del mondo che è conveniente restare uniti per fare fronte comune al terremoto russo.
Terremoto? Sì perché la crisi in Ucraina tanto ricorda quelle scosse di assestamento che si susseguono dopo il vero e proprio sisma. E andiamoci cauti con i timori di guerre mondiali e altri apocalittici quadri. Non dimentichiamo di avere già assistito allo sfascio dell’impero comunista, alla suddivisione di arsenali atomici da fare spavento anche ai films di fantascienza e alla nascita di nuovi stati manco fossimo tornati nel Medioevo. Tutto questo senza conflitti armati globali. Ed è perciò che dobbiamo mettere la crisi Ucraina nella categoria delle scosse di assestamento.
Ci sono morti, dolorosissime vittime, ma sono vittime sacrificate sulla via della calma e non verso l’esaltazione del conflitto. Gli americani, e questo è un fatto risaputo, non riescono, però, a digerire chi nei confronti della federazione Russa, figlia della Federazione Sovietica, ha una posizione di dipendenza e di pragmatica Realpolitik. Il vertice americano è così terminato: Io mi sto zitta sull’imbarazzante realtà di essere spiata da amici in casa mia (e non da Putin) ed io (Obama) mi sto zitto su uno stile di affrontare la crisi ucraina che il senatore americano Max Macain ha definito “imbarazzante”.
I critici della signora Merkel, soprattutto quelli che vedono in lei la figura dominante all’interno dell’Unione Europea a scapito di chi combatte quotidianamente le conseguenze di una crisi economica asfissiante, non potranno fare a meno di provare un minimo di soddisfazione nel vedere la super potente Angela in preda all’imbarazzo di fronte a uno che è ancora più super potente di lei. Attenzione però: un’Angela Merkel debole oltreoceano significa un’Unione Europea debole.
Un’Unione Europea che rappresenta solo il 4% della popolazione mondiale e che se si sfalda internamente sarà presto travolta dagli andamenti globali. Anche dai terremoti di assestamento, come quello dell’Ucraina che, purtroppo, vediamo tutte le sere alla televisione.