Risulta indagato anche il senatore Aldo Di Biagio (Scelta Civica per l’Italia), nella maxi truffa da 22 milioni di euro ai danni dell’Inps e del Ministero della Giustizia. L’accusa è associazione per delinquere. Gli arrestati sono quattro: le manette sono scattate per gli avvocati, Nicola Staniscia e Gina Tralicci e per un’impiegata dell’Enas in Croazia, Adriana Mezzoli. Ai domiciliari la collaboratrice di studio legale, Barbara Conti.
Il Gip: "443 mila euro a Di Biagio" – Il Gip scrive che il senatore Aldo Di Biagio ha preso parte al sistema fraudolento nella truffa da 22 milioni di euro ad Inps e dicastero Giustizia. Il parlamentare "è risultato direttamente beneficiario finale di 443.589 euro costituiti da assegni circolari".

"Non ho capito di cosa si tratti" – "Non ho capito nemmeno io di che cosa si tratta: mi inquisiscono per aver promosso una causa, quindici anni fa, quando ero responsabile del patronato Enas. Io sono sereno, aspetto solo di conoscere i dettagli di questa vicenda". Lo ha detto all’Agi il senatore. "La mia attività in Scelta Civica, comunque, non c’entra assolutamente nulla", ha concluso. Uomo molto vicino a Fini, Di Biagio è stato capo ufficio Relazioni internazionali dell’allora ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, ed è stato dirigente del sindacato Ugl. In questa legislatura è stato eletto tra gli italiani all’estero nella circoscrizione Europa.

La truffa – Le indagini hanno permesso di scoprire un’organizzazione, con basi in Argentina e Croazia, che sarebbe stata composta dal senatore Di Biagio, da avvocati e collaboratori di un professore universitario dedito all’attività forense e da un funzionario di banca. La truffa consisteva nell’effettuare ricorsi, avverso l’Inps, per ottenere di oneri pensioni e contributi per conto di centinaia di persone residenti all’estero che non ne sapevano nulla o, addirittura, erano decedute. 

La villa a Cortina e i conti offshore – L’associazione avrebbe poi investito parte dei milioni di euro incassati nell’acquisto di una lussuosa villa a Cortina d’Ampezzo e di immobili di pregio a Roma e parte li avrebbe versati su conti corrente aperti in Svizzera, Lussemburgo, Gran Bretagna e Panama, tramite società fiduciarie.