Leggendo le proposte di riforma del min. Calderoli per ridurre i costi della politica, dove propone l’abolizione della Circoscrizione Estero, ho l’impressione che si tratti di una manovra propagandistica per accontentare l’opinione pubblica, colpita duramente dall’ultima finanziaria e infuriata contro i privilegi della "casta" politica italiana.
A parte il fatto che per una simile riforma ci vorrebbero anni e una maggioranza qualificata, cosa che l’attuale Governo non ha e che il problema non è il principio del voto all’estero del cittadino italiano, ma il modo con cui lo si gestisce, qualche riflessione è d’obbligo. Primo: abbiamo qui la solita politica dei proclami e annunci, dove l’esito è incerto o addirittura non si mostra, come il ponte sullo stretto di Messina, le ronde per la sicurezza e così via; secondo: la persona Calderoli, esponente di spicco del Carroccio, hadimostrato che la Lega se ne frega altamente degli italiani all’estero, checchè ne dicano gli esponenti della Lega Nord all’estero.
Con ciò dimostra coerenza con quello che diceva nel passato sugli italiani residenti oltreconfine; basti ricordare gli insulti di Bossi e di Miglio, secondo cui noi saremmo “mafiosi, ignoranti, … non paghiamo le tasse…", ecc. La Lega cambia il pelo, ma non il vizio; terzo: sinceramente me l’aspettavo un "porcellum" nei confronti delle nostre colletttività all‘ estero. È la logica conseguenza della politica della "mannaia" e del "menefreghismo" adottato dal Governo contro le strutture degli italiani all’estero – vedi le chiusure e mutilazioni dei Consolati, dei corsi scolastici, dell’assistenza, della stampa ecc. -, come la svalorizzazione e l’impossibilità di operare degli organi di rappresentanza (Comites/Cgie) a causa dei forti tagli effettuati; quarto: se aggiungiamo che, chi per dovere d’ufficio si dovrebbe far portavoce e battersi per i nostri diritti (e qui mi rifereisco al sottosegretario con delega per gli italiani all’estero sen. Mantica) è in prima fila tra coloro che si dichiarano favorevoli ad abolire la circoscrizione siamo al paradosso!
Chi ha un po‘ di buonsenso dovrebbe capire che per l’attuale Governo non contiamo nulla e che diamo solo fastidio. A questo punto mi chiedo: ma il responsabile del settore Italiani nel mondo del Pdl e consigliere del Presidente del Consiglio per gli italiani nel mondo non ha nulla da dire a tal proposito? E che pensare poi del silenzio totale da parte degli ex "colonnelli di An", con eccezione dell’on. Zacchera?
Proprio da loro, che ora non hanno niente da dire in difesa del voto all’estero, ci aspettavammo un po‘ di coerenza! Proprio da loro, che appartennero a quella Destra politica italiana che si prese a cuore questo tema, presentando nel 1955 la prima proposta di legge sul ‚voto all’estero‘ (sen. Ferretti); che intraprese una decennale battaglia per ottenere questo diritto, definito da Almirante "una conquista di civiltà e democrazia“. Una battaglia portata avanti tenacemente per lunghi anni e conclusa vittoriosamente dall’on. Mirko Tremaglia, segretario generale del Ctim e ‚Padre‘ del voto all’estero.
Noi del Ctim ne siamo orgogliosi e rivendichiamo di avere dato democrazia e rappresentanza a milioni di italiani sparsi nel mondo. È stato pertanto logico e giusto che Tremaglia lasciasse questa maggioranza e negasse la sua fiducia al Governo; non si poteva proseguire di "porcata in porcata" e tantomeno rinnegare il proprio passato ed operato politico in favoredegli italiani all’estero. Siamo certi che il tempo si mostrerà galantuomo.