In questo mese di dicembre quando le copie del Corriere d’Italia arriveranno agli abbonati in Germania, in molte case faranno già bella mostra di sé l’albero di Natale e in qualche caso anche il Presepe. Questa è la tradizione cristiana, anche se nel frattempo il Natale ha assunto significati diversi da quello religioso ed è generalmente vissuto come una festa legata alla famiglia, agli affetti di ogni genere, all’amicizia e alla solidarietà tra i membri della collettività, ricchi o poveri, giovani o vecchi, fortunati o inseguiti da un destino avverso, una festa caratterizzata anche dallo scambio di doni di ogni genere.
Comunque sia, nessuno di noi sul finire dell’anno riesce a sottrarsi al fascino, all’incanto e alla gioia delle feste natalizie. Ci sentiamo più buoni, più comprensivi, più attenti ai problemi del nostro prossimo e più disposti ad aiutarlo nei casi di bisogno. Questo sentimento conquista tutti senza eccezione e finisce per sedurre naturalmente anche le istituzioni di un Paese. Anche di quelle che si trovano all’estero, com’è il caso del Consolato Generale di Colonia che è la rappresentanza ufficiale dello Stato italiano per il territorio del Nord-Reno.
Le attività di un Consolato come quello di Colonia nella cui circoscrizione vivono circa 120mila connazionali italiani sono molto varie, come si può facilmente immaginare. In dicembre poi, con l’approssimarsi delle feste natalizie le attività si raddoppiano o addirittura si triplicano, come accade un po’ dappertutto. Una di queste tante attività che ha coinvolto sin dall’inizio l’attuale Console Generale Emilio Lolli è il pranzo di Natale per i connazionali italiani che si trovano negli istituti penitenziari della sua circoscrizione consolare.
Una tradizione consolidata
“Quando due anni fa sono giunto in Germania – esordisce il Console Lolli nel suo ufficio di Colonia – il pranzo di Natale per detenuti era già una tradizione consolidata, mantenuta in vita dai miei predecessori con il contributo dei ristoratori italiani presenti nelle varie città del Nord-Reno. L’ho trovata molto bella e ovviamente mi sono sentito in dovere di continuarla. Mi hanno aiutato molto quei connazionali che in passato erano già stati coinvolti nell’organizzazione di questo caloroso evento e che si sono dichiarati disponibili a contribuire al rito del pranzo natalizio.
Ed è così già lo scorso Natale ho avuto modo di partecipare a diversi pranzi in alcune carceri e anche quest’anno farò lo stesso”. Come nasce e come si realizza una simile iniziativa, abbiamo chiesto: è il Consolato che chiede alle varie carceri di poter organizzare il pranzo di Natale oppure sono i ristoranti italiani che dichiarano la loro disponibilità e invitano il Console, oppure sono gli stessi detenuti a chiedere di non essere dimenticati in occasione delle feste natalizie dalle varie istituzioni pubbliche o private presenti in Germania? “In realtà – prosegue il Console Lolli – non c’è una formula esclusiva – l’iniziativa può partire dal Consolato italiano, per esempio nel corso della visita consolare che si svolge ogni anno in tutte le carceri in cui ci sono connazionali italiani. Oppure, invece, tutto può partire da un ristoratore che agisce senza il coinvolgimento del Consolato e che entra in contatto con un carcere proponendo direttamente di portare e di servire in un giorno prefissato il pranzo”.
Questo è per esempio il caso del ristorante Saltimbocca di Düsseldorf, il cui proprietario Enrico De Angelis da molti anni ormai mantiene viva con grande entusiasmo questa lodevole usanza. Quest’anno aiutato anche da un altro italiano di Düsseldorf, Franco Calizia del ristorante “La Galleria” e con la generosa sponsorizzazione del “Centro Soriano”, grande magazzino italiano di generi alimentari nella capitale del Nord-Reno-Westfalia, Enrico De Angelis il 22 dicembre porterà un italianissimo pranzo di Natale ai connazionali del carcere di Düsseldorf-Gerresheim. A questo pranzo parteciperanno in veste d’invitati anche il Console Lolli e lo stesso direttore del carcere.
Priorità ai grossi penitenziari
Naturalmente il Console Lolli non può essere presente a tutti pranzi. “I pranzi di Natale non li facciamo in tutte le carceri, non sarebbe possibile anche da un solo punto di vista organizzativo perché dovremmo avere la disponibilità di molti ristoranti” precisa il Console Lolli. “Tutti i detenuti italiani sono importanti per il nostro Consolato, ma per forza di cose dobbiamo dare priorità a quelle carceri, dove ci sono molti italiani, quindi Colonia, Düsseldorf in primo luogo.
Per quanto mi riguarda personalmente – prosegue Lolli – se non ho altri impegni non manco mai di essere presente, da solo o accompagnato da un mio collaboratore. Alla fine siamo poi sempre un bel gruppo, perché accanto ai connazionali detenuti e al ristoratore ci sono anche il direttore e uno o due impiegati del carcere”. Nello scorso Natale il Console Lolli ha partecipato a pranzi svoltosi nelle carceri di Düsseldorf, Rheinbach, Aquisgrana e anche a Wuppertal, quest’ultimo su organizzazione della locale Missione cattolica italiana che lo ha già invitato anche quest’anno. Purtroppo a causa di altri impegni il Console lo scorso anno non ha potuto partecipare al pranzo di Colonia, dove lo ha invece rappresentato il suo diretto collaboratore.
Quest’anno pranzi di Natale per connazionali italiani che si trovano in un penitenziario del Nord-Reno saranno offerti a Colonia dal ristorante “Spencer & Hill, a Solingen dal ristorante “Da Bellanova” di Giuseppe Bellanova e dal ristorante “Di Vino” di Filippo Toia, ad Aquisgrana dal ristorante “Da Salvatore” di Salvatore Tucconi insieme con il ristorante “La Strada” di Dario Gianni che contribuirà con il panettone natalizio, a Ratingen dal ristorante “Lumare zur Grenze” e naturalmente a Düsseldorf dal ristorante “Saltimbocca” di Enrico De Angelis che abbiamo citato prima.
“Quello che vorrei cercare di fare – prosegue il Console Lolli – è riuscire a incontrare tutti i connazionali almeno una volta l’anno, partendo ovviamente dalle carceri in cui ce ne sono di più. In alcuni casi li incontro anche due volte l’anno, una volta quando faccio la visita consolare e poi quando partecipo al pranzo di Natale. La visita consolare è molto utile per sentire le richieste e per risolvere eventuali problemi dei connazionali, come potrebbe essere il rinnovo della carta d’identità. A Natale l’incontro, invece, ha ovviamente un carattere completamente diverso. In quest’occasione l’importante è soprattutto parlare, parlare non tanto di problemi, ma stare un po’ in compagnia in una maniera conviviale”.
Il Natale, insomma, non è soltanto un momento per festeggiare insieme o per scambiarsi regali, ma anche e soprattutto un’occasione unica per dire ai connazionali in carcere che non sono soli e che ci sono persone e istituzioni che li pensano e li seguono, pronti a fare tutto il possibile per alleggerire la loro triste situazione. “Ci tengo molto, approfittando di questo colloquio con Il Corriere d’Italia – sottolinea il Console Lolli – a ringraziare innanzitutto i nostri ristoratori, dicendo loro che quello che fanno è una cosa molto bella, perché esprime lo spirito del Natale che è un dono che viene dal cuore, un dono vero, una solidarietà che ci invita a sentirsi tutti un po’ più vicini. Il messaggio che trasmettiamo ai carcerati è che non veniamo soltanto a farvi compagnia e a portarvi qualcosa da mangiare ma vi portiamo anche lo spirito del Natale. Indipendentemente dall’essere religiosi o meno, ritengo che lo spirito del Natale debba essere un dono disinteressato”.
Generoso spirito tedesco di cooperazione
Un altro messaggio che il Console Lolli ci tiene a trasmettere attraverso le pagine del “Corriere d’Italia” è questo: “Durante le vacanze, soprattutto quelle di Natale, i nostri carcerati sentono più forte la lontananza dalle famiglie e questo è quindi un momento di particolare sofferenza. L’evento del pranzo di Natale è una goccia, lo capisco bene, però secondo me è una goccia importante che cade in un momento in cui la sofferenza della carcerazione è ancora più acuta”.
Il nostro colloquio si sta avviando alla fine, però il Console di Colonia ritiene assolutamente doveroso ringraziare il sistema penitenziario tedesco per il suo spirito di cooperazione. “È un qualcosa che le carceri tedesche fanno sempre in maniera entusiasta e senza mai farcelo pesare. Non va dimenticato che tutto ciò di cui abbiamo parlato nel corso del nostro incontro non sarebbe possibile se le carceri tedesche non dessero la loro piena disponibilità. Questo è un aspetto che mi ha sempre colpito”, confessa il Console Lolli. D’iniziative il Consolato Generale di Colonia ne promuove veramente molte nel corso dell’anno.
Di là dalle sue visite consolari e dai pranzi di Natale, il Console Lolli sta pensando anche alla possibilità di mettere insieme un gruppo di volontari che incoraggino attività durante l’intero arco dell’anno. Per esempio, cosa che già si sta facendo in Italia, si potrebbero avviare attività di scrittura autobiografica, diciamo un tipo di concorso letterario per i connazionali che sono in un penitenziario tedesco. ”Sarebbe davvero bello, mi piacerebbe creare qualcosa del genere in Germania, però ci vogliono assolutamente i volontari”, è la conclusione del Console Generale Emilio Lolli, il quale augura buon Natale a tutti i connazionali soprattutto a quelli che non potrà incontrare.
Foto: Il Console Lolli con lo staff dell’Ufficio Sociale del Consolato Generale di Colonia