Nella foto: Il ministro della Cultura tedesco, Claudia Roth. Foto di Foto: ©Kristian Schuller

GERMANIA – Il ministro della Cultura, Claudia Roth: “Ogni ritorno rafforza e preserva un importante patrimonio culturale”

Il ministro tedesco della Cultura, Claudia Roth ha restituito all’Italia cinque oggetti d’arte che sono stati oggetto di commercio illegale in Germania.

All’Ambasciatore Armando Varricchio sono stati consegnati cinque opere d’arte illecitamente sottratte, tra cui una miniatura su pergamena di Ludovico da Romagnano, un dipinto di Agostino Tassi e un manoscritto di Michel de Nostredame, recuperate in diversi Länder tedeschi: Berlino, Baviera, Baden-Württemberg, Niedersachsen e Amburgo.

Il Ministro Claudia Roth ha dichiarato che “Il commercio illegale di beni culturali è un problema globale. Dobbiamo agire con determinazione a tutti i livelli. Allora possiamo rimediare ai torti accaduti. I ritorni sono molto importanti perché ognuno rafforza e preserva un importante patrimonio culturale. La cooperazione tra Germania e Italia è un buon esempio di pratica di ritorno che funziona. Senza nessun altro Paese europeo si potrebbero ottenere tanti ritorni come con l’Italia”.

L’Ambasciatore Armando Varricchio ha detto che: “Questa cerimonia fornisce un’occasione in cui è possibile dare significato concreto alle parole «amicizia» e «cooperazione». È grazie alla cooperazione tra i nostri due Paesi, tra i loro Governi, la magistratura e le forze di polizia come il Comando per la tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, che è stato possibile arrivare a questo bel risultato”.

Il racconto della miniatura su pergamena di Ludovico da Romagnano è un esempio della riuscita lotta al commercio illegale di beni culturali: nel 1990 ignoti trafugarono rubarono un messale cinquecentesco dell’artista Ludovico da Romagnano dagli archivi della Curia Vescovile di Torino. Per tre decenni non c’era traccia del prezioso manoscritto. Le singole pagine, le cosiddette miniature di pergamena, furono rimosse dal messale e messe in vendita illegalmente in Germania. I carabinieri italiani, un’unità specializzata in ricerche d’arte, hanno scoperto le pagine preziose durante una ricerca online. In collaborazione con la polizia tedesca, sono stati messi al sicuro e identificati come gli originali scomparsi.

La cooperazione nel recupero e restituzione di beni illecitamente sottratti (tra cui rientrano sia beni trafugati durante l’ultimo conflitto mondiale sia beni rubati e ricettati) è una delle pagine di maggior successo della cooperazione culturale bilaterale italo-tedesca.

In Italia è attivo dal 1969 il comando Tutela Patrimonio culturale dell’arma dei Carabinieri, che attraverso varie trasformazioni ha raggiunto la denominazione e dimensione attuale.

La restituzione in data 17 marzo dall’Italia alla Germania di un quadro di David Teniers il Giovane appartenente alla Pinacoteca dei Maestri Antichi delle Collezioni d’Arte Statali di Dresda (Staatliche Kunstsammlungen Dresden – SKD), disperso a seguito del secondo conflitto mondiale dal 1945, e la restituzione in data 18 marzo di cinque artefatti dalla Germania all’Italia, sono le prime che avvengono dall’inizio della pandemia; un chiaro segnale che, anche nella difficile situazione pandemica, la cooperazione bilaterale in questo importante settore non si è mai fermata. A febbraio 2020 una statua di Andrea Della Robbia era stata consegnata dal Ministro Franceschini all’allora Ministra di stato Grütters.

Restituzione a Dresda di un’opera scomparsa per via della guerra

Il dipinto intitolato “Un vecchio che abbraccia l’ancella nella stalla” attribuito al paesaggista e pittore di genere fiammingo David Teniers il Giovane e alla sua bottega ritrae un motivo prediletto della pittura di genere dei Paesi Bassi del XVII secolo trattato varie volte dall’artista. Illustrazioni popolari di questo genere erano oggetto di replica ai fini della vendita sul libero mercato sia all’interno della sua bottega che da altri suoi colleghi liberi professionisti di Anversa.

L’opera venne acquistata già nel 1727 per la raccolta di dipinti di Augusto il Forte dal Barone Raymond Le Plat, Ispettore generale delle collezioni della Casa Reale di Sassonia, e ne risulta documentata la presenza nell’inventario più antico, quello del 1722-1728. Stando agli atti tramandatici, il quadro venne ceduto in prestito nel 1931 al Ministero degli Interni di Dresda dove se ne documenta la permanenza sino al 1945. Ritenuto d’allora smarrito, venne debitamente inserito tra le opere d’arte scomparse nel corso della guerra nella banca dati online Lost Art del Deutsches Zentrum Kulturgutverluste (Centro Tedesco per i Beni Culturali Perduti). Tutti i tentativi fatti dal museo per recuperare l’opera, apparsa più volte sul mercato internazionale dell’arte dal 1977, erano sinora sempre falliti.

Nel 2014, il dipinto era stato offerto in vendita alle SKD da un mercante d’arte di Napoli. Fu soggetto a sequestro da parte dei Carabinieri a seguito di una segnalazione delle SKD all’Ufficio di Polizia Criminale del Land Sassonia per sospetto di ricettazione – essendo stato l’indiziato quanto meno consapevole che il bene costituiva opera scomparsa nel corso della guerra da una collezione d’arte pubblica. Secondo le procedure di rito, il caso è stato rimesso alla Procura della Repubblica di Napoli che l’ha inserito nel procedimento già ivi pendente.

Il ritorno a Dresda del dipinto è riuscito grazie al coinvolgimento dell’Assessorato dello Stato della Sassonia per la Giustizia, la Democrazia, l’Europa e la Parità in stretta consultazione con le Collezioni d’Arte Statali di Dresda e grazie all’appoggio delle autorità di polizia italiane

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