Anonimo Siciliano è un progetto culturale che ha l’obiettivo di divulgare la cultura italo-siciliana nel territorio tedesco.

Con percorsi innovativi e trasversali mirati alla diffusione di opere italiane, il progetto abbraccia un’idea di arte a largo spettro e racconta le storie del mediterraneo attraverso la musica, il teatro, la danza e la letteratura. L’unicità del progetto è data dal riarrangiamento musicale di brani della tradizionale popolare siciliana e dalla presentazione di testi musicali inediti in lingua italiana e dialettale.

Le canzoni presentate sono contestualizzate attraverso la lettura-recitazione di opere letterarie italiane, filo conduttore di storie, vite e aneddoti di un’Italia vera, poco conosciuta e che si discosta dai classici ovvi cliché.

Il progetto nasce dall’idea di Francesco Bonsignore e Roberto Colantonio nata all’interno della Missione Cattolica Italiana di Amburgo e vanta collaborazioni artistiche internazionali. Anonimo Siciliano punta ad una comunicazione interculturale fra l’Italia e la Germania.

Per questo motivo sia i brani musicali che letterari vengono presentati in lingua italiana e tedesca.

Il progetto è stato ufficialmente avviato nel Novembre del 2018 nella sala della Hochschule für Musik und Theater in Hamburg, grazie alla Società Dante Alighieri-Deutsch-Italienische Gesellschaft e.V. di Amburgo.

Il riscontro positivo da parte del pubblico e stato tale da indurre la stessa Società Dante Alighieri a voler riproporre il gruppo Anonimo Siciliano nella città di Lubecca in occasione dell’evento “Serata con gusto” e ripetere l’evento ad Amburgo nel novembre del 2019 con il nuovo programma di Anonimo Siciliano “Treis e Akra”.

Temi principi del progetto sono:

– Il dramma della perdita del dialetto

– Emigrazione italiana

– Il ricordo della tradizione artistica dei cantastorie

– Il discorso filosofico

Gli argomenti sono affrontati con il gusto e l’ironia necessarie per intrattenere il pubblico in una serata piacevole, ma al tempo stesso, culturalmente significativa. Infatti fra le altre tragedie che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, come ricordava Pier Paolo Pasolini, c’è stata anche la tragedia della perdita del dialetto, come uno dei momenti più dolorosi della perdita della realtà.

Questo svuotamento del dialetto – insieme alla cultura particolare che esso esprimeva e alla sua crisi – svuotamento dovuto all’acculturazione del nuovo potere della società consumistica, il potere più centralizzatore e quindi più sostanzialmente fascista che la storia ricordi — è esplicitamente il tema di una poesia di un poeta dialettale, intitolata appunto Lingua e dialettu (il poeta è Ignazio Buttitta, il dialetto è il siciliano).

La crisi è dunque una crisi di giudizio sul proprio modo di vita, uno stingimento della certezza dei propri valori, che può giungere fino all’abiura (cosa avvenuta appunto in Sicilia in questi ultimi anni a causa dell’emigrazione in massa dei giovani in Germania e nell’Italia del Nord). Il popolo è sempre sostanzialmente libero e ricco: può essere messo in catene, spogliato, aver la bocca tappata, ma è sostanzialmente libero; gli si può togliere il lavoro, il passaporto, il tavolo dove mangia, ma è sostanzialmente ricco.

Perché? Perché chi possiede una propria cultura e si esprime attraverso essa è libero e ricco, anche se ciò che egli è ed esprime è (rispetto alla classe che lo domina) mancanza di libertà e miseria.

La chitarra del dialetto perde una corda al giorno. Il dialetto è ancora pieno di denari che però non si possono più spendere, di gioielli che non si possono regalare. Chi lo parla è come un uccello che canta in gabbia. Il dialetto è come la mammella di una madre a cui tutti hanno succhiato, e ora ci sputano sopra (l’abiura!). Ciò che non può essere (ancora) rubato è il corpo, con le sue corde vocali, la voce, la pronuncia, la mimica — che restano quelle di sempre. Tuttavia si tratta di una pura e semplice sopravvivenza. Benché ancora in possesso di questo organo misterioso “coi suoi lampi negli occhi” che è il corpo, “siamo poveri e orfani lo stesso”.

Da quanto espresso dal Pasolini si capisce l’inteso lavoro che gli interpreti di questo nuovo gruppo hanno messo in essere; loro sono sono professionisti nella vita quotidiana ed anche nel campo della musica e sono: Maria Domenico Costantino: Canto, Tambureddu; Cornelia Schünemann: Sassofono, Canto, Pianoforte; Roberto Colantonio: Canto, Mandolino, Chitarra Acustica/Basso; Stanislav Dinerman: Fisarmonica; Antonio Valoroso: Chitarra; Adam Saidani: Darbuka, Tablas; Raimondo Di Renzo: Pianoforte, keybord, synthesizer; Francesco Bonsignore: Moderazione, Marranzano, Sax Soprano.

Ciò che mancava quindi si è venuto a creare, e tutto ciò serve per poter dar voce ad una cultura che a volte viene dimenticata o messa in disparte e tutto ciò che “Anonimo Siciliano” vuol trasmettere potremmo definirlo come quella capacità del linguaggio di comunicare il senso profondo e la bellezza dell’esperienza per far sì che venga meno quell’indifferenza di tanti, soprattutto dei giovani di oggi.

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