Il tuo primo scritto per me è il „ Manuale di sopravvivenza per gli Italiani in Germania “. È veramente l‘opera prima che ti ha fatto assaporare la gioia della scrittura, scoprire il tuo genio o ce ne sono altre rimaste nel cassetto?

Non considero il Manuale una vera a propria “opera”, più che altro un divertissement. L’ho scritto nelle pause della mia prima vera fatica letteraria, Balarm, che fortunatamente non è rimasta nel cassetto. Ho voluto scrivere il manuale come reazione a certi libri di successo qui in Germania centrati su figure molto stereotipe di Italiani. È stata un po`una sottile e piacevole vendetta.

Il tuo primo romanzo “Balarm” è del 2009. Che cosa ti ha spinto a scriverlo?

Da anni avevo in mente il prologo, mi tornava sempre in mente, voleva essere messo su carta. Durante un periodo di vuoto, senza impegni di nessun tipo, i personaggi hanno semplicemente bussato alla porta, stavano aspettando da troppo tempo e ho ceduto alla loro voglia di raccontarsi. Sapevo che, altrimenti, sarebbero andati via per sempre.

E come sei arrivata poi a scrivere, un romanzo storico che io considero un gioiello della letteratura moderna: „In nome di Dio e per mano del diavolo “, il cui protagonista, un boia, non si immagina possa solleticare l‘interesse di lettori contemporanei e che è poi quello che è stato tradotto e pubblicato in inglese?

Mi colpì una frase su una rivista di storia: descriveva il dolore del boia della rivoluzione francese, Sanson. Pare piangesse ad ogni testa che rotolava…. Il personaggio di Laurent Deville, con i suoi dubbi, i suoi tormenti e la sua difficilissima ricerca della libertà, è nato da quella immagine. Alla sua epoca, quello del boia era un mestiere che si ereditava, non si poteva scegliere una via diversa. Anche la dicotomia di questa figura a margine mi appassiona: conoscendo l’anatomia, il boia era anche guaritore. Mantenere l’equilibrio non doveva essere facile.

Puoi dirci quali sono gli scrittori che secondo te ti hanno influenzata?

Di certo i latino americani, primo fra tutti Gabriel Garcia Marquez. Amo molto il ritmo della sua scrittura, la continua sorpresa delle sue invenzioni prodigiose e il misto di magia e realtà che permea la sua scrittura. Tra gli europei, amo molto il catalano Jaume Cabrè che purtroppo ho scoperto tardi.

Tu sei sposata con un tedesco e vivi e lavori anche a Tubinga. Torni spesso in Sicilia?

Vivo un po’ qui e un po’ là, senza un ritmo preciso. Non potrei immaginare niente di diverso.

In che misura i luoghi della tua infanzia hanno influito sulla scrittrice che sei diventata?

I luoghi e le persone della mia infanzia e adolescenza hanno di certo permeato di sé tutto il primo romanzo, Balarm, che è il nome che gli Arabi diedero a Palermo. Pare che la fatidica opera prima sia quasi sempre frutto di un amarcord riadattato alla storia che si vuole raccontare. Gli altri libri ambientati in Sicilia sono frutto di suggestioni, echi, storie raccolte che pian piano maturano, in silenzio e, quando sono pronte, chiedono di essere messe su carta.

La tua ultima opera, Concerto Siciliano, è una trilogia che comprende romanzi a sé stanti, ambientati uno nell‘antichità, uno nella seconda metà del secolo scorso e uno nel futuro. Oltre al fatto che le vicende abbiano attinenza con la Sicilia, i tre volumi non hanno un comune filo conduttore visibile e si possono leggere senza seguire un ordine cronologico. Perché hai deciso di pubblicarli contemporaneamente?

Perché il filo conduttore c’è, ma non è subito visibile. I personaggi femminili, protagonisti dei tre libri, sono legati fra loro dal dono della profezia e da alcune caratteristiche che non ho voluto rendere troppo evidenti. Le vicende sono distanti secoli ma raccontano la medesima storia, la lotta degli ultimi contro forze troppo grandi per loro. In tutti e tre i libri, inoltre, i miti antichissimi che appartengono alla storia siciliana e incarnano le nostre paure e desideri, segnano la vita dei personaggi, a volte senza che questi se ne rendano pienamente conto.

Ci puoi dire a quando il piacere dell‘uscita della tua prossima fatica?

Ve lo direi molto volentieri, se lo sapessi…

La parola fatica mi fa venire l‘ultima domanda. Cosa è per te lo scrivere?

Vorrei risponderti con una bella citazione, vorrei dirti che scrivere è vivere mille vite, esercitare un potere assoluto sul mondo che hai creato. E così è per pochi, benedetti istanti. Per il resto del tempo, scrivere è fatica, appunto: disciplina, ricerca, liste di sinonimi e contrari, costruzione dei dialoghi, tagli, riscritture infinite, fogli appallottolati, dita che fanno male per chi, come me, fa le prime stesure a penna perché qualsiasi altra cosa è inimmaginabile. Lo scrittore, in fondo, è un’anima in pena.

Brevi note biografiche

Germana Fabiano è nata a Palermo nel febbraio del `71 da genitori insegnanti d‘inglese..

È laureata in Scienze Politiche e dopo vari periodi di permanenza all‘estero, fra l‘altro in Inghilterra, si trasferisce in Germania , per amore, continuando a fare la spola fra Santa Flavia, il paese dove vivono i suoi e Tübingen, dove tra l‘altro insegna all‘Universitá Diritti Umani (Human Rights).

Nel 2009 un suo racconto vince il Premio Internazionale Colonna d’Eroma, nello stesso anno esce il suo romanzo d’esordio, Balarm, per la casa editrice Robin. Del 2010 è la raccolta di racconti La luna contro e del 2011 il romanzo In nome di Dio e per mano del diavolo. Ha tenuto diverse letture e presentazioni a Palermo, Catania, Roma, Stoccarda, Tübingen, Parigi e in altre città, al Maggio dei Libri de L’Aquila nel 2012, al Festival Internazionale del Libro di Tübingen e al Noir Festival di Perugia 2012.

Recensioni dei suoi libri sono apparse su D di Repubblica, La Sicilia, Il Sole 24 Ore, La Repubblica, Gazzetta del Sud. Nel 2011 è stata ospite del programma di Radio Tre Fahrenheit. Del 2013 è la raccolta Racconti Bonsai.

Nel luglio del 2016 esce Concerto siciliano, una trilogia composta dai titoli Motya, L’ultimo raìs, Tra Scilla e Cariddi.

Scrivono dei suoi libri:

“Grande eleganza di scrittura” La Repubblica

“La Fabiano è bravissima. Leggetela, ha già fatto molta strada” Il Sole 24 Ore

“Stile raffinato e avvincente insieme” La Sicilia

“Prosa elegante e matura” D di Repubblica

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