La copertina del secondo romanzo Dorf ist Mord di Dori Mellina

Conversazione con la scrittrice Dori Mellina, italiana al “cento per cento”, come ama definirsi, e che ha appena pubblicato il suo secondo romanzo in lingua tedesca

Stella, la protagonista di Dorf ist Mord, vive e lavora da anni in Germania e si trova ora in un paesino su un lago del Nord Italia, dove ha appena acquistato una vecchia casa, un rifugio per le vacanze, un pezzo di Heimat che fa bene all’anima. La casa le è costata poco, molto le costeranno invece i lavori di ristrutturazione. Ma più che seguire i lavori per la casa Stella seguirà il caso della sparizione di una donna proprio nel giorno in cui, secondo una leggenda, bisognerebbe stare lontani dalle acque del lago. Per Stella, appassionata lettrice di gialli, non c’è spazio per superstizioni e sarà lei a smuovere le acque del paesino lacustre.

Dorf ist Mord è il secondo romanzo di Dori Mellina ed è uscito a fine marzo presso la casa editrice HarperCollins. Nata e cresciuta in Italia, sul lago di Garda, Dori Mellina vive a Monaco di Baviera, dopo aver studiato all’università di Osnabrück. Come il suo primo romanzo, Dolce vita für Fortgeschrittene, anche Dorf ist Mord è scritto in tedesco.

Dori, perché ha scelto di scrivere in tedesco?

(ride)È stata una scelta obbligata. Sono venuta in Germania molto presto e il tedesco lo conoscevo già ma per gli studi universitari ho dovuto farlo diventare la mia lingua madre, non ce l’avrei fatta altrimenti. Quindi niente di particolare, ho solo scritto in una delle mie due lingue madre. Comunque è una domanda che mi pongono in molti e quando rispondo come ho fatto, non nego, che gli sguardi sono più che scettici, eppure è la verità!

Gli scrittori, come Lei, che non scrivono nella propria madre lingua d’origine ma in tedesco, sono considerati dalla critica letteraria parte integrante della letteratura tedesca contemporanea. E c’è anche un termine per indicarvi, Sprachwechsler. Gli Sprachwechsler arricchiscono la letteratura, come ha scritto, per citarne una fra tutte, la critica letteraria Sigrid Löffler. In che modo secondo Lei?

Non lo sapevo. Dunque sono una Sprachwechslerin e arricchisco la letteratura tedesca contemporanea, questo mi fa molto piacere, dovrei leggerla questa signora Löffler. No, scherzi a parte, scrivo per far divertire e svagare le persone e, a quanto leggo nelle recensioni, ci riesco in buona parte. Ne sono più che felice.

“Ho scritto in una delle mie due lingue madre”

C’è qualcosa della lingua italiana, della sua forma espressiva nativa, che passa dentro nel suo tedesco?

Onestamente non saprei.

Allora da lettrice mi permetto di dire una cosa. Nel tedesco di Dori Mellina entra quella capacità molto italiana di sdrammatizzare le situazioni e di descriverle con vena umoristica, il tutto con tocco leggero e sapiente. Ma torniamo al romanzo giallo Dorf ist Mord. Che libertà espressiva le concede il giallo rispetto a un altro genere?

Nel giallo tutto è consentito, compreso confondere le idee del lettore! Con questo mi diverto molto, a volte mi alzo la mattina e mi accorgo di avere un’idea per intorpidire ulteriormente le acque. Dunque con un sorrisetto malizioso accendo il computer e mi metto a scrivere…

“Mi diverto a confondere le idee del lettore”

È un genere molto amato e di successo. È un genere facile?

Per me lo è, davvero! Bisogna avere sempre davanti agli occhi il filo conduttore e non farsi trarre in inganno dalle “false impronte” che si sono lasciate durante il racconto. Insomma, non farsi fregare da se stessi!

Stella, la protagonista di Dorf ist Mord, è amante del giallo, in particolare di Agatha Christie. Che cosa la affascina della sua scrittura?

Agatha Christie è una sapientissima maestra della psicologia sottile e riesce sempre a lasciarti a bocca aperta. Questo mi ha sempre affascinato. Miss Marple poi è un genio in tweed, la adoro.

La sua scrittura è intessuta di una piacevole ironia, o meglio, dell’autoironia della protagonista, ed era così anche nel tuo precedente libro Dolce vita für Fortgeschrittene. L’autoironia è uno strumento per …

Risparmiarsi un po’ di sedute dallo psicoterapeuta (ride)

“Agatha Christie riesce sempre a lasciarti a bocca aperta”

I ricordi delle protagoniste dei suoi libri vanno spesso alle loro nonne. Il suo primo romanzo lo ha dedicato a sua nonna, “a chi se no?”, ha scritto. Oltre al grande affetto che la lega, che cosa rappresenta la nonna per Lei, forse il legame con l’identità italiana?

Con mia nonna se ne è andata una colonna portante della nostra famiglia. Mia nonna era proprio così come descrivo la nonna di Laura nel mio primo romanzo Dolce vita für Fortgeschrittene. Che dire? Aveva un gran brutto carattere ma era una donna forte, autentica, italiana al cento per cento. Mi manca tanto, e anche la sua famosa torta di mele!

“Scrivo nei ritagli di tempo fra lavoro e famiglia”

Vivere in un paese diverso da quello di origine la fa sentire a volte non più italiana in Italia e non abbastanza tedesca in Germania? È quella che viene definita identità ibrida, fermo restando che non è affatto facile definire che cosa sia l’identità.

Sì, è proprio così anche se preferisco definirmi comunque Italiana al cento per cento, anche in Germania. La parte tedesca che ho assimilato negli anni mi dà una marcia in più, insomma è una specie di “Veredelung”. Così la vedo io.

Lei svolge un’altra professione. Quando scrive?

Scrivere per me è una passione e un hobby, quindi scrivo quando riesco a ritagliarmi del tempo tra lavoro e famiglia: la sera e il fine settimana. Insomma, invece di fare giardinaggio (che tra l’altro è uno dei miei hobby passivi, cioè che vorrei ma che non pratico) scrivo.

Ha mai pensato di tradurre un suo romanzo in italiano?

Ci penserà la mia casa editrice quando i miei libri avranno abbastanza successo.

Infine, c’è un aneddoto legato al suo ultimo romanzo che desidera raccontarci?

Il problema è che mi sono fatta ispirare da posti e persone reali e nella mia testa i caratteri del mio romanzo si sovrappongono agli abitanti del paesino lacustre originario. Insomma, il mio barista preferito quando vado da lui lo chiamo Franco, come nel libro, e lui se ne stupisce ogni volta. Scusami, Alfredo!

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