VERSO SUD 25 – La magica potenza dei racconti e delle immagini – un amarcord francofortese

Verso Sud programma

VERSO SUD, la storica rassegna di film italiani, nasce proprio a Francoforte. È un progetto che una piccola associazione di volontari italiani e non, diventati amici frequentando la mitica “Hostaria della Casa di Cultura” a Bockenheim, decide di realizzare tanti, tanti anni fa. Questo progetto ha tutte le caratteristiche di una love story che con il tempo si è trasformata in una “never ending one”. Valutate voi il traguardo quest’anno: un quarto di secolo! Bello, no?

Sono proprio i “primi passi” che i soci della Casa di Cultura di Francoforte hanno intrapreso perché si arrivasse al primo Festival che vorrei narrare in questo articolo. Vi anticipo che sono particolarmente orgogliosa, che sia stato proprio un nostro progetto a far funzionare la promozione della cultura italiana in tutta la Germania con ridottissimi mezzi. Che noi avessimo da combattere contro forti pregiudizi intellettuale, lo sapevamo. Gli italiani già vivevano da molto tempo in Germania, precisamente dall’immediato dopo-guerra e la Germania continuava a vederci come un popolo di “braccia” più che un popolo di “teste”. Inoltre Francoforte si era posizionata come il polmone economico della Germania, e si sa che l’economia non vede nella cultura una sua prima sposa. Quindi, che fare in una città marcatamente fatta di “big banks” e di “big business” quando si ha tanta voglia di fare e pochi mezzi a disposizione, situazione tipica delle associazioni di volontari? Con il nostro direttore degli eventi culturali, Stefano Scarlatti, avevamo già organizzato molti eventi, spaziando in settori diversi: teatro, musica, balletto, letteratura e letture, arte, corsi di formazione, ecc. e sentivamo che eravamo pronti ad alzare il tiro. Dovevamo entrare nei cuori e nelle teste dei nostri cari concittadini a gamba tesa, ci siamo detti! Cercare l’indirizzo più centrale e più bello che la città avesse da offrire e trasformarlo per alcuni giorni all’anno in una “piazza italiana” con i nostri progetti culturali. Così succede che nel 1993 durante una riunione Stefano Scarlatti arrivò con del materiale promozionale di una associazione romana che offriva il suo know-how per fare rassegne di cinema italiano. Il materiale promozionale ci incuriosì subito e a fine assemblea Stefano Scarlatti aveva il mandato di procedere. Come potete immaginare questa associazione romana è il partner storico di oggi, la “Made in Italy”, che all’epoca si era da poco costituita proprio per promuovere il cinema italiano con rassegne.

Il primo incontro con Franco Montini e Francesco Bono della “Made in Italy” il nostro direttore, Stefano Scarlatti, l’ha avuto a Roma, e dato che la storia non mente, quel incontro ha segnato la grande svolta che cercavamo. Abbiamo convinto i nostri “specialisti romani” che volevamo un cinema sconosciuto, “nuovo”. Non ne potevamo più di sentire i nostri amici tedeschi parlare solo del neo-realismo. Certo che li conoscevamo i magnifici registi neo-realisti e come avevano fatto la storia del cinema post-guerra ma oramai eravamo negli ultimi dieci anni del secolo. C’era tanto di nuovo da scoprire! Sapevamo che l’Italia poteva sbancare di nuovo! E così è stato.

Nel 1994, anno in cui fondiamo il Festival “Verso Sud” e per tre anni abbiamo dato il tutto per tutto perché riuscisse. Non volevamo assolutamente che il nostro progetto diventasse una “Eintagsfliege”, una toccata e fuga. No, il cinema italiano doveva entrare in Germania, nella Mittel-Europa e rimanerci. Lo volevano fortemente. E così è stato. Grazie alle precise selezioni della “Made in Italy”, grazie ai nostri registi sono senza paura, con poche risorse fanno film stupendi. Toccano temi che il resto dell’Europa evita, le difficoltà sociale e i rapporti infra-umani, temi ricorrenti nei nostri film.

Abbiamo conosciuto in questi 25 anni attori bravissimi, eclettici, vivi, veri. E poi perché non dirlo, belli. Molto belli dentro e fuori. Tutti gli ospiti che sono passati per Francoforte hanno lasciato una traccia indelebile nei nostri cuori. Sia per la loro gentilezza, che per la loro bravura.

In questi ultimi 25 anni registi italiani giovani e giovanissimi, spesso totalmente sconosciuti in Germania, hanno mostrato una o più opere e non soltanto durante i 10 giorni del Festival a Francoforte ma in moltissime altre città tedesche che hanno visto i film del nostro festival in formato più ridotto, facendosi così conoscere ad un pubblico che non li avrebbe mai potuti facilmente scoprire. Ancora oggi il mercato della cultura in Europea è rigido e diviso per paesi. Quello tedesco è impermeabile tanto quanto tutti gli altri.

I nostri “primi passi” da soli sono durati tre lunghi anni. Abbiamo saputo trovare soluzioni a tutti i problemi che si presentavano. Un piccolo aneddoto: nel programma del primo festival la direttrice di allora, la dottoressa Kitty Vinke, che parlava benissimo l’italiano e conosceva l’Italia ma soprattutto sapeva ciò che avrebbero pensato i tedeschi di registi sconosciuti, ci persuase di inserire un film di Nanni Moretti che aveva avuto successo in Germania qualche anno prima con il film “Palombella rossa” e lo volle assolutamente inserire. Ci dipingeva uno scenario apocalittico di giorni e giorni di cinema vuoto perché i film erano sconosciuti. La statistica sulle presenze al Festival ha cancellato le sue preoccupazioni sin dalla prima proiezione: tutto esaurito, ogni giorno, a qualsiasi ora si mettesse un film italiano in programma. Grazie italiani! So che amate il cinema, tutto il cinema! Una volta all’anno il Museo del Cinema diventa la “nostra piazza”. Si stringono nuove amicizie, ci si rivede, si festeggia. Ci si integra meglio quando di conosce il proprio paese e la propria cultura. Questo fa il cinema italiano per noi a Francoforte, ci aiuta ad integrarci meglio.

Nel frattempo, il nostro partner storico “Made in Italy” di Roma lavora in modo autonomo e su un piano di parità con il Deutsches Filmmuseum e fornisce ogni anno nuove informazioni sulla diversa produzione cinematografica italiana. Il nostro ruolo oggi è di sostenitori attivissimi nella diffusione dell’informazione e nell’accoglienza, sia degli ospiti dall’Italia e dei visitatori.

Persone di molte culture diverse hanno conosciuto a Francoforte negli ultimi 25 anni il cinema italiano. Hanno riso e pianto con noi per le storie raccontate nel film, hanno discusso e criticato i contenuti. Hanno conosciuto registi e attori, che lasciano Francoforte come nostri amici.

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