Nella foto: Sergio Maffettone, console generale a Monaco di Baviera. Foto di ©Valentina Linzalata

Sfide e trasformazioni: il nuovo corso del Consolato di Monaco di Baviera

A marzo del 2023 incontrai il nuovo console di Monaco di Baviera, Sergio Maffettone e nelle poche battute che ci scambiammo mi raccontò di una cena a cui aveva presenziato la sera prima. Era circondato da amici e conoscenti e una signora, mentre lui raccontava del suo lavoro e dei suoi nuovi colleghi, esordì: “quindi al consolato lavorate anche?”. Mi disse che quella frase l’aveva irritato molto e il suo obbiettivo da quel momento sarebbe stato quello di non sentire più frasi del genere rivolte ai suoi colleghi: chi lavorava al consolato doveva essere orgoglioso del ruolo che svolgeva e non era giusto che subisse continui attacchi immeritati.

A marzo del 2023 facevi prima a prendere la cittadinanza tedesca che un appuntamento al consolato, ovviamente è un’esagerazione ma i tempi di attesa erano molto lunghi e per prendere appuntamento dovevi collegarti alle 9 in punto al sito e sperare che qualcuno non avesse il dito più veloce del tuo.

A Novembre del 2023 leggo dalla loro pagina Instagram che ci sono 100 posti liberi nelle prossime due settimane e mi ricordo della promessa che il Console fece a se stesso quindi decido di intervistarlo e farmi raccontare da chi lavora all’interno cosa è cambiato in otto mesi.

Come cittadina e poi per lavoro mi interfacciai con chi gestisce i canali social ovvero Teresa Madonia. Questo è il primo cambiamento che noto. Il consolato non comunicava nulla se non dal suo sito, lei attraverso i canali Facebook, Instagram e LinkedIn ha creato una rete tra chi parla con i giovani e non solo sul web e posta delle “pillole di consolato” dove racconta in maniera facile e corta come bisogna preparare i documenti. Abbattere il muro che separa il cittadino dalle istituzioni. Se pensiamo che i nuovi iscritti Aire nel 2023 sono stati 7 mila e di questa il 90% saranno giovani, non si può più comunicare in maniera tradizionale.

Mi sono poi spostata nel cuore pulsante dell’attività dove ho avuto il piacere di parlare con Pietro Falcone.

Mi ha raccontato che non è stato facile inizialmente, il console ha preteso molto e hanno dovuto riorganizzare ruoli e funzioni. Abbattere le code non è stato semplice, tutti hanno dovuto mettere questo come priorità. Il console, il vice e tutti, anche chi non lavorava abitualmente su questo, hanno iniziato a fare carte di identità e passaporti. I tirocinanti a rispondere alla mail e chi poteva, restava anche più del previsto.

Hanno rivisto il numero di appuntamenti multipli da poter prendere estendendolo a 5 contemporaneamente.

Hanno aumentato gli sportelli e l’orario di apertura

Ad oggi, controllando sul sito, ho constatato che le code non ci sono più, con esse anche le mail di reclami sono sparite.

Mentre mi trovavo nei corridoi, ho assistito a un evento in cui una signora voleva la carta di identità perché le avevano rubato la borsa. Si era presentata con tutta la documentazione compilata e le fototessere, lei forniva l’indirizzo, dicendo di vivere a Monaco di Baviera da 8 anni. L’operatore notava che non era iscritta all’Aire e che aveva le mani legate. La signora non demordeva e spiegava che si sarebbe iscritta subito, giacché prima lavorava un po’ in Italia e po´in Germania. L´operatore avrebbe voluto aiutarla ma legalmente non poteva, e la signora doveva rivolgersi al suo comune.

Memore di questo episodio, torno dal Console e chiedo la ricetta di questo successo e mi risponde che è stato soprattutto il lavoro di squadra che ha fatto la differenza.

Mi congratulo in quanto ha rispettato la promessa di migliorie fatta a marzo scorso. Sappiamo che è ancora in fase di rodaggio, poiché otto mesi non sono molti e ci diamo appuntamento nel nuovo anno per capire se questo successo è solo fortuna o un metodo che si può consolidare e perseguire.