Nella foto: L’ingegner Giuseppe Faussone, al centro, con alcuni collaboratori della Ferrero-Germania. Foto di ©Angela Fois

Deceduto Giuseppe Faussone, primo direttore della Ferrero Germania

È venuto a mancare il 14 maggio scorso a Marburg, all’età di 95 anni, Giuseppe Faussone, l’ingegnere che nell’agosto del 1956 arrivò in Germania con Michele Ferrero e insieme, giovani imprenditori poco più che trentenni, gettarono le basi della futura fabbrica di Stadtallendorf, segnando una grande svolta per l’azienda piemontese e riuscendo in breve tempo a far conoscere il marchio Ferrero in tutto il mondo.

La morte del dottor Faussone costituisce oggi una grande perdita per quanti lo conobbero e lo stimarono; non solo per le grandi doti imprenditoriali ma soprattutto per le sue grandi qualità umane che da sempre lo hanno contraddistinto.

È stato il primo direttore della Ferrero-Germania, incarico che lo stesso Michele Ferrero gli dette il giorno del suo matrimonio con la signora Marisa Fenoglio, sorella dello scrittore partigiano Beppe e di cui lo stesso Michele Ferrero fu testimone di nozze.

Giuseppe Faussone abbracciò il nuovo incarico nella fabbrica che diresse per più di trent’anni, con vero spirito missionario, stimato dai suoi collaboratori e ben voluto dai numerosi operai che la Ferrero-Germania ha assunto in tanti anni di attività.

Faussone ha dedicato tutta la vita per questo progetto aziendale, progetto che ha amato come un figlio.

Non andò mai via dalla Germania, e ha lasciato Stadtallendorf solo per spostarsi, dopo tanti anni con la sua famiglia, nella vicina Marburg.

Nato a Alba nel 1925, conseguì la laurea in Ingegneria a Torino, iniziando da subito a lavorare con la famiglia Ferrero che a Alba aveva già ingrandito la prima pasticceria di famiglia e importava in tutta Italia la famosa Crema.

Coetaneo dello stesso Michele Ferrero e suo personale amico, Faussone lo seguì fin da subito nell’avventura tedesca, non solo come stretto collaboratore ma anche come fidato amico e consigliere, diventando presto il braccio destro e sinistro del geniale imprenditore, sempre con coraggio e dedizione, alla volta di un’impresa che non si prospettava per niente facile fin dal suo nascere.

La Germania e l’Italia erano uscite dalla guerra sfinite, distrutte nel corpo e nello spirito, ma iniziavano gli anni della ricostruzione e i sogni potevano essere possibili.

I due giovani albesi, partiti dall’Italia alla volta del nord Europa, si diressero in Assia, nel cuore della Germania.

Qui individuarono un capannone da prendere in affitto vicino al piccolo centro di Allendorf, a 100 chilometri a nord di Francoforte e da subito iniziarono a impiantare una piccola fabbrica, sancendone la nascita il 1° gennaio del 1957.

Ad Allendorf che portava ancora i segni della guerra e della distruzione, non tutto fu facile.

Il clima era molto rigido e poco piacevole, vi era poi il problema della scarsa conoscenza della lingua, la diffidenza delle autorità politiche tedesche e la nostalgia per la propria terra lontana, ma tutto questo non ostacolò i loro progetti e dopo i primi difficili anni, fatti di sacrifici, orgoglio e speranza, i due giovani di Alba, insieme agli operai che li avevano seguiti dall’Italia, iniziarono a intuire che il loro sogno poteva diventare realtà.

Oggi la Ferrero Germania conta circa 5000 dipendenti e sono presenti nel suo organico tantissime nazionalità.

Dipendenti che provengono non solo dall’Italia o dalla stessa Germania, ma è rappresentata da donne e uomini di tanti paesi che nei più sessant’anni di vita dell’azienda, la Ferrero ha assunto.

Turchi, polacchi, russi, portoghesi, rumeni, ma anche da luoghi ancora più lontani, come l’Uzbekistan, il Kazakistan, le Filippine, Cuba; una babele di lingue e di genti che la Ferrero ha accomunato con un’unica parola: lavoro.

Negli impianti, dentro i reparti dove si produce si intrecciano le storie di tante famiglie che a Stadtallendorf, grazie alla Ferrero, hanno trovato una occupazione, una prospettiva di vita per loro e per i propri familiari, una dignità lavorativa.

La Ferrero li ha riuniti come una grande famiglia a dimostrazione che l’Europa non si costruisce a tavolino o dietro le cattedre universitarie ma con il sacrificio, l’azione, il lavoro.

L’ingegner Faussone amava dire, a chi lo ringraziava per quanto aveva fatto, che i meriti non erano solo suoi e del dottor Michele, ma i risultati della Ferrero-Germania erano stati il frutto “di un grande lavoro di squadra”.

Il frutto di ogni singolo lavoratore che Faussone, negli anni della sua direzione, conosceva bene uno per uno e i lavoratori ricambiavano il suo zelo, con stima e affetto per il loro direttore.

Giuseppe Faussone è stato anche uno dei promotori di Villa Piera, lo stabile che da circa sessant’anni ospita le lavoratrici stagionali provenienti dalla Sardegna e che egli stesso considerava come: “preziose collaboratrici in questo grande lavoro di squadra”.

Sempre disponibile per un consiglio, pronto alla chiacchiera, al racconto con chiunque gli rivolgesse la parola, anche solo per ricordare un aneddoto della nascita della Ferrero-Germania, sempre con il sorriso e la tranquillità di chi sa che ha fatto fino in fondo il proprio dovere.

Con la scomparsa del dottor Giuseppe Faussone si chiude una importante pagina della storia della grande azienda Ferrero in Germania.

Ci resta il suo grande esempio di altruismo, dedizione al lavoro, spirito di sacrificio che costituiscono oggi una importante eredità.

Grazie di cuore, signor Giuseppe, per tutto quello che ha fatto e ci ha dato!

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here