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Il Cgie Germania risponde al nostro articolo “I nostri eletti Comites e Cgie sono andati a Berlino. Cosa si saranno mai detti?”

Gentile Redazione del Corriere d’Italia,

a nome dei Consiglieri CGIE eletti in Germania, sarei molto grato se voleste pubblicare alcune precisazioni in merito all’articolo apparso sul Corriere d’Italia, numero di gennaio del 2024, dal titolo “I nostri eletti Comites e CGIE sono andati a Berlino. Cosa si saranno mai detti?” a firma del Signor Aldo Magnavacca.

In buona sintesi, l’articolo lamenta una mancata informazione resa alla comunità italiana in Germania sui dettagli dei lavori svolti a Berlino nel mese di dicembre scorso, sia da parte dei Comites sia da parte dei Consiglieri CGIE presenti.

Ebbene, bisognerebbe ricordare innanzitutto che questa riunione annuale, per legge, è convocata dalla nostra Ambasciata, la quale stabilisce l’ordine del giorno, i temi da trattare, la scaletta degli interventi, i momenti d’incontro conviviale e chi vi partecipa.

Dal punto di vista formale, spetterebbe pertanto all’organizzatore di un incontro la stesura di un verbale per condividerlo successivamente con i partecipanti e diramarlo poi alla collettività o, per lo meno, lasciare l’opportunità a questi stessi partecipanti di diramarlo nei propri ambiti di riferimento.

In questo caso, l’ambito di riferimento dei Consiglieri CGIE eletti in Germania, non è costituito dalle singole circoscrizioni consolari o da circoscritti gruppi di connazionali. I Consiglieri eletti nel CGIE fanno riferimento al loro Consiglio di appartenenza, raccolgono in queste occasioni spunti e riflessioni che condividono con il CGIE, che è il loro Organismo di appartenenza, e tutto ciò nelle varie istanze statutarie come il Comitato di Presidenza, le Commissioni di lavoro e la stessa Assemblea plenaria.

Appare comunque giusta l’osservazione che i connazionali si aspettino notizie dai rispettivi Comites, che hanno eletto nelle loro circoscrizioni, ed effettivamente, in passato, queste informazioni erano curate dall’organismo che li coordina, il “Comitato dei Presidenti con il CGIE” meglio conosciuto come “Intercomites”.

In generale, è comunque da annotare che tanto i Consiglieri CGIE eletti in Germania quanto gli stessi Comites, ormai da qualche anno sono in perenne affanno per ottenere informazioni e cioè da quando la nostra Ambasciata è sottoposta alla guida dell’Ambasciatore Armando Varricchio e gli “Affari Sociali” sono curati dal Primo Consigliere Anna Bertoglio.

Non si contano le lamentele verso l’Ambasciata a Berlino per i continui mancati coinvolgimenti, con vere e proprie proteste contro una palese distanza e distrazione verso tutte le forme organizzate dell’emigrazione italiana in Germania.

Al momento, stiamo arrancando per avere un quadro dettagliato della struttura dell’insegnamento della lingua e cultura italiana in Germania e dei suoi Enti Gestori e stiamo chiedendo a Berlino come mai Comites e CGIE sono esclusi dalle preparazioni per le celebrazioni della “Settimana della Cucina Italiana all’Estero” o della “Settimana della Cultura italiana”.

Il Vostro stesso giornale, e ne sono grato, ha riportato il 15 luglio del 2022 la mia nota di protesta verso l’Ambasciatore Varricchio, quando non ritenne opportuno invitare Comites e CGIE in occasione della visita a Berlino del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

Il fenomeno da Voi segnalato è pertanto solo un anello di una catena già spezzata. È lo scarso coinvolgimento e la scarsa informazione dall’alto a sabotare la giusta informazione rivolta ai nostri connazionali.

Si consideri poi, che i Comites sono stati messi con le spalle al muro per il brutale taglio dei fondi loro destinati. Un taglio che non permette più l’assunzione ad ore di personale di segreteria (che cura i contatti diretti con i connazionali per telefono, lettere e posta elettronica) e che non permette più la regolare apertura delle sedi Comites al pubblico e, tra poco, il mantenimento di queste stesse sedi, per le quali non sarà più possibile pagare nemmeno gli affitti.

A quanto pare, tutto rientra in un quadro ben preciso. Vi esorto a prendere visione della mia lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale, nel suo discorso di fine anno, non ha fatto cenno, nemmeno con una parola ai suoi sette milioni di connazionali che vivono all’estero.

Tanto osannato è il volontariato in Italia e in Germania. Non si contano i ringraziamenti e pubblici elogi. Per i Consiglieri Comites e CGIE nemmeno una parola.

Ricordiamoci, ricordatelo per piacere anche Voi, che chi lavora nei Comites e nel CGIE lo fa senza retribuzione, senza compensi e sempre a scapito del proprio tempo libero e delle proprie energie.

L’informazione ai connazionali? Dovrebbe essere scontata da parte di chi si reca a una riunione su diretto mandato di una collettività ma, in quanto mero servizio di volontariato, è lecito che sia fatta nelle modalità e con le capacità di chi, in questo volontariato, agisce nel proprio tempo libero.

L’informazione sarebbe piuttosto doverosa da parte di chi è pagato per elargire servizi e per esercitare la tutela degli interessi della collettività italiana con il mandato dello Stato, il quale è ben più solenne del mandato degli elettori dato a pochi volontari.

Grazie per l’attenzione con i saluti più cordiali.

P. S. Non possiamo nascondere ai Vostri lettori e lettrici che nella preparazione di questa lettera è sorta anche la domanda su come mai, e per completezza di informazione, il Vostro giornalista non abbia sentito l’esigenza di chiedere ai rappresentanti eletti dai connazionali notizie sui dettagli dell’incontro a Berlino. Sarebbe bastata un’intervista ad una/o delle/dei partecipanti all‘incontro e il problema non si sarebbe posto in questa forma.