Nella foto: Logo del Comitato

La lunga attesa delle C.I.E. per gli Italiani all’Estero: MobilitiamoCIE chiede risposte

Cominciamo con le domande

Probabilmente è capitato anche a voi: dovete identificarvi con il sistema “POST-ID” oppure siete dal notaio per un atto importante, qualche altra volta dovete semplicemente ritirare un pacchetto o una raccomandata alle poste in Germania, ebbene, fate vedere il vostro documento e, amara sorpresa: non accettano la vostra carta d’identità cartacea. Anche se è ancora perfettamente valida! Allora decidete di richiedere la carta d’identità elettronica, conosciuta ormai con il suo acronimo C.I.E.. Magari vi trovate al vostro paese d’origine e pensate di sbrigare la cosa con una visita in Comune come avete sempre fatto con il rinnovo della tessera cartacea. Altra sorpresa amara: “No, ci dispiace, non siamo autorizzati a rilasciare la C.I.E. per chi risiede all’estero ed è iscritto A.I.R.E.. Rivolgetevi al Consolato” e con tempi di attesa da poche settimane a non si sa quando…

È capitato anche a voi? È possibile?

Purtroppo, sì. Anzi, a chi risiede in Germania o in un altro paese dell’Unione Europea, tocca anche sentirsi in qualche modo fortunato! Perché chi vive all’estero, ma in altri continenti, non ha alcun modo di richiedere la C.I.E., né presso il Comune Italiano né al proprio Consolato di riferimento, a eccezione delle poche circoscrizioni consolari inserite di recente in una fase di sperimentazione. Eppure, la C.I.E. serve. Eccome se serve: non solo per gli espletamenti che in Germania o altrove ormai sono all’ordine del giorno. Ma anche in Italia o per relazionarsi con gli stessi Consolati. Infatti, per accedere ai servizi online dell’INPS, o di una qualunque altra amministrazione pubblica (incluso il portale consolare FAST-IT) occorre aver attivato il famoso (meglio dire famigerato?) SPID, il sistema di identificazione online per le pubbliche amministrazioni.

Torniamo alle carte d’identità: come mai le cartacee servono ormai solo per viaggiare nei Paesi UE e in quelli che ammettono questo documento?

In realtà le regole europee hanno stabilito che dopo il 2 agosto 2021 nessuno stato dell’Unione avrebbe potuto più rilasciare documenti diversi da quello elettronico (vedi al punto 1 dell’elenco dei documenti a fine articolo). In alcuni Paesi come la Germania, questa disposizione è stata interpretata come “a partire dal 2 agosto ‘21 non ci si può più identificare con documenti che non siano elettronici”. A chi scrive non risulta che sia stata fatta alcuna nota di chiarimento a paesi come la Germania da chi, da parte italiana, ne avrebbe avuto la competenza e il potere di farlo. Saremmo ben felici di sbagliarci, ovviamente!

Detto questo, cosa c’entrano i Comuni italiani? Perché non possono rilasciare il documento elettronico, ma solo quello cartaceo?

Perché serve un’autorizzazione dei due ministeri coinvolti: quello dell’Interno, competente per le questioni anagrafiche e comunali, e quello degli Affari Esteri – Cooperazione Internazionale (MAECI), ovviamente parte in causa per i residenti italiani all’estero. Questo era stato stabilito dai due ministeri ai tempi dell’introduzione del nuovo documento presso i Consolati. Come dire: “intanto cominciamo con quelli, poi regoleremo le cose anche per il rilascio presso i Comuni”. (vedi punto 3 dell’elenco a fine articolo).

In cosa consiste questa autorizzazione ai Comuni?

I due ministeri devono stabilire insieme le procedure e gli aspetti tecnici. Queste “regole del gioco” vengono codificate in una “bozza di decreto interministeriale”. Su questa bozza deve esprimere il suo parere anche il Garante per la Privacy, visto che sono in gioco dati personali di milioni di cittadine e cittadini. Così è stato dal 2019 per i Consolati italiani nei Paesi UE (vedi al punto 2 dell’elenco a fine articolo). E così sarebbe anche per i Comuni italiani: i due ministeri, quello dell’Interno e MAECI, hanno concordato “le regole del gioco” per autorizzare i Comuni a rilasciare le carte d’identità elettroniche a chi risiede all’estero; hanno stabilito la loro bozza di decreto (il Ministero dell’Interno lo ha fatto con una nota fin dall’ormai lontano 20 Gennaio 2022!); l’hanno presentata al Garante della Privacy (sempre nello stesso anno); il Garante stesso ha dato parere positivo in data 16 Giugno 2022, come risulta dal suo portale online ufficiale (vedi elenco a fine articolo, punto 4).

E allora cosa manca?

Avete indovinato: i due ministeri devono trasformare la “bozza” in decreto. E qui si ferma tutto. Avete letto bene: da metà giugno 2022 a oggi non è successo apparentemente più nulla. Giustamente, in un’interrogazione parlamentare di marzo 2023 il deputato eletto nel Nord America per il PD, on. Christian Di Sanzo, ha chiesto ai ministeri coinvolti di dare notizie. Ma non gli è arrivata alcuna risposta.

Nasce “MobilitiamoCIE” e parte la petizione.

Così, un gruppo di cittadine e di cittadini che risiedono nelle circoscrizioni consolari di Stoccarda e di Friburgo ha voluto dare vita al comitato “MobilitiamoCIE”. A giugno del 2023 hanno cominciato una raccolta di firme per chiedere che si autorizzassero finalmente i Comuni al rilascio delle C.I.E. agli iscritti AIRE. Tutto su base volontaria e gratuita e lontano da qualunque organizzazione politica. Per raccogliere le firme si sono rivolti alla piattaforma Change,org, e di questo se ne parlerà tra poche righe.

Che reazioni ha avuto la campagna?

Il CGIE ha fatto subito sua la petizione, approvando all’unanimità un ordine del giorno durante la sessione plenaria dell’estate 2023. Anche altri parlamentari hanno annunciato interrogazioni: sempre in estate, l’on. Toni Ricciardi e il sen. Andrea Crisanti, entrambi PD; molto più di recente, il 26 gennaio di quest’anno, anche l’on. Federica Onori dei 5 Stelle ha presentato un’interrogazione in merito. Anche nei ranghi della maggioranza si è potuta registrare la simpatia dell’on. Simone Billi.

Si può ancora firmare in appoggio alla petizione? In realtà non più, in quanto la raccolta firme si è conclusa in ottobre con oltre 1.700 sottoscrizioni da tutto il mondo arrivate sia online (1512, per la precisione), sia su carta. Possono sembrare poche, ma la scelta di non volersi mettere sotto “casacche” di alcun colore ha sicuramente limitato il “raggio d’azione” di questo comitato di volontarie e volontari. Per non parlare di una serie di complicazioni tecniche dovute alla piattaforma online. Tant’è che il sito ufficiale del Comitato, questo sì ancora attivo, ha registrato fino a conclusione campagne oltre 17mila contatti, dieci volte tanto!

Dopo una pausa costretta da impedimenti di salute e impegni di lavoro, lo stesso comitato ha proposto agli inizi di dicembre ai due ministeri, ai parlamentari eletti all’estero e al CGIE di incontrarsi per consegnare le firme e presentare così ufficialmente la petizione.

Care lettrici e cari lettori del “Corriere d’Italia”, quali pensate siano state le risposte?

Se si eccettua il presidente CGIE, Michele Schiavone, e un paio di parlamentari, le istituzioni hanno risposto… con il silenzio più assoluto. Sei milioni di italiane e di italiani all’estero, non sono un piccolo Comitato promotore, non hanno alcun diritto, e non diciamo a una C.I.E. rilasciata dai propri Comuni, ma nemmeno a una risposta! Ci sono ostacoli? Quali sono? Quanto tempo si pensa di impiegare per rimuoverli? Le domande aumentano, le risposte restano sempre uguale a zero!

Che dire? Il Comitato non si ferma! Per la consegna delle firme si sta rivolgendo a chi rappresenta le istituzioni italiane all’estero, ossia ai propri Consolati di riferimento. E intende tracciare un bilancio con un incontro pubblico, che sarà organizzato nelle prossime settimane. Seguite le ultime novità sul sito di MobilitamoCIE: https://mobilitiamocie.online.

Elenco dei documenti consultabili online:

1. Regolamento UE 2019/1157 del 20 giugno 2019

2. Attraverso l’intero Decreto Ministeriale del 19 Luglio 2019 del Ministero dell’Interno e del MAECI è stato adottato il Documento tecnico-organizzativo dal titolo “Emissione della CIE per i cittadini residenti all’estero – Analisi dei processi”. Tale Documento tecnico-organizzativo è stato elaborato da Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., Sogei S.p.A., Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ed è aggiornato almeno fino 23/03/2021. È consultabile qui: https://dait.interno.gov.it/documenti/dm-dait-servdemo-26-047-2021-all1.pdf

3. Punto 6) del sopra citato Documento tecnico-organizzativo “Emissione della CIE per i cittadini residenti all’estero – Analisi dei processi”.

4. Parere sullo schema di decreto direttoriale con il quale si approva il documento tecnico relativo al procedimento di “Emissione della Carta di identità elettronica per i cittadini italiani residenti all’estero da parte dei comuni. Modalità organizzative e tecniche di dettaglio” – 16 giugno 2022: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9790002