Il Marinaio che immolò la propria giovane vita per riacquistare l’anelata e struggente libertà perduta!

Quella sera di tarda estate, di alcuni anni fa mi telefonò il mio vecchio amico Pierre – dell’Union des Reservistes et Anciens Francais en Baviere – pensionato anche lui, e mi disse che nell’androne dell’albergo, dove lui fungeva da portinaio notturno, c’era una signora – con il marito – che chiedevano insistentemente informazioni sul Cimitero Militare Italiano di Monaco di Baviera. I coniugi, italiani, avevano qualche difficoltà nell’esprimersi poiché non conoscevano la lingua tedesca e nemmeno quella francese. Ma, Pierre, intuì subito e istintivamente capii che si trattava di una cosa molto seria. Ed in effetti come tale si rivelerà! In quel frangente appresi che i coniugi italiani volevano visitare, per la prima volta, la tomba del fratello della signora che risultava essere sepolto nel detto cimitero militare. Il mattino seguente, tutti assieme, visitammo l’Area Monumentale del Waldfriedhof monacense. Qui, trovammo – senza molte difficoltà – la pietra tombale del Marinaio Alboraletti Giuseppe. La sorella del caduto marinaio, Signora Domenica, comprensibilmente ed estremamente commossa, scoppiò in un pianto inconsolabile. Sorretta, poi, dalle immediate premure del marito, più tardi, mi racconterà quello che sapeva del fratello, che in verità, non era molto. Ma si ricordava, più di ogni altra cosa, l’immane tragedia che colpì la loro famiglia e la totale disperazione vissuta, sofferta e patita dagli anziani genitori per quell’unico figlio maschio che non fece mai più ritorno a casa.

Il Marinaio Alboraletti Giuseppe, allo scoppio del secondo conflitto mondiale, venne reclutato nei ranghi della Regia Marina italiana. Si trovava a bordo di una unità navale della nostra Marina dislocata nel porto francese di Tolone. Dopo gli eventi infausti dell’8 Settembre 1943 e la fuga da Roma del Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, i marinai italiani dislocati nei vari porti europei, dell’Africa Orientale Italiana e della base sommergibilistica di Singapore/Penang, dello scacchiere di guerra, del lontano Giappone, nostro alleato d’allora, furono abbandonati al loro amaro e inesorabile destino. Qui, dunque, a Tolone il nostro Commilitone Alboraletti venne catturato e inviato in un campo per prigionieri di guerra IMI (Internati Militari Italiani) sul territorio dell’Allgäu, in Germania, non molto lontano dal confine svizzero. Dopo circa un anno di prigionia, Egli tentò la fuga, forse sperando di poter raggiungere il territorio neutrale della Svizzera e quindi riacquistare l’anelata e sospirata libertà perduta. Le cose, purtroppo, andarono molto diversamente! Dopo alcuni giorni vissuti, disperatamente, da fuggitivo venne ricatturato e assegnato ad un’altra struttura campale perdendo il “Trattamento-IMI” riservato solo agli appartenenti della categoria. In seguito si ammalò e un giorno prima che compisse l’età di ventidue anni lo colse la morte nell’ospedale militare germanico di Tuttlingen. Venne sepolto nel cimitero cittadino, appunto di Tuttlingen, nel Baden-Württemberg dove rimase sepolto per molti anni. In seguito alle disposizioni emanate dall’Onorcaduti (Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra del Ministero della Difesa, che si cura – ancora oggi – dei Soldati italiani sepolti all’estero) la salma del nostro Marinaio fu riesumata e traslata nel Cimitero Militare Italiano a Monaco di Baviera.

A guerra finita, la famiglia non venne informata del decesso, della riesumazione e della traslazione avvenuta. Così, come in tanti altri casi analoghi, i suoi genitori lo credettero disperso. Solo per un puro caso fortuito si venne a conoscenza, più tardi, che il loro congiunto si trovava sepolto nel Wald-friedhof monacense, nell’ala cimiteriale riservata ai Caduti italiani del 2° conflitto mondiale.

Ultimamente, mi è giunta la triste notizia che anche la Signora Domenica – l’unica sorella del nostro Caduto marinaio – è deceduta. In ricorrenza dell’abituale cerimonia commemorativa annuale, del 1°novembre, i Commilitoni d’Arma di Monaco di Baviera hanno voluto, spontaneamente, ricordarlo e onorarlo. Si aggiunge, inoltre, che non è l’unico Marinaio italiano sepolto in questo cimitero ma è l’unico – in senso assoluto – che è morto un giorno prima che compisse l’età di ventidue anni. Sulla pietra tombale dello sfortunato Commilitone, sono stati deposti dei fiori in sua memoria.

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