Foto di ©Daniele Messina, CdI

Ci si può mettere in viaggio per tanti motivi diversi, talvolta senza neppure conoscerli, come i protagonisti del film “Il tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci, o magari per provare la sensazione d’una libertà sconfinata, come i protagonisti di “Easy Rider”. Sarà forse la nostra epoca in cui tanti valori entrano in crisi, e la gente ha perso la fiducia in un futuro migliore, e si sente sperduta e sradicata dalla propria realtà, che tanti discendenti dell’emigrazione italiana hanno sentito il bisogno di riscoprire il passato, e sono andati alla ricerca del vecchio, leggendario paese d’origine, da cui a suo tempo era partito il nonno o il bisnonno, e di cui hanno sentito parlare di quando in quando. Il più delle volte non si tratta delle grandi mete del turismo internazionale, come Venezia, Firenze o Roma, ma di qualche paesello sperduto fra le montagne dell’Appennino o in aperta campagna.

Secondo il Ministero degli Esteri, questo “Turismo delle Radici” interessa potenzialmente un bacino stimato fra i 60 e gli 80 milioni di discendenti degli emigrati italiani nel mondo (vale a dire un numero di persone superiore alla stessa popolazione dell’Italia) che risiedono soprattutto nelle Americhe, nell’Europa Centrale, in Australia ed in Sudafrica. Secondo l’ente turistico ENIT, questa categoria di viaggiatori nel 2018 ha superato il numero di 10 milioni di visitatori nel nostro paese generando un flusso economico in entrata di circa 4 miliardi di euro, che equivale a un incremento del 7,5% in più rispetto all’anno precedente. La Farnesina ha quindi creato delle iniziative allo scopo di promuovere questa nuova fonte di reddito intercettando una quota sempre maggiore dei flussi turistici di tal fatta per orientarli poi su itinerari regionali. In parole spicce, un turista che vada a ricercare le proprie origini (poniamo) a Brindisi di Montagna o a Montescaglioso, potrebbe essere poi essere incuriosito a visitare pure Matera.

Così, a cura del MAECI, si sono preparati una collana intitolata “Guida alle Radici Italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati” e tradotta in inglese, spagnolo e portoghese, il cui primo volume, pubblicato nel 2019, descriveva le regioni Puglia, Basilicata, Abruzzo ed Emilia-Romagna, mentre il secondo volume è dedicato a Calabria, Sicilia, Molise, Lazio e Lombardia. Mancano ancora regioni importati per i flussi migratori come la Campania o la Sardegna. Per spalleggiare questa iniziativa pubblica, l’Associazione Culturale AsSud ha inviato una nota a tutti i presidenti della associazioni dei lucani nel mondo in cui propone un progetto di ricerca condotto dall ‘Osservatorio Permanente sulle Radici Italiane (ORI) e intitolato “Scoprirsi Italiani: i viaggi alle radici in Italia”. Come strumento utile si propone un questionario anonimo che permetta d’indagare in profondità i risvolti antropologici ma anche economici, in sostanza per ricostruire un identikit statistico di questo tipo di visitatori.

Qui il link a chi fosse interessato a partecipare: 

https://turismo-delle-radici.typeform.com/to/XPgnLR?fbclid=IwAR2qDAZnhxDjmVI4bibfQ0knyghWanoFJpiCjJfiWLZzNqZy09zZrNkwKts

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