Nella foto: Strumenti per il diabete. Foto di ©Daniele Messina

Intervista al Dr. Fabrizi, biologo nutrizionista specializzato in nutrizione clinica e cure del diabete

Ippocrate scriveva: “Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.” Siamo abituati ad associare la cura al medicamento ma questo non è del tutto corretto. Ho intervistato il dr. Fabrizi che è un biologo nutrizionista specializzato in nutrizione clinica e cure del diabete. Lui lavora a Stoccarda in una clinica diabetologica accreditata dalla società di diabetologia tedesca, in cui segue pazienti diabetici di ogni tipo e forma ed inoltre lavora come biologo nutrizionista in collaborazione con le assicurazioni (Krankenkassen) a Stoccarda. Avevo la possibilità di chiedere qualsiasi cosa data la moltitudine di argomenti che tratta, pensando alle vacanze volevo orientarmi sulla dieta ma mi ha incuriosito l’associazione “nutrizione/diabete” e ho deciso di partire da qui.

Dr Fabrizi entro subito nel vivo dell’intervista: oggi parliamo di diabete di tipo 2. Prima di iniziare può dirci se esistono altre tipi di diabete?

Si esatto seppur oggi parleremo di una sola forma del diabete, in realtà ne esistono più tipi. Il diabete di tipo 1: insorge per distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina, su base autoimmune. Il diabete di tipo 3 , caratterizzato dalla funzione pancreatica in seguito a resezione chirurgica o tumore pancreatico oppure a stati infiammatori oppure a trattamenti farmacologici. Infine abbiamo il diabete gestazionale, una condizione metabolica che si può instaurare durante la gravidanza in seguito agli ormoni che la donna produce con l’instaurarsi di un’importante insulino-resistenza e conseguente innalzamento dei valori della glicemia.

Ha parlato di insulino resistenza e produzione di insulina, può spiegarci invece nel diabete di tipo 2 cosa succede?

Il diabete di tipo 2 caratterizzato da un’importante insulino-resistenza e in alcuni casi un deficit della produzione di insulina. Tuttavia la problematica principale non è la carenza dell’ormone insulina, bensì viene a mancare la capacità delle nostre cellule di captare questo ormone che viene prodotto addirittura in quantità eccessive.

Per noi comuni mortali, qual è il ruolo dell’insulina e delle cellule e come aumenta la glicemia ovvero lo zucchero nel sangue?

Ogni volta che mangiamo, tutti gli alimenti vengono scomposti attraverso la digestione, una parte di essi in maniera diretta come i carboidrati verranno scomposti in glucosio o zucchero. Il glucosio è la principale fonte di energia delle cellule, un po’ come la benzina per la macchina. Non appena aumenta la glicemia dopo il pasto, il pancreas produce insulina che è come una piccola chiave che apre le porte cellulari per far entrare il glucosio. Nel diabetico di tipo 2 queste chiavi, ovvero l’insulina non funziona adeguatamente perché le serrature ,porte delle cellule, sono difettose. La conseguenza è che le cellule non ricevono energia, il glucosio ovvero zucchero resta nel sangue e il pancreas che continua a monitorare la concentrazione di zucchero nel sangue, in mancanza di un abbassamento della glicemia, continuerà a produrre ulteriore insulina. Inoltre, in mancanza della funzione insulinica, un organo importante nel metabolismo degli zuccheri come il fegato inizierà a produrre glucosio e quindi i valori della glicemia aumenteranno anche di notte ,fase della giornata in cui non mangiamo. Il risultato è una glicemia alta di giorno e di notte ( diabete) e un iperinsulinismo (alti livelli di insulina). Entrambe queste condizioni sono patologiche e predispongono ad infiammazione.

Quali sono i valori ottimali di glicemia?

Un individuo sano dovrebbe avere una glicemia basale, ovvero a digiuno, sotto i 100 mg/dl. A partire da 126 mg/dl a digiuno si ha il diabete;oppure per un valore dell’emoglobina glicata ( HbA1c ) pari o superiore a 6,5% si ha una diagnosi di diabete.

Per me sono termini nuovi, per fortuna, che cosa è l’emoglobina glicosilata?

È un parametro di laboratorio, che ci dimostra l’andamento della glicemia degli ultimi tre mesi. I globuli rossi se “nuotano” in troppo glucosio verranno in parte anche essi attaccati. Se valutiamo la percentuale dell’emoglobina danneggiata allora sapremo l’andamento della glicemia degli ultimi tre mesi. Un valore superiore al 6,5% dimostra che i livelli di glicemia sono stati troppo alti ,oltre la soglia fisiologica. I globuli rossi vivono tre mesi ed è per questo che viene effettuato il controllo con questa periodicità.

Ora è più chiaro ma se invece la glicemia a digiuno è tra 100 e 126 mg/dl?

In questo caso non c’è una diagnosi ufficiale di diabete, ma il soggetto in questione mostra già un’alterata tolleranza al glucosio detto anche prediabete. Se non verranno pertanto corretti gli stili di vita potrebbe diventare velocemente diabete.

Se un cittadino italiano residente in Germania ha il diabete di tipo 2,quali controlli deve fare?

I punti di riferimento sono il medico di base e diabetologo. In Germania il paziente diabetico viene seguito in un programma di salute chiamato DMP (Desase Managment Programm) ovvero un programma strutturato in cui medici specialisti seguono in maniera regolare il paziente.

Cosa significa regolare,con quale periodicità?

Ovviamente il medico valuterà da paziente a paziente, ma solitamente sono previsti almeno 4 controlli all’anno proprio per valutare ogni tre mesi l’andamento dell’emoglobina glicosilata. Seguono poi i controlli del peso corporeo, pressione arteriosa, test di sensibilità per escludere neuropatie,visite dall’oculista e così via.

Come si cura il diabete di tipo 2?

Ovviamente l’approccio è sempre personalizzato. È necessario correggere sempre con lo stile di vita e le abitudini che possono causare o peggiorare il diabete. Un’alimentazione che sia protettiva e risolutiva per i picchi glicemici e insulino-resistenza è la strategia fondamentale. Il diabetologo prescriverà eventualmente i farmaci che oggi abbiamo a disposizione per il trattamento di questa patologia. È importante seguire il paziente diabetico in maniera regolare proprio per escludere peggioramenti o effetti collaterali. Per altri pazienti potrebbe essere necessaria una terapia insulinica. Possiamo riassumere con stile di vita (alimentazione e sport), terapia e benessere psico-fisico.

Se i miei genitori dovessero avere il diabete di tipo 2 che probabilità ho di manifestarlo anche io?

A differenza del diabete di tipo 1, la forma di tipo 2 l’aspetto ereditario non è trascurabile . La probabilità è oltre il 50 % ,quindi alta e per questo gioca un ruolo fondamentale la prevenzione. Infatti uno stile di vita equilibrato può proteggerci.

Esistono elementi che ci possano far pensare che siamo predisposti o abbiamo una tendenza? I classici campanelli d’allarme.

È da evitare prendere chili in eccesso soprattutto se si va ad aumentare la circonferenza del giro vita. Potrebbe essere utile in presenza di più campanelli di allarme,misurare la glicemia a digiuno.

Ha detto “circonferenza vita“, perché la vita e non le gambe ad esempio?

Può darci già l’idea di presenza di grasso viscerale, che è il metabolicamente più pericoloso. Infatti si comporta come un organo producendo sostanze che possono peggiorare la funzione dell’insulina e quindi determinando già l’insulino-resistenza, che nel tempo poi potrebbe essere accompagnata anche da un aumento della glicemia. La circonferenza vita negli uomini non dovrebbe superare i 102 cm e nelle donne 88 cm.

Si può guarire dal diabete di tipo 2?

Se si interviene in maniera multidisciplinare e si fa un lavoro personalizzato e duraturo nel tempo, si può avere una remissione della patologia diabetica e quindi rientrare con i valori della glicemia nei range fisiologici. Ma è fondamentale intervenire subito e non far trascorrere anni e quindi perdere tempo prezioso , andando a cronicizzare quindi la patologia. È importante circondarsi da professionisti qualificati in grado di lavorare con un team multidisciplinare rispetto a questa patologia.

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