Con la celebrazione della Santa Messa solennizzata da mottetti liturgici eseguiti dal Coro della Missione Cattolica anche la nostra collettività di Stoccarda ha reso omaggio al Milite ignoto. Lo ha fatto con dignità e sobrietà rispondendo con ampia partecipazione al puntuale invito di Fabio De Pellegrini, presidente della Sezione Alpini di Stoccarda e di Giulio Mattarocci, presidente del Nastro Azzurro di Francoforte.

Questo toccante momento è determinato dalla partecipazione di numerose rappresentanze di militari in congedo ed anche dall’immancabile adesione del gruppo dei Gebirgsjäger del capoluogo svevo-badense, guidato dal Capitano Christian Schweizer. Sono ormai 36 anni che italiani e tedeschi celebrano insieme la terza domenica di novembre la Domenica di Lutto Nazionale (Volkstrauertag) e depongono corone di fiori al cippo dei caduti tedeschi e di altre nazionalità, seppelliti nel Waldfriedhof di Stoccarda, istituito 100 anni fa (1923) proprio per i caduti del Primo conflitto mondiale.

“Italiani e tedeschi – ha esordito Fabio De Pellegrini, promotore della puntuale ricorrenza italo-tedesca – ci troviamo qui riuniti per ricordare i milioni di innocenti, vittime di assurde guerre, caratterizzate da aggressioni e brutali violenze. Questo luogo della memoria è e deve essere un costante richiamo al senso di colpa ed un monito contro la sofferenza, l’odio, la violenza inaudita e la conflagrazione mondiale del 1915 – 18 e del 1939 – 45.”

Il monito dunque è quello di non celebrare la guerra ma di ricordare costantemente i caduti, militari e civili di tutte le nazioni.

Sono loro che hanno pagato con la vita la difesa e la riconquista della pace e della democrazia.

Mai come in questo periodo c’è estremo bisogno di uno sforzo di tutte le democrazie volto a richiamare i propri popoli ai valori fondanti delle proprie costituzioni che, come quella italiana e tedesca pongono al centro il rispetto della libertà di pensiero dell’individuo e dell’autodeterminazione.

“La condivisione della sofferenza collettiva con gli altri Stati – ha aggiunto Giulio Mattarocci, co-organizzatore e capo del Gruppo Nastro Azzurro in Germania – deve significare: onorare i morti, piangere i dispersi, allontanarsi dall’odio e concentrare ogni sforzo per il rispetto della pace e della fratellanza fra popoli”.

L’appello è stato dunque alla non violenza e al ricorso alla diplomazia per dirimere situazioni di conflitto. Un altro accorato appello a fare tacere le armi in Ucraina, in Israele e Palestina è stato lanciato da Christian Schweizer, capitano di polizia e presidente dei Gebirgsjäger di Stoccarda: “La violenza bellica e l’odio sfrenato cui stiamo assistendo – ha detto Schweizer – necessitano di un immediato “cessate il fuoco” e di un avvio immediato dei negoziati di pace. Di fronte a tante morti innocenti – ha concluso Schweizer – sembra che i grandi ed imponenti monumenti e memoriali eretti in quasi ogni città non esprimano sufficientemente il doloroso passato”.

Ed il Console generale Massimiliano Lagi, relegato a letto per influenza ha fatto pronunciare attraverso il suo rappresentante Emanuele Di Girolamo un accorato appello alla pace.

“La guerra come strumento di offesa o di risoluzione delle controversie internazionali – ha scritto il titolare del Consolato generale di Stoccarda – è sempre un grande passo indietro della storia dell’unanimità, a volte più passi indietro. Basti pensare ai milioni di caduti che, se non fossero stati uccisi avrebbero potuto vivere in pace e contribuire al progresso umano anche con invenzioni, innovazioni, scienza, arte e cultura. Purtroppo ancora oggi registriamo innumerevoli vite innocenti strappate ai propri cari. Perciò l’instancabile impegno dell’Europa dovrà essere quello di un’insistente ricerca di negoziati di pace per ridare alle popolazioni speranza e diritto alla vita”.

Per l’occasione sono stati benedetti: il nuovo vessillo della Sezione Alpini di Stoccarda e la bandiera nazionale del Gruppo Germania dell’Istituto Nastro Azzurro che proprio quest’anno festeggia il centenario della sua fondazione, avvenuta il 26 marzo 1923.

La commemorazione si è conclusa con la deposizione delle corone di fiori ai monumenti dei caduti dei Gebirgsjäger e del Milite Ignoto. Toccante è stata la preghiera dell’Alpino e del Decorato, il canto della Madonna delle Nevi eseguito dal coro della locale Missione cattolica italiana e l’esecuzione del famoso Silenzio.