Rubrica a cura di Angela Trapanotto – Eventi e sagre in Sicilia

Nicosia è uno tra i più caratteristici borghi della provincia di Enna, ricco di chiese e palazzi baronali, scrigni di arte e di storia che si inseriscono in un contesto paesistico di altri tempi. L’origine antica di Nicosia è incerta e ancora oggi non esistono prove certe da chi sia stata fondata. Quello che si sa è che il nome “Nicosia” deriva dal greco e significa “la vittoriosa” e che venne dato dai bizantini. La città sorge su quattro rupi su cui spiccano i ruderi del castello medioevale. È situata nella parte nord occidentale della provincia di Enna. Nel territorio si contano due riserve naturali, monte Campanito-Sambughetti e monte Altesina, ricche di laghi e sorgenti di acqua purissima. E anche una “città demaniale”, fin dal XII secolo, possedeva numerosi feudi che hanno contribuito a incrementare il patrimonio architettonico e artistico.

Oltre ad essere dominata dagli arabi, vi furono i Normanni, i Borboni e gli Spagnoli. Secondo la leggenda, durante la dominazione spagnola, Nicosia ricevette la visita dell’imperatore Carlo V d’Asburgo. In tale occasione gli artigiani del luogo, costruirono un piccolo trono che ancora oggi viene conservato nella Basilica di S. Maria Maggiore e che viene ricordato come la sede di Carlo V. Sotto i Borboni Nicosia divenne sede vescovile con l’erezione a cattedrale della chiesa di S. Nicolò.

Essendo città demaniale furono costruite un vasto numero di chiese, istituti religiosi, conventi e monasteri. C’è il convento dei Frati cappuccini, con la chiesa di S. Maria degli Angeli, fondato dai padri cappuccini intorno al 1500. Oltre a custodire un reliquario e le spoglie mortali di San Felice, il convento, venne trasformato in seguito in carcere. Lì si trova la cella in cui è vissuto San Felice.

Le cose da visitare sono tante. È interessante percorrere le strette vie abbellite da scorci suggestivi e raggiungere i punti più alti per sfiorare le vistose torri campanarie. Oltre alle tante chiese come la chiesa di S. Calogero, la chiesa di San Vincenzo, del Santissimo Salvatore con il calendario di Rondinelle e la chiesa di S. Biagio con bellissimi stucchi rococò, si può vedere anche una serie di bellissimi palazzi baronali. Oggi i palazzi baronali sono 24.

Nicosia ha un patrimonio notevole di chiese ricche di opere d’arte di pittura e scultura. Arte e cultura si respirano tra tante stradine del centro storico. Arabeschi, capitelli, fregi, statue allegoriche che adornano i palazzi che i nobili feudatari fecero realizzare lungo le vie.

Fra le tante chiese la più importante è la cattedrale, dedicata a S. Nicola di Bari, presenta un portale maggiore di stile gotico-normanno, adornato da un’ornamento di motivi romanici. L’interno presenta il trittico marmoreo del “Redentore” e il fonte battesimale è scolpito in marmo con raffigurazioni di “Adamo e Eva” nell’edera. La cattedrale è anche importante per il suo prezioso unico tetto ligneo del 1300.

Gli eventi e le usanze sono legati alla tradizione contadina, d’ispirazione medievale e religiosa. Tra le tipicità gastronomiche non mancano di stupire i prodotti tipici locali come le carni, tuma, ricotta e i dolci come “il Nocattolo”. Si tratta di una pasta frolla e mandorle che viene tramandata da generazioni in generazioni. Tutti gli anni il 3 di settembre si svolge a Nicosia la manifestazione dedicata al dolce tradizionale dalla storia antica, dal sapore unico: “la Sagra del Nocattolo”. Questo dolce per la sua tipicità e genuinità gode del prestigioso riconoscimento “Denominazione comunale De.Co”.

Come si realizza questo dolce?

Esistono diverse ricette, ma la più comune si fa con farina, strutto o burro, uova e caffè, lievito e limone grattugiato, mandorle tritate, cannella, zucchero e albume di uovo.

Ingredienti: 1 Kg. di farina, 400 gr, di zucchero, (per la frolla), 400 gr di strutto o burro, 5 tuorli, ½ bustina di lievito, scorza di limone grattugiata, acqua.

Ripieno: 1 Kg di mandorle sbucciate; 750 gr di zucchero; 1 albume; 15 gr di cannella in polvere; vermouth; zucchero a velo.

Preparazione: impastare la farina, lo zucchero, il lievito e la scorza di limone grattugiata con il burro tagliato a cubetti e i tuorli. Lavorare bene con le mani. Se necessario aggiungete un poco di acqua. Avvolgete l’impasto con la pellicola trasparente e fate riposare per circa un’ora in frigo. Dopo stendete l’impasto con un mattarello in modo da ottenere una sfoglia alta un cm., che verrà suddivisa in tanti dischetti rotondi sopra cui verrà messo il ripieno preparato così come segue:

Macinate le mandorle finemente, unite lo zucchero e la cannella in polvere, impastare con il vermouth e l’albume, lavorare con le mani fino ad ottenere una crema consistente.

Dopo metteteli nel forno per 15-20 minuti a 200 gradi. A cottura ultimata spolverare con zucchero a velo. I Nocattoli sono pronti per essere gustati.

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