(Foto ©DBK/Matthias Kopp)

Con un comunicato congiunto della Santa Sede e della Conferenza episcopale di Germania si è conclusa la visita “ad limina” della DBK in Vaticano (14-18 novembre). Il testo riferisce in particolare dell’incontro interdicasteriale in cui si è discusso del Cammino sinodale tedesco. La visita “ad limina” è stata un’importante occasione di confronto e di dialogo per dirimere incomprensioni e tensioni fra Vaticano e presidenza del Synodale Weg, prima fra tutte quella che vedrebbe nel SW il rischio di percorso scismatico. Una comune dichiarazione rappresenta quindi un fatto positivo. Papa Francesco, che aveva incontrato l’episcopato tedesco il giorno precedente, non c’era all’incontro interdicasteriale, tenutosi all’Istituto Augustinianum alla presenza del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, del prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, e di altri titolari di dicasteri vaticani. Dal comunicato congiunto emergono le preoccupazioni di Roma per il rischio di una “riforma della Chiesa e non nella Chiesa” e le riserve per la metodologia, i contenuti e le proposte del Synodale Weg. Il testo esprime apprezzamento per il dialogo aperto, non formale e costruttivo, di cui non si potrà non tenere conto in futuro, affinché possa contribuire ad arricchire il Cammino Sinodale tedesco e il Sinodo universale della Chiesa.

Il suggerimento di una moratoria al SW da parte della curia romana non è stato accolto dai vescovi tedeschi. Un’interruzione del processo sinodale in questa fase conclusiva (la quinta e ultima assemblea sinodale si terrà il marzo prossimo) sarebbe controproducente perché interpretabile come segnale contradditorio di una Chiesa impegnata in un sinodo universale ma che di fatto non sa dialogare e confliggere su temi urgenti, che preferisce l’imposizione del silenzio con un esercizio di autorità gerarchica, piuttosto che abbracciare lo spirito di sinodalità che sta faticosamente praticando con il Sinodo universale.

Oltre al comunicato congiunto, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Bätzing, nella sua dichiarazione ha scritto che gli ad-limina-Besuche sono stati un “Ernstfall von Synodalität”, un banco di prova di sinodalità: “ascoltare, soppesare e lasciare l’altro esprimere e difendere il proprio modo di vedere”. Ora non si può più dire che le cose non siano state dette ma “restiamo insieme in cammino”, ha aggiunto, ribadendo che non ci sarà un “deutscher Sonderweg” scismatico: „Vogliamo portare avanti le questioni che noi vescovi possiamo attuare nella Chiesa locale e immettere nel processo sinodale mondiale in corso quelle che concernono il magistero”. Quanto all’assenza di papa Francesco all’incontro interdiscasteriale potrebbe essere stato un lasciar spazio agli interlocutori per favorire un colloquio sinodale, orizzontale fra le parti piuttosto che un confronto gerarchico.

Non per nulla il presidente della DBK ha detto: “Il papa ci ha lasciati dibattere fra noi come fratelli”. La Visitatio ad limina Apostolorum dei vescovi tedeschi si svolge solitamente ogni cinque anni significa visita presso le tombe degli apostoli Pietro e Paolo. La precedente visita risale al 2015.

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