Eh sì caro direttore, secondo la sua interpretazione delle cifre e numeri pubblicati, l’Italia è proprio povera. Peccato che “povere” lo siano innanzitutto le informazioni da Lei fornite. Se non si fosse fermato lì, se si fosse informato
o per lo meno se avesse confrontato i dati relativi all’Italia con quelli degli altri
Paesi europei e non, probabilmente il titolo sarebbe stato "L’Italia dei ricchi".
Lo sa Lei, che l’indebitamento delle famiglie italiane è comunque tra il più basso, se non il più basso, d’Europa? Addirittura quasi la metà della Germania ed un terzo di Francia ed Inghilterra! In Italia infatti, in termini di indebitamento
per famiglia, l’importo medio nel 2009 è stato di 21.270 euro, contro i 36.150
euro registrati in Francia, i 37.785 euro dei tedeschi, i 55.886 euro degli spagnoli e i 63.477 euro degli inglesi. Inoltre, con un reddito medio pro capite in relazione al potere d’acquisto di 16.162 euro, l’Italia si colloca al decimo
posto in Europa, preceduta dalla Germania con 16.207 euro.
E come giustifica la situazione disastrosa da Lei presentata, pur sapendo che in Italia l’80% delle famiglie posseggono una propria casa, mentre in Germania si raggiunge a malapena il 40%? Si tratta di un dato spesso diffuso dai
vari media, e che quindi anche Lei avrebbe dovuto conoscere. Sempre in tema di povertà, l’Italia in Europa ha il più alto numero di autoveicoli e di cellulari
per abitante, il Pil dell’ultimo trimestre è stato il migliore d’Europa, le esportazioni sono aumentate del 17%. E per i mondiali di calcio del Sudafrica, si stima che siano partiti 5.000 tifosi/turisti, mentre per la "ricca" Germania
si arriva a stento a 2.000 (e la Germania ha 25.000.000 di abitanti in più…).
Durante la crisi immobiliare, qualche banca in Germania, Francia ed Inghilterra è fallita e lo Stato è dovuto intervenire. In Italia, zero. Sul "Sole 24 ore" del 17 Giugno Barclay, il colosso mondiale bancario, ha deciso di investire in Italia perchè la considera come uno degli stati più solidi in Europa. Anche il tema disoccupazione in Italia viene da Lei affrontato senza le dovute considerazioni
necessarie per fornire un quadro più veritiero della situazione. Se nel nostro paese il tasso ufficiale è dell’ 8,9% (vero) in Germania è dell‘ 8,1%.
Ufficiosamente però tutti sanno che questa percentuale è “truccata” e che in
realtà è quasi del doppio, visto che nelle statistiche tedesche di disoccupazione non vengono conteggiati i cosiddetti 1 Euro-Job, tutti coloro che stanno frequentando corsi di formazione pagati dall’Arbeitsagentur e gli Aushilfen
(400,00 Euro-Basis). In Italia, tutto ciò non esiste!
Dulcis in fundus, la fotografia del bambino
senza tetto ed affamato la potevate almeno fare meglio. Per essere un bambino povero se la cava molto bene con l’inglese, conoscendo addirittura la "&" che in Italia ha un significato commerciale mentre nella lingua anglosassone significa "and". E poi indossa un bel piumino costoso, una bella sciarpetta ed un cappellino all’ultima moda ed è avvolto da una coperta troppo pulita per averlo avvolto mentre dormiva in strada. È chiaro che volevate
puntare sulla suggestione del lettore, ma un occhio un po’ attento vede subito che si tratta di una messa in scena.
Il problema, caro Direttore, non è tanto nella sostanza di quell’articolo ma nella sua forma. Toni catastrofali con tanto di foto ad effetto, mancanza di oggettività e di punti di paragone, solo per far credere al mondo intero, visto che il suo giornale viene distribuito all’estero, che l’Italia sia un paese povero ed affamato. I problemi, ovviamente, ci sono in Italia così come in tutti gli altri Stati europei, chi più chi meno. Ma l’Italia non è certamente peggio degli altri, tutt’altro.
Il suo giornale dovrebbe promuovere l’Italia ed il made in Italy, e non denigrarla! Gli italiani all’estero hanno fatto e stanno facendo tanto per dare una facciata positiva al nostro paese, e Lei sa meglio di chiunque altro quanto sia difficile realizzarsi in un paese straniero, soprattutto in Germania dove esistono ancora molti pregiudizi nei nostri confronti. Con quell’articolo, Lei non ha fatto altro che alimentarli, mettendo benzina sul fuoco, e infangando a sproposito il nostro Paese anziché promuovere quelle che sono le nostre qualità migliori, come la cucina, la moda, l’arte, la cultura, la storia, il turismo, l’architettura, la musica e l’opera, le macchine di lusso che tutto il mondo ci invidia (e cerca di copiare).
Invece Lei si è lasciato trascinare dai classici discorsi politici-demagogici, probabilmente spinto da qualche frazione di parte che ha tutto l’interesse
per cercare di ottenere consensi all’estero che possano essere utili nelle prossime elezioni. E qualcosa ci dice che non siamo lontani
dalla verità… E qui vorremmo tanto porle alcune domande che ci stanno molto a cuore: a che pro? Quali fini si nascondono dietro una voluta falsa propaganda
negativa e diffamazione dell’Italia? Siete anche voi italiani, perché vi piace così
tanto sparare a zero, anche a costo di tacere
delle verità, sulle vostre origini, tradizioni,
cultura e su tutto ciò che, se non voi stessi almeno i vostri famigliari e conoscenti, hanno saputo costruire con la sola forza del lavoro, onestà e senso del dovere? Perché ci tenete così tanto ad informare in modo sbagliato i nostri connazionali in Germania dipingendo uno scenario da film
dell’orrore e convincendoli che l’Italia ed il suo attuale governo siano qualcosa di cui vergognarsi?
Contiamo in una Sua risposta esplicativa.
Cordiali saluti
Alberto Bassani, Dott. Silvia Miglio

P.S.: Pigs, non significa volgarmente "porci” ma "maiali", e comunque non ha nulla a che vedere con gli animali. Pigs è l’abbreviazione dei seguenti Stati a rischio: Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna. Almeno li poteva mettere in ordine come da noi indicato, così qualcuno avrebbe capito meglio il significato.