Cari ristoratori, circa tre mesi fa vi ho chiesto di dare un vostro giudizio su quello che è successo nel voto degli italiani all’estero. Mi ero convinto che c’era qualcosa che non andava e quindi volevo sapere il vostro giudizio. Mi sono giunte alcune risposte, due delle quali molto notevoli da due personaggi di Ciao Italia che avrebbero ben meritato di essere eletti, ma che invece sono stati maltrattati da strani personaggi, che sono stati protagonisti di molti episodi discutibili.
Vi dirò che in Italia si parla apertamente di abolire il voto degli italiani all’estero per le irregolarità che sembrano essersi verificate. La cosa mi addolora molto, avendo sempre pensato che il contributo degli Italiani all’estero era essenziale per l’Italia ed avendo sempre sperato che la loro esperienza sarebbe diventata preziosa per uscire dalla crisi. Il grande lavoro che fece Tremaglia sta per essere tradito (ed il primo a tradirlo fu quel suo collaboratore che si presentò in Europa, falsificando la sua residenza e violando così la condizione che Tremaglia aveva voluto, che gli eletti degli italiani all’estero fossero veramente residenti all’estero).
Inoltre sono accaduti alcuni scandali su candidature sospette, su finanziamenti illeciti ed infine c’è il vasto sospetto che il metodo elettorale scelto sia stato occasione di abbondanti manipolazioni.Ma di questo si occuperanno coloro che devono controllare l’onestà del sistema elettorale. Io invece mi domando: dove sono i ristoranti italiani all’estero, i loro pionieri, quelli che li hanno creati con lavoro e sacrificio, quelli che difendevano l’Italia, lavorando per la civiltà e la qualità della cultura italiana, visitata attraverso i simboli della tavola apparecchiata?
Dove è l’associazione patriottica che difendeva con la qualità del lavoro la dignità degli italiani all’estero, che mandava eccellenti rappresentanti al parlamento, che si ribellava ai giudizi sprezzanti che si facevano sugli italiani, che redarguiva gli italiani che non erano all’altezza della vera qualità? Che fine hanno fatto? Perché non si sono ribellati ad una manipolazione della rappresentanza degli italiani all’estero? Perché non hanno reagito? Perché non hanno denunciato?
Conosco anche il perché: c’è i giro molta delusione e molta amarezza, che si trasforma in polemiche, tanto assurde quanto feroci, in maldicenze ed in gelosie. La qualità che teneva uniti gli italiani non era solo una qualità professionale o commerciale, ma era soprattutto una idea bella che purtroppo è stata perduta. Sono amareggiato ed addolorato. Anche Ciao Italia ha perso questo modo di sentire e non sente più la solidarietà fra uomini che stanno nella medesima trincea.
Sono convinto che, come in Italia bisogna ricominciare da capo per ricostruire un Paese sano, anche all’estero bisogna fare un nuovo sforzo per ritrovare gli italiani che si battano per un’Italia buona. Ve lo dico con molta chiarezza: se non ritorna quello spirito degli anni ’80 non andiamo da nessuna parte. Antonella Rebuzzi, che è stata un’ottima e coraggiosa senatrice, ha in cuore il sogno di qualche anno fa di fare un nostro Congresso a Mosca.
Ma abbiamo noi il coraggio e l’entusiasmo dei nostri tempi migliori per rendere a lei il dovuto omaggio e la dovuta riconoscenza per come ci ha rappresentato? Emanuele Esposito ha fatto una proposta coraggiosa. Chi gli ha risposto? Un ambasciatore in Cina ci aveva chiesto di portare il messaggio della qualità fra i ristoranti di quella nazione ed ora rischiamo che la qualità migliore sia garantita dai ristoranti dei giapponesi che hanno studiato in Italia. Siamo stati forse capaci di sostituire la mancanza di iniziativa politica italiana con il nostro entusiasmo costruttivo come facemmo negli anni ’80?
In una parola, vogliamo veramente stare insieme per costruire qualcosa o siamo soltanto degli sbandati in attesa di un avventuriero che ci inganni e ci utilizzi per i suoi propri interessi? Scusate la mia franchezza, ma credo che a questo punto l’età e l’esperienza mi consentono di essere crudamente sincero e realista.