La doppia stagione (10 anni) di servizio dei Comitati per gli italiani all’estero –Comites- è finita. Nelle prossime settimane conosceremo i nomi dei rappresentanti futuri degli italiani nel mondo. Ma con quale animo i vecchi escono di scena? Lo abbiamo chiesto ai presidenti uscenti dei Comites Germania nelle circoscrizioni più grandi.
Un filo di delusione, qualche soddisfazione per un lavoro lungo e spesso ingrato. “Ci sono sempre problemi con il console di turno, uno molto diverso dall’altro –dice Salvatore Virga, presidente del Comites di Stoccarda, la più grande circoscrizione in Germania e non solo-. Il nostro parere consultivo –continua- lo tengono in considerazione soltanto quando fa loro comodo. Ma mi delude ancora di più la prospettiva con cui queste elezioni sono state preparate. Sembra che siano fatte apposta perché la gente non vada a votare. È troppo il lavoro amministrativo che chi vota è costretto a fare, e questo scoraggerà molti ma, soprattutto, i problemi saranno per chi si vuole candidare e che dovrà fare un lavoro sovrumano per convincere gli elettori a votare. Vincerà chi ha a disposizione delle liste di elettori: forse i partiti, forse qualcuno dei patronati. Nel complesso, temo che le votazioni saranno un vero fallimento”.
Anche Stefano Lobello, coordinatore dell’Intercomites e presidente a Francoforte, non la pensa diversamente: “abbiamo fatto per dieci anni un lavoro volontario per gli italiani e su di noi c’è sempre il sospetto che lo facciano per averne un tornaconto”. Pur essendo la delusione –ed anche un po’ di stanchezza- un filo comune dell’esperienza dei presidenti uscenti, non manca in alcuni anche una nota ottimistica.
È il caso di Claudio Cumani, presidente del Comites di Monaco. “Una esperienza –dice- da una parte molto impegnativa, da farsi dopo il lavoro, utilizzando il tempo libero e anche parte delle vacanze. Tuttavia è stata anche una esperienza molto arricchente, che ha dato a tutti noi, eletti nei Comitati, la possibilità di conoscere bene la realtà dei nostri connazionali nel Land di residenza. L’aspetto più positivo, per quello che riguarda la Baviera, è stato il riconoscimento, da parte della politica e della cultura tedesche, del nostro ruolo di rappresentanza.
C’era e c’è un forte bisogno in questo senso; i tedeschi cercano un interlocutore, che trovano senza problemi nelle altre comunità di stranieri. Sono loro quindi che ci dicono che il Comites è importante. Ho avuto modo di incontrare, nella mia veste di presidente, politici importanti: il presidente del Land, ministri in carica, ed ho sempre rappresentato la comunità italiana nella pienezza del mio mandato”. Cumani conferma quindi che, la loro funzione politica, i Comites se lo sono ritagliata tra le pieghe della legge. La quale, intatti, pur riconoscendo brevemente il ruolo di rappresentanza nei confronti delle autorità straniere, non è certo nata per quello scopo.
Questa è l’opinione anche di Rosella Benati, presidente del Comites di Colonia. “La cosa più importante –dice Benati- è stato il riconoscimento da parte dell’Amministrazione tedesca del nostro ruolo, mentre l’Amministrazione italiana ci prendeva a malapena in considerazione. Siamo andati dai ministri competenti, abbiamo discusso dei problemi degli italiani, abbiamo contribuito a salvare scuole come l’Italo Svevo e la Gesamtschule. Abbiamo ottenuto l’appoggio dei tedeschi là dove l’Italia si tirava indietro –continua Benati; per non parlare della campagna perla doppia cittadinanza o il libretto informativo per i nuovi arrivati, realizzato insieme al Comites di Dortmund, che, nella versione elettronica è stato scaricato dalle 5000 alle7000 volte”. Nel complesso il lavoro sociale, culturale e politico dei Comites è stato eccellente. Ricordiamo le molteplici attività culturali, sportive e informative (per i nuovi arrivati) in molti Comites, tra cui Monaco, Hannover, Colonia, Dortmund.
Ricordiamo il ruolo politico nella mobilitazione dei connazionali contro la chiusura delle sedi consolari, soprattutto a Mannheim, Saarbrücken, Norimberga, Amburgo. Ricordiamo la lotta in favore di corsi scolastici migliori, soprattutto a Stoccarda, o della formazione bilingue, soprattutto a Wolfsburg. Ricordiamo l’organizzazione di Premi come ad Hannover e a Berlino. Ricordiamo i documenti comuni firmati da tutti i presidenti in favore della gratuità del passaporto. Ed abbiamo citato soltanto alcune delle realizzazioni e delle attività.
I Comites Germania hanno lasciato un segno positivo nonostante i limiti della legge istitutiva, che continua ad essere la stessa nonostante le molte proposte di cambiamento.