Il vice direttore generale del personale, ministro Sabbatucci, spiega Confsal Unsa, "ha rappresentato le modifiche intervenute nel frattempo rispetto all’elenco consegnato ai Sindacati il 29 novembre scorso, affermando che tale “sintesi” è stata “approvata definitivamente dal Ministro Bonino”. Secondo quanto riportato dal Ministro Sabbatucci, il presente esercizio costituisce un preciso obbligo di legge derivante dal D.L. 95/2012 che viene tramutato in opportunità per la politica estera del nostro Paese. Per questa finalità, il MAE ha dunque condotto un’azione di avvicinamento e di confronto con il mondo politico – ovvero con i politici delle Commissioni Esteri di Camera e Senato e con il CGIE – nonché con i Sindacati della Farnesina, per restringere l’ampia rosa di sedi fatta circolare durante la precedente riunione".
La nuova lista delle chiusure, annota il sindacato, "si concentrerà ora sull’Europa e sulla rete degli IIC, mentre per gli Uffici extra europei (Nordamerica, Sudamerica e Australia) l’Amministrazione è tornata sulle proprie posizioni, disponendo del mantenimento in essere di tutte le strutture collocate in queste Aree geografiche. Per le restanti sedi è stata evidenziata una visione meno eurocentrica della Farnesina rispetto alla propria proiezione all’estero. Parallelamente al processo di chiusura delle rappresentanze consolari e degli IIC, che riporteremo qui di seguito, vi saranno delle aperture di strutture strategicamente importanti per la crescita e per la sicurezza del nostro Paese. Trattasi – annuncia la Confsal Unsa – della riapertura di Durban e dell’istituzione di una sede nella zona del Sahel, per il controllo dei flussi migratori".
Molto critico il sindacato non solo sulla scelta di alcune sedi, ma anche sulla "tempistica ravvicinatissima delle chiusure (estate 2014), con il Ministero che non ha ancora definito le determinazioni tecniche relative alle sedi riceventi".
Nella riunione di oggi, continua il sindacato, "la CONFSAL UNSA Esteri non ha potuto far meno di evidenziare che il presunto “obbligo normativo” di chiusura di sedi in realtà non è contemplato dal D.L. 95/2012 sulla Spendig Review, tant’è che l’allora Ministro degli Esteri Terzi ha sospeso con un provvedimento amministrativo interno ogni chiusura durante tutto il 2012. Inoltre, la norma citata prevede espressamente l’abbattimento degli sprechi all’interno delle Pubbliche Amministrazioni, tuttavia ad invarianza di servizi alle collettività, servizi che, nella fattispecie, inevitabilmente non potranno più essere garantiti. Nel prendere atto del “ravvedimento” dell’Amministrazione sulla chiusura di talune sedi dislocate in Aree quali Australia, Stati Uniti e Sudamerica, la nostra Sigla ritiene fuori da ogni logica l’accanimento mostrato oggi rispetto a strutture quali gli Sportelli Consolari (soprattutto Norimberga, Saarbruecken, Manchester, Innsbruck e Grenoble), considerando le stesse probabilmente opzioni non degne di considerazione, nonostante l’efficienza, il risparmio, la vicinanza alle collettività residenti dimostrate da questo tipo di unità negli ultimi 3 anni. Peraltro, la cerchia di azione di questa forma alleggerita di struttura consolare, garantisce da sola servizi a collettività composte da 20.000 fino a 45.000 connazionali ciascuna. Trattasi peraltro di strutture che funzionano eccellentemente, come rilevato anche dalle recenti ispezioni amministrative avvenute in loco".
Il sindacato ha quindi espresso "indignazione e protesta rispetto alla scelta incoerente palesata dalla Farnesina, nonché rispetto all’assurdità economica della chiusura di sportelli che operano, per quanto concerne i costi, nello spirito del D.L. 95/2012. Il nostro Sindacato si è altresì espresso contro l’obbligo che si vuole addossare a oltre 100.000 connazionali di assolvere trasferte finanche di 900 km per ottenere servizi istituzionali dal proprio Stato".
Quanto agli IIC, la Confsal Unsa Esteri "ritiene ancora più assurdo voler risparmiare sulla cultura che, al contrario, dovrebbe essere il vero motore della nostra economia a fronte di un investimento minimo per il nostro Paese. Pertanto, occorre salvaguardare le funzioni di queste strutture, anche mediante una loro integrazione quali “Uffici culturali” presso le rappresentanze diplomatico-consolari immediatamente vicine, e, laddove demaniali (cioè senza spese aggiuntive di affitto), lottando per il mantenimento del loro status".
Infine, la critica sul metodo: "la Confsal Unsa Esteri deplora con forza le determinazioni assunte in ambito dell’"esercizio di sintesi" condotto, secondo quanto affermato dal Vice Direttore Generale, con il supporto della parte politica, del CGIE e delle Organizzazioni Sindacali. Infatti, l’estenuante lotta condotta unicamente dal nostro Sindacato a tutti i livelli contro le chiusure irragionevoli e illogiche, anche ai fini del mantenimento dei posti-funzione per le AA.FF. e dei posti di lavoro per il personale assunto in loco, la lotta condotta dai politici che in questi ultimi mesi hanno incessantemente protestato con tutti i mezzi a loro disposizione contro i provvedimenti di chiusura, nonché la lotta condotta dal CGIE anche in ambito di audizione parlamentare per salvaguardare i servizi alle collettività all’estero inducono a concludere che le decisioni draconiane oggi esposte siano state prese in altre sedi!".