È stato tradotto e pubblicato anche in italiano l’ultimo saggio di François Jourdan intitolato “Dio dei cristiani, Dio dei musulmani. Che cosa ci unisce, che cosa ci divide?”. Il libro è nelle librerie italiane grazie alle Edizioni Lindau. Percepito come un elemento destabilizzante della modernità, l’islam disorienta, inquieta, spaventa. Ma la conoscenza che ne abbiamo è spesso approssimativa e superficiale e non tiene realmente conto dei principi fondamentali di questa fede.
Del resto, questo problema riguarda oggi tutte le religioni, i cui aspetti dottrinali, semplificati fino alla caricatura quando non apertamente disprezzati, sono in larga misura ignorati. Eppure è la dottrina a definire l’identità e la visione del mondo di ogni singolo credente. Per ovviare a tale carenza, che ci impedisce di compiere dei reali progressi, François Jourdan analizza in questo libro i postulati essenziali del cristianesimo e dell’islam, entrambi colti nella loro specificità e integralità.
L’intenzione dell’autore è quella di mettere in luce, oltre alle apparenti analogie, soprattutto le grandi differenze tra le due fedi: la diversa concezione di Dio, della rivelazione, del profetismo, delle Scritture, il rapporto tra Dio e l’uomo (che nell’islam è concepito solo in termini di sottomissione umana all’iniziativa divina, mentre nel cristianesimo prende la forma di un’Alleanza salvifica), la sostanziale estraneità del Gesù cristiano rispetto a quello musulmano e la condanna (da parte islamica, ma anche ebraica) di san Paolo come inventore del cristianesimo, responsabile della trasformazione del Gesù umano e storico in Figlio di Dio.
Jourdan, grazie a un linguaggio semplice e diretto e a una profonda conoscenza degli argomenti trattati, vede proprio in queste differenze le solide fondamenta su cui edificare una comprensione reciproca e, di conseguenza, un efficace dialogo interreligioso: per capire l’altro, infatti, è necessario in primo luogo riconoscerne la diversità. Solo nella chiarezza, egli afferma, potranno maturare i presupposti per uno scambio proficuo, in grado, se non di eliminare le distanze, almeno di favorire il rispetto reciproco, unica efficace barriera al fanatismo e all’intolleranza.
François Jourdan, laureato in teologia, storia delle religioni e antropologia religiosa, è sacerdote e professore. Delegato della diocesi di Parigi per le relazioni con l’islam (a partire dal 1998), ha insegnato mistica islamica al Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica di Roma (dal 1994 al 1998). Ha insegnato all’Institut Catholique de Paris e all’École Cathédrale. Attualmente è inviato nelle Filippine dalla sua congregazione per un progetto interprovinciale.
Tradotto dal francese da Lucilla Congiu, il volume è arricchito dalla prefazione di Rémi Brague, docente di filosofia araba medievale alla Sorbonne di Parigi, il quale spiega che, “grazie alla sua specifica formazione, padre François Jourdan è particolarmente idoneo a contribuire in modo fruttuoso al dialogo tra cristiani e musulmani.
Il rapporto concreto con questi ultimi è per lui un dato quotidiano: è stato missionario in Africa, dov’è venuto a contatto con l’islam africano; è vissuto in Marocco e ha percorso in lungo e in largo la Tunisia, l’Egitto, il Libano, la Giordania, la Siria e la Turchia. Egli si propone come uno strenuo difensore del confronto aperto e pacifico tra i credenti delle due religioni, e insiste affinché questo si svolga nella verità, ossia senza eludere i punti sui quali è opportuno e giusto discutere”.