Attualmente, in Italia, vivono oltre cinque milioni di immigrati, pari all’8% della popolazione. Due milioni e mezzo sono i lavoratori stranieri, circa un decimo dell’occupazione totale del Paese. Svolgono mansioni non più ambite dagli italiani e costituiscono una risorsa preziosa ed indispensabile per l’intero sistema economico-produttivo nazionale. Molti sono arrivati in Italia rischiando la vita ed affrontando situazioni di grave precarietà ed emarginazione.
Molti continuano ad arrivare spinti da un forte desiderio di libertà e democrazia, che non sempre riescono a vedere realizzato. La fotografia degli immigrati scattata dall’ultimo Dossier Statistico Caritas- Migrantes è quella di una presenza organica e quotidiana, in continua espansione, che interroga le istituzioni e la società civile sul campo dell’effettiva capacità di accoglienza e d’integrazione, oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. Quella dell’immigrazione è, dunque, una questione cruciale per il futuro del Paese, una questione – spiegano Azione Cattolica Italiana e Istituto “Toniolo – che chiede risposte all’altezza dei principi fondamentali di diritto cui si ispira la nostra Costituzione.
Non si tratta di scrivere una formula giuridica, ma di dare concretezza ad un progetto di convivenza sociale che sia inclusivo e solidale”. Affrontare il tema dell’immigrazione, oggi, vuol dire essere capaci di uno sguardo ampio, che sappia considerarne gli innegabili aspetti politici, sociali, umani e pastorali. Per questo l’Azione Cattolica Italiana e l’Istituto di Diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” promuovono domani un convegno a Roma, alla Domus Marie, sul tema “L’immigrazione come grande questione nazionale”.
Dopo la Santa Messa in memoria della venerabile Armida Barelli, nell’anniversario della nascita (1 dicembre 1882) e del beato Giuseppe Toniolo, presieduta da mons. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell’AC, i lavori saranno aperti da Franco Miano, presidente nazionale dell’AC e da Ugo De Siervo, presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto “G. Toniolo” e presidente emerito della Corte Costituzionale. Sarà presente il demografo Giampiero Dalla Zuanna, dell’Università di Padova, che getterà luce sull’effettiva incidenza della presenza straniera nella quotidianità del sistema Italia.
L’internazionalista Bruno Nascimbene, dell’Università di Milano, invece, prendendo le mosse dalla tormentata legislazione italiana in materia di immigrazione, traccerà le prospettive di un auspicabile allargamento del diritto di cittadinanza agli stranieri residenti e, in particolare, a quelli di seconda generazione. Ad affrontare i risvolti di un impegno pastorale ed ecclesiale legati alla presenza degli immigrati nelle nostre città sarà invece mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e membro della commissione episcopale della Cei per le migrazioni.
Oliviero Forti, responsabile dell’Ufficio Migrazioni di Caritas italiana, darà contezza dei bisogni concreti degli immigrati che giungono in Italia e dell’effettiva capacità di risposta da parte delle istituzioni e del Terzo settore, con particolare riguardo al mondo del volontariato cattolico. Monica Del Vecchio, consigliere nazionale per il Settore Giovani dell’Azione Cattolica e membro del Comitato esecutivo dell’Istituto “G. Toniolo”, sottolineerà la cura dell’AC per favorire la partecipazione degli stranieri alla vita delle comunità, a partire dal progetto associativo “Il pozzo di Sicar”.
A concludere la giornata di riflessione sarà una tavola rotonda con la partecipazione di Mohamed Ba, attore e mediatore culturale senegalese, Giuliana Sberna, vicepresidente Settore Adulti dell’Azione Cattolica di Brescia e Miriam Modica, del Settore Giovani dell’Azione Cattolica di Agrigento: ognuno originale testimone di un radicato impegno a favore dell’integrazione e dell’interculturalità. Come sottolinea Michele D’Avino, direttore dell’Istituto “G. Toniolo”: “Non solo, dunque, una questione di diritto.
L’immigrazione è innanzitutto una questione di civiltà. Che chiede il coinvolgimento ed il contributo di tutti e di ciascuno, istituzioni, comunità civile ed ecclesiale. Non solo una questione politica. L’immigrazione è innanzitutto una questione di umanità, che interroga profondamente la nostra coscienza di credenti in Cristo, che fa di ogni uomo un fratello appartenente ad un’unica famiglia umana”.