Pare sia diventata una consuetudine per alcuni giornali tedeschi, denigrare o criticare il nostro Paese ricorrendo ai soliti luoghi comuni, irridendo le nostre usanze, i nostri costumi e finanche la politica ed alcune istituzioni del nostro Paese. Sentenze gratuite quanto immotivate, sbattute sulle pagine dei giornali, con lo stesso effetto di una lama di coltello affondata e rigirata nella schiena dei nostri connazionali che, emigrati per necessità e non certo per diletto, contribuiscono da sempre con lealtà ed onestà alla crescita ed alla prosperità della rinata “grande” Germania, che li ospita.
Trascorro parte del mio tempo in Germania per lavoro e la rispetto per l’ordine, la pulizia, l’organizzazione e molto altro ancora; mi piace l’efficienza e la coerenza teutonica, ma non accetto che si manchi di rispetto al nostro Paese solo per esigenze di cassetto, per ignoranza o superficialità e che s’ imbratti con striscianti discriminazioni, l’immagine della nostra gente, soprattutto quando il loro Cancelliere si professa paladina e vestale dell’Europa Unita.
Noi Italiani, come qualsiasi altro popolo, non siamo immuni da difetti o da peccati, né ci siamo mai sentiti degli “eletti” (pur avendo inondato di civiltà ogni dove); ma tra i tanti difetti che ci riconosciamo, il nostro più grande, è certamente quello di non riuscire a non parlar male di noi stessi; cosa che i nostri amici tedeschi invece, riescono benissimo a fare, anche quando fanno delle emerite sciocchezze che il più delle volte vengono abilmente taciute dai loro media. Più volte ho sperato che i giornali italiani enfatizzassero parimenti, le magagne e le anomalie che ben sappiamo essere tante anche qui in Germania, come ovunque nel mondo; ma i giornali italiani purtroppo, amano inseguire il gossip, dissertare su futili argomenti, sbattere nomi in prima pagina senza alcuna prova provata; ed ecco allora che i media di altri Paesi trovano comodo scrivere male di noi, cogliendo ogni futile pretesto, stigmatizzando ogni dichiarazione, ben attenti dallo sciolinare i propri panni sporchi allo sguardo dell’opinione pubblica mondiale.
Quindi, quali involontari protagonisti e vittime designate dalla denigrazione mediatica in atto, in un crescendo “rossignano”, ci ritroviamo infilati – nostro malgrado – nel perverso ed illiberale meccanismo di sbarramento commerciale; una sorta di mascherato protezionismo spesso misto ad invidia, o peggio, a rigurgiti di razzismo che ci tocca tutti indistintamente, come se essere italiano in Germania, fosse sinonimo di inaffidabilità, di disonestà, di cialtroneria ed altro ancora…
Non si può accettare e rimanere insensibili quando ci apostrofano con termini dispregiativi, come: Maccaroni, Spaghettifresser (mangiaspaghetti, dove il verbo fressen è riferito ad un animale che mangia e non a una persona), Walsch (non germanico), Mingiaweisch (dall’esclamazione siciliana “minchia” e "weisch", per definire gli italiani di seconda generazione), Mafioso, Itaker (gioco di parole tra Italia e Itaca, che rimanda al concetto di giramondo, di vagabondo), o Shitalian (gioco di parole basato su “Italian”, e “shit”, noto termine dispregiativo per indicare gli escrementi).
Criticare l’Italia e gli italiani, oltre che dimostrare una mancanza di “stile” e di “civiltà”, conferma una strategia studiata ed attuata per emarginare l’economia stessa del nostro Paese, per arrecare danno alle nostre imprese, al nostro turismo, e non solo, così come, dipingere il nostro Capo del governo come: “pagliaccio”, “mafioso”, “criminale”, “corruttore” o chi sa Dio che altro, equivale ed offende la sovranità di un popolo, che a maggioranza liberamente e democraticamente con il voto, ha scelto il proprio leader a prescindere. No, non è una difesa nei confronti del Sig. Berlusconi, imprenditore e capo di un partito, ma della libera espressione della maggioranza degli italiani; e ciò deve bastare per pretendere da tutti rispetto per la sua carica istituzionale, fino a quando si comproverà la sua presunta indegnità; ma soprattutto, si deve rispetto a quella parte del popolo italiano che a maggioranza, lo ha eletto. Cessino dunque i luoghi comuni, le insinuazioni, le mezze frasi, le improbabili verità, su quei giornali che in palese spregio della obbiettività, preferiscono plasmare l’opinione pubblica italiana e internazionale, inseminando l’idea che tutto ciò che si tenta di fare nel nostro Paese è sbagliato, a prescindere.
Non lasciamoci intimidire; piuttosto, ribaltiamo questi luoghi comuni, sollecitando le nostre istituzioni a prendere posizione ed a pretendere il rispetto che ci è dovuto al pari di quello che siamo soliti riservare allo straniero che visita o lavora in Italia. Solo gli ingenui, i creduloni, i fondamentalisti ad oltranza ed i pavidi, ignorano di essere loro stessi soggetti passivi, plagiati e succubi di una egemonia, priva di idee e di concretezza, fino a prova contraria; e da quando mondo è mondo, sono i fatti e non le parole che fanno la differenza, così come in una democrazia, è la maggioranza la sovrana indiscussa di una libera e civile società!
Pubblichiamo volentieri l’opinione del collega Piero Salamina, ricordando soltanto che questo giornale è da sempre il primo a stigmatizzare i pregiudizi antitaliani o antilatini che puntualmente ogni estate si rinnovano sui media tedeschi, ormai dando l’impressione di un vero e proprio Kulturkampf come nelle peggiori tradizioni della cultura pantedesca (e stavolta vediamo cosa ci aspetta, se si rimane sul tema della pedofilia o si trova qualcosa di nuovo!).
Parimenti questo giornale è impegnato sul fronte di una integrazione paritaria, nel rispetto delle lingue e delle tradizioni di ciascuno, quindi anche nostre. Ed è impegnato sul fronte della costruzione di una Europa delle comunità e dei popoli. Questo ci spinge a trovare ragioni di mescolanza, non di divisione; cosa che facciamo, tra l’altro, dando voce a questa comunità italiana che tanto ha dato al benessere sia della propria patria di origine, sia della nazione di accoglienza, e che ora viene schifata sia dall’una che dall’altra. Senza entrare nel merito delle singole questioni che Salamina tocca, rimarrei un attimo sulla richiesta di intervento delle istituzioni italiane.
Che nulla hanno fatto e nulla faranno in difesa di questa comunità, per il semplice fatto che per le nostre istituzioni questa comunità diventa sempre più un peso di cui liberarsi, e sempre meno una risorsa. Citerei a questo proposito lo smantellamento della rete consolare, la riduzione della spesa per la lingua, il dispetto dell’Ici, l’attacco alla stampa, e via discorrendo. Non vorremmo tediare il lettore più di tanto con cose che si trovano ad ogni numero su questo giornale. Ricorderei però che a partire dai fatti di Materazzi-Sidane del campionato del mondo di calcio (gli italiani sono tutti mezzi imbroglioni), e poi passando per la strage di Duisburg (i ristoratori italiani lavano il denaro sporco della mafia e pagano mazzette),e passando per la campagna denigratoria del gruppo commerciale Saturn- Media Markt (un nostro video caricato su youtube ha avuto decine di migliaia di cliccate), ricordo un solo intervento delle nostre istituzioni a favore di questa comunità: una letterina dell’ex ambasciatore, oggi per fortuna in pensione, Puri Purini, indirizzata al settimanale Spiegel, dopo un paio di bordate fuori misura contro gli italiani dello stesso. Per il resto, niente!
Questo la dice lunga sulla situazione. Vediamo cosa succede quest’anno: se si rimane -dicevo- sulla pedofilia o se si trova qualcosa di nuovo. È ancora presto per vederlo. La cosa più bizzarra è che in tutti i fatti citati, le comunità italiane in Germania e in Europa non c’entrano nulla. Vengono messe in mezzo ma non c’entrano nulla. (mau. mont.)