È donna, è musulmana, ha una biografia d’emigrante ed è ministro di un Land tedesco. Ora dobbiamo solo decidere se provare soddisfazione o invidia. Soddisfazione per l’importante nomina di una figlia d’emigranti turchi o invidia da schiattare perché non è stata una ragazza italiana a vincere la gran corsa verso la gestione della vita pubblica tedesca. Forse è la volta buona che, all’interno di qualche partito tedesco, l’uno o l’altro tesserato italiano decida di mettere il suo talento a disposizione di una carriera politica come ha fatto Aygül Özkan.
Questa trentottenne d’origine turca, tesserata Cdu è stata, infatti, nominata il 27 aprile scorso ministro per le questioni sociali della Bassa Sassonia. Aygül Özkan merita però di più della semplice ammirazione dedicata da sempre a tutti i figli d’emigrati “riusciti bene” e che ottengono successi di qualsiasi tipo. Sembra, infatti, che questa ragazza non sia per niente il tipo allineato ed obbediente come la tradizione impone a tutti i tesserati Cdu con pruriti carrieristi.
La nostra Aygül Özkan ha scosso ben bene la dormiente Cdu, ancor prima di essere nominata ministro, al momento in cui ha toccato un argomento tabù, anzi il più tabù degli argomenti all’interno del partito democristiano della Repubblica federale di Germania: la rimozione dei crocifissi dalle scuole! Ohè, non sarà mica impazzito il neo ministro? No, almeno non del tutto. All’auspicio di allontanare questo simbolo religioso dalle classi la Özkan ha, infatti, aggiunto anche il desiderio di vietare a scuola l’uso di veli copricapo d’ogni sorta.
In questo senso, la Özkan si schiera da parte dei sostenitori di uno stato laico ed illuminato secondo i principi del XVIII secolo. Illuminismo alla buona, casereccio, adatto alla Bassa Sassonia. Naturalmente Christian Wulff, Ministro Presidente di quel Bundesland e veterano della Cdu, ha subito richiamato con garbo l’acerba politica alla realtà di tutti i giorni. Anche per questo, alla cerimonia della nomina, il neo ministro ha voluto usare la formula religiosa del giuramento “con l’aiuto di Dio”. Wulff ha tranquillizzato i suoi elettori sul fatto che con la nomina della giovane turca non è certo iniziato il “declino della cultura occidentale”.
Un’altra cosa è però certamente iniziata: l’apertura della Cdu ad una nuova generazione di politici con una biografia d’emigrante. Interessante è anche il fatto che tale apertura si è manifestata con un’importante nomina di una ragazza d’origine turca. La Cdu ha pertanto dissipato ogni dubbio su presunte diffidenze verso i giovani musulmani. Una scaltra manovra per assicurarsi un bacino elettorale emergente, vale a dire quello dei turchi col passaporto tedesco? No, almeno non solo. La nomina della Özkan ed il suo sostegno dopo la sparata sui crocifissi certificano la ferma volontà di giocare veramente una carta nuova, dall’esito incerto e non soggetta alle aritmetiche elettorali. La giovane turca è la prova di un’apertura della Cdu ad una politica d’integrazione dinamica.
Siamo sinceri, tutti noi ci aspettavamo il ministro turco uscito dai tesserati dei verdi o dei socialdemocratici. Eppure, dopo anni di responsabilità al governo federale e di numerosi Länder, le poltrone di ministro di questi due partiti sono sempre state riservate esclusivamente a sederi Made in Germany. D’altra parte la Cdu non è nuova a queste impennate che spiazzano critici ed avversari politici. Gli addetti ai lavori ricordano benissimo la legge sull’immigrazione del 2002 approvata all’unanimità da un parlamento tedesco con la Cdu all’opposizione. Il tutto fu possibile grazie ad un politico democristiano che, insieme con il ministro dell’interno dell’epoca Otto Schilly, stese il testo che sanciva la doppia nazionalità.
Peter Müller, odierno ministro presidente del Saarland incontrò all’interno della Cdu difficoltà minori di quelle opposte ad Otto Schilly dalla sua Spd, nel comune tentativo di sancire lo “Jus Soli”. Il democristiano Peter Müller andò oltre, facendo ammutolire definitivamente tutti quelli del suo partito che negavano l’esistenza di una Germania “terra d’immigrazione”. Torniamo, infine, al neo nominato ministro per gli affari sociali della Bassa Sassonia, Aygül Özkan.
Questa ragazza deve essere per noi tutti un esempio ed una speranza. L’esempio che il coraggio viene premiato e la speranza che la Germania apra le porte del suo potere politico ad una parte attiva ed intelligente del suo popolo: ai figli degli emigranti. Auguri ad Aygül Özkan, e che Dio, o Allah che dir si voglia, l’assista. Nel frattempo noi continueremo a votare quello che ci pare e piace, limitandoci a dire grazie alla Cdu, a quello stesso partito che 19 anni or sono nominò ministro un’altra “straniera”, una giovane laureata in fisica che veniva da un altro Paese che si chiamava Germania Orientale. Era Angela Merkel.