È capitato così di vedere una Cancelliera che, nonostante le vacanze estive, lavora in una Berlino mai spopolata mentre gli altri sono stati ripresi con uno sfondo marino, o alpino o in qualche giardino fiorito con tanto di uccelletti cinguettanti. I politici conoscono l’altissimo indice di ascolto della popolare serie e ne approfittano per fare il punto della situazione, per marcare il proprio territorio e, naturalmente, per accaparrarsi qualche simpatia.
Quest’anno abbiamo visto una Angela Merkel in tailleur rosa (sempre un poco stretto sul petto), sicura di sé, che ha tenuto testa alle incalzanti domande di Bettina Schausten, la giornalista che si alterna a Thomas Walde nella conduzione del programma. La Cancelliera ha subito stabilito che il popolo tedesco non ha alcun motivo di temere una crisi economica o addirittura una fase di recessione. Ottimismo tanto fermo quanto strano davanti alle altalene delle maggiori borse europee.
Ma la Cancelliera, e lo ha confermato anche davanti alle telecamere estive della Zdf, di altalene se ne intende. Ha, infatti, escluso con fermezza il suo appoggio alla creazione di titoli di stato europei, mentre qualche settimana prima non ne aveva per niente escluso la creazione. Contemporaneamente non ha escluso di volerne riparlare in futuro, concentrandosi ora sulla crisi del momento e lasciando il futuro a quello che è: un’incognita da affrontare con ottimismo. La Cancelliera è comunque riuscita a trasformare il suo peggiore difetto nella sua migliore qualità. Confrontata con il suo modo contraddittorio di fare politica contro le tendenze conservatrici del suo elettorato (abolizione della scuola media, dell’obbligo di leva, delle centrali atomiche) ha candidamente asserito che questa è la “Merkelische Art der Leidenschaft” la passione di tipo Merkel.
Passione e Angela Merkel? Come allodola e cacciatore, diavolo e acquasanta. Completamente allineato e conforme alla linea di governo si è presentato ai microfoni della Zdf Horst Seehofer, capo della Csu, l’altro gemello siamese della simbiosi Cdu/Csu. La parte più conservatrice della destra parlamentare tedesca ha fatto una figura assennata e saggia. Sotto l’impressione del terribile massacro di Oslo, Seehofer ha lasciato stare i soliti populistici richiami ad una maggiore presenza dello stato, dichiarando quello che ogni persona normale pensa: purtroppo queste catastrofi non sono del tutto evitabili in un ordinamento libero e democratico.
Niente critiche alla Merkel, accettata dal bavarese Seehofer quale leader massimo, anche nella decisione presa con Sarkozy di sostenere la Grecia nella crisi più nera della storia dell’Euro. Finiti definitivamente i bei tempi di Franz Josef Strauss, quando da Monaco di Baviera arrivavano bacchettate al Cancelliere federale al ben che minimo movimento in direzione contraria all’ala conservatrice del partito. La Merkel ha un potere soporifero. E la Csu fa effettivamente un’impressione al quanto ammosciata. Del tutto fuori dal mondo le dichiarazioni di Seehofer su un eventuale ritorno alla politica attiva di zu Guttenberg, lo scopiazzatore del dottorato di ricerca. E veniamo all’opposizione che, a quanto pare, come la Csu pesca volentieri nelle acque passate.
Quale è la formula per affrontare la crisi? Zac! Aumentare le tasse ai più ricchi! Il capo della Spd, Sigmar Gabriel, non passerà certo alla storia come campione di originalità. Il giornalista Thomas Walde non ha potuto fare a meno di ricordargli che fu proprio il Governo Spd/Verdi ad innalzare il tetto dell’imponibile. Ma Gabriel ha ribattuto che la situazione odierna è tutta diversa dai tempi del suo partito al governo. E poi la colpa è di Barroso. Barroso? E che c’entra Barroso, il presidente della Commissione europea? Secondo Gabriel sarebbero state le dichiarazioni di Barroso sull’insufficiente efficacia del pacchetto anticrisi a destabilizzare borse e mercati. Il discorso di Gabriel potrebbe significare che se il presidente Barroso avesse dichiarato sufficienti le misure stabilite, i mercati e le borse europee si sarebbero stabilizzate per incanto.
Vuoi vedere che Gabriel è rimasto troppo esposto al sole prima dell’intervista? Un poco patetica è stata anche la dichiarazione che la Spd è pronta a collaborare con il governo federale per la soluzione della crisi finanziaria. Il problema è che nessuno ha chiesto la sua collaborazione (e nemmeno la sua candidatura alle prossime elezioni nazionali, visto che ha subito proposto Peer Steinbrück). I Verdi: sull’onda del 20% di consensi hanno solo da perdere. La Cancelliera ha scippato dal piatto di questo partito la polpetta migliore.
Con il “basta con il nucleare” i Verdi si trovano con le porte aperte verso eventuali accordi di governo anche con la Cdu, finalmente esorcizzata dal demone atomico. La Roth, infatti, anche se incalzata da Thomas Walde, non ha voluto fare dichiarazioni su eventuali coalizioni future. Non ha voluto commentare la proposta di Kretschmann, ministro presidente dei Verdi a Stoccarda, che sconsigliava il suo partito di stringere qualsiasi alleanza in fase elettorale. Il più simpatico di tutti davanti alle telecamere della Zdf è risultato sicuramente Philipp Rösler nuovo Leader dei liberali Fdp. Confrontato con l’implosione del suo partito sparito da quasi tutti i governi regionali, Rösler ha esortato tutti a mantenere la calma e a non cadere nel panico.
Le stesse parole del capitano della Titanic, poco prima che affondasse. Un’ultima osservazione: a nessun Leader tedesco verrebbe in mente di parlare di “Cuori grondanti di sangue” però un poco, poco di pathos lo abbiamo visto anche alla televisione tedesca e non ci è dispiaciuto affatto.